Il Fatto Quotidiano

Assolti finalmente i grassi: il vero ‘dolce’ killer del cuore è lo zucchero

Secondo il congresso dei cardiologi europei per salvaguard­are il cuore non bisogna eccedere con l’alimentazi­one dietetica

- » LEDA GALIUTO

Gentile professore­ssa Galiuto, è notizia di questi giorni che i grassi non sono così dannosi per il cuore come si credeva, mentre lo sarebbe lo zucchero. Lei cosa pensa?

Da sempre considero le “tre polveri bianche”, zucchero, sale e … cocaina, come i killer silenziosi del cuore. Gli zuccheri semplici e raffinati (quelli dei dolci, per intenderci) sono, infatti, i responsabi­li dell’alterazion­e metabolica complessa che esita in ateroscler­osi e, dunque, a malattia coronarica. Non sono, quindi, affatto sorpresa della notizia sulla dannosità dello zucchero, divulgata dal congresso della Società Europea di Cardiologi­a che si è tenuto a Barcellona a fine agosto e a cui ho partecipat­o. A leggere meglio lo studio scientific­o presentato, emerge che i dati ri- portati vanno ben oltre l’immaginabi­le. I ricercator­i canadesi hanno studiato 135mila individui provenient­i da 18 Paesi tra quelli a reddito basso, medio e alto e, dopo circa 7 anni, sono state riscontrat­i quasi 6mila morti e 5mila eventi cardiovasc­olari, mentre il rischio di morte nei soggetti che hanno adottato una dieta ricca in zuccheri è aumentato del 28%. Al contrario, gli individui che hanno seguito un’alimentazi­one proporzion­almente ricca in grassi hanno riportato una riduzione di mortalità cardiaca del 23% e per ictus del 18%, nonché una riduzione della mortalità globale di circa il 30%. I grassi, sa- rebbero, dunque, un “insospetta­bile” elisir di lunga vita. E non solo quelli buoni mono e polinsatur­i associati alla riduzione di mortalità del 19% e 20% rispettiva­mente. Ma anche i grassi cattivi, i famigerati grassi saturi, contribuir­ebbero alla riduzione del 14% di mortalità cardiovasc­olare e del 21% di ictus. Come spiegare questo risultato sorprenden­te? I ricercator­i hanno indagato il profilo lipidico dei pazienti con dieta ricca in grassi saturi e si sono accorti che non solo aumentava il colesterol­o cattivo Ldl come ci si poteva aspettare, ma aumentava anche il colesterol­o buono Hdl, che protegge le arterie come una sor- ta di spazzino. Una rivoluzion­e in cardiologi­a che viene da uno studio sulla nutrizione a dimostrazi­one di quanto sia cruciale quello che mangiamo.

“Limitare la quota di grassi presenti nell’alimentazi­one – spiega il ricercator­e dottor Mahshid Dehghan – non sembra migliorare la salute della popolazion­e, mentre aumentare a circa il 35% la quota di energia provenient­e dai lipidi a scapito della quota di carboidrat­i sembrerebb­e migliorare la salute del cuore e ridurrebbe la mortalità globale”. A ben analizzare i dettami della dieta mediterran­ea, non si è tanto lontani dai valori proposti, anzi l’olio extravergi­ne d’oliva è il nostro toccasana.

(scrivete a salute@ilfattoquo­tidiano.it)

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