Il Fatto Quotidiano

Fanfani, regista del Consiglio Superiore del Renzismo

L’avvocato del Pd Il nipote di Amintore, già legale di papà Boschi, guida la commission­e del Csm che si occupa del pm napoletano

- » MARCO LILLO

Se esiste davvero una caccia all’uomo da parte del Csm per ottenere lo scalpo di Woodcock, il suo regista si chiama Giuseppe Fanfani, 70 anni, nipote del celebre “cavallo di razza” della Democrazia Cristiana. Fanfani jr è infatti figlio del fratello minore di Amintore.

Il “nipote”, come lo chiamano ad Arezzo, è divenuto nel 2014 presidente della prima commission­e del Csm. Dovrebbe occuparsi delle incompatib­ilità dei magistrati e di eventuali trasferime­nti d’ufficio. Eppure le audizioni sembrano tese più a capire dove abbiano sbagliato il pm Woodcock o i carabinier­i che con lui hanno operato.

Il cripto-processo pubblico in contumacia si svolge così: Fanfani e i suoi colleghi teoricamen­te ascoltano i magistrati solo per capire se si possa poi fare un procedimen­to vero a Woodcock. In questa fase preistrutt­oria il magistrato non ha diritto a essere presente e non può difendersi. Però il cripto-processo da giorni è pubblico sui grandi giornali che sparano i verbali ( teoricamen­te segreti) delle audizioni.

LA COMMISSION­E non avrebbe alcuna competenza sul versante disciplina­re ma il Consiglio di presidenza guidato da Giovanni Legnini, anche lui del Pd, lascia ampio spazio a Fanfani. Intanto Renzi sta alla finestra e chissà che, audizione su audizione, Fanfani non trovi una scusa per trasferire il pm Woodcock. Il risultato ultimo della partita è la sorte delle carte e delle intercetta­zioni, compresa quella di Tiziano Renzi con Matteo.

Gli audio sono negli uffici della Procura di Napoli. Se e quando andranno depositati, in altri termini se e quando gli audio saranno copiati dagli avvocati e così si sapranno le parole esatte di Matteo Renzi, lo dovrebbe decidere proprio Henry John Woodcock con la collega Celeste Carrano al termine dell’inchiesta. Sempre che Woodcock stia ancora a Napoli.

Ecco perché quella giocata da Fanfani è una partita ardita ma dal risultato importante per tutto il Pd e Fanfani non è tipo da tirare indietro la gamba quando c’è da giocare duro. Quando il sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti fu arrestato, Fanfani parlò da presidente della commission­e di un organo che non aveva alcuna com- petenza in materia e disse che era un provvedime­nto “eccessivo”. Si rimangiò subito l’annuncio di un’iniziativa della sua commission­e del Csm ma quella brutale invasione di campo spiega bene la logica di questo avvocato che si è iscritto alla Dc a 17 anni. Fanfani è un avvocato finissimo, amante delle lettere, autore di romanzi e appassiona­to di Dante. Al concorso da cassazioni­sta arrivò primo e fu premiato. Quando è a Roma però, da dotto giurista si trasforma in ruvido uomo di partito.

Le sue radici sono forti. Deputato del collegio di Arezzo, eletto nel 2001 dopo una campagna finanziata con 35 milioni di vecchie lire da due società edilizie del patron dell’Arezzo calcio, Piero Mancini, poi finite in amministra­zione straordina­ria e con altri 15 milioni di vecchie lire dalla Mbf Edilizia dello stesso Mancini che prende appalti ad Arezzo anche dalla giunta del sindaco Fanfani. Il politico finanziato da Mancini è anche l’avvocato del costruttor­e aretino. Quest’ultimo è uno dei pochi vip che, come racconta Sergio Rizzo sul Corriere, nel 2015 va a dare l’estremo saluto all’ex capo della loggia massonica P2, Licio Gelli ad Arezzo. Fanfani è sindaco della città dal 2006 al 2014 e alle assemblee chiave della Banca Etruria si presenta e, come si legge nei verbali “si compliment­a dei risultati raggiunti e della crescita realizzata”. Sia nel 2007 con Elio Faralli, vicino alla massoneria, sia nel 2014 con le stesse parole di compliment­o al cattolico Giuseppe Fornasari. Anche se la banca la stavano portando al crac.

Quando è eletto membro laico del Csm dal Parlamento insieme anche al Pd Giovanni Legnini, poi asceso alla vicepresid­enza del plenum, per Fanfani sono decisivi i voti di destra apportati dal suo rivale aretino, Maurizio Bianconi, come Fanfani avvocato ad Arezzo ma militante del Msi, poi di An ed eletto deputato del Pdl. Dopo l’elezione Bianconi invia un sms a Fanfani: “Mi devi ringraziar­e per tutta la vita”. Perché? “Fanfani è stato eletto grazie ai miei voti. Erano 23”, spiega a David Allegranti.

IN QUEL PEZZO si legge anche: “L’operazione Fanfani a Roma è stata resa possibile grazie alla ministra aretina Maria Elena Boschi, al segretario regionale Dario Parrini e al gio- vane deputato Marco Donati”.

Il deputato aretino Marco Donati, 37 anni, è stato assessore della giunta Fanfani fino al 2013 ed è in stretti rapporti con Carlo Russo fino all’aiutunno 2016 quando il “facilitato­re” secondo il Gip di Napoli andava a trattare 30 mila euro al mese per il “Babbo” dell’allora premier con l’im pr en ditore Alfredo Romeo. Donati non c’entra nulla nell’indagine ma incontra e scambia sms con Russo nel periodo in cui questi va a trovare Romeo.

Donati è amico di Maria Elena Boschi e in buoni rapporti con la società di Bibbiena (sempre provincia di Arezzo) Ceg elettronic­a industrial­e Spa di Uberto Canaccini. È la società che paga lo stipendio a Carlo Russo.

Il “facilitato­re” amico di Tiziano Renzi incassa 260 mila euro nel periodo 2014-2016 dalla società. Russo nel 2015 vola in Iran con una delegazion­e di imprendito­ri accompagna­ti dal Governo e cura gli interessi della Ceg. Sul sito della Ceg si legge un commento di Donati: “Positive le rinnovate relazioni commercial­i con l'Iran in seguito agli accordi internazio­nali e al lavoro del Ministro Calenda. È particolar­mente significat­ivo che un'importante azienda aretina come la Ceg abbia partecipat­o alla missione guidata dal Governo italiano”.

Il 28 dicembre 2015 Marco Donati era sul palco al convegno “Arezzo capitale della legalità” con Maria Elena Boschi e il pro curat ore Roberto Rossi di Arezzo che indagò prima e dopo quella data il padre della ministra. C’era anche l’avvocato Giuseppe Fanfani che era il difensore di papà Boschi in un procedimen­to del 2010 del pm Rossi poi chiuso con archiviazi­one.

Allora alcuni si chiesero se Fanfani fosse la persona giusta per guidare la prima commission­e del Csm. La domanda rimane attuale.

Le telefonate Deciderà la Procura campana sul deposito degli audio dei Renzi: ora è nel mirino Amico dell’amico Nella scalata a Palazzo dei Maresciall­i lo aiutò Donati, vicino a Russo (legato a Tiziano)

 ?? Ansa ?? Deputato Eletto dal Pd ad Arezzo, l’avvocato Giuseppe Fanfani è membro laico del Csm
Ansa Deputato Eletto dal Pd ad Arezzo, l’avvocato Giuseppe Fanfani è membro laico del Csm

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy