La Via da Cuffaro ad Alfano: “Il prof è come la Cassazione”
La bandierina di Angelino sull’alleanza con i dem
Èil 26 marzo scorso quando, durante un faccia a faccia politico a Catania, il senatore Pino Firrarello, una condanna a due anni per appalti truccati con l’aggravante mafiosa finita in prescrizione, lancia in pista Giovanni La Via, ex assessore all’Agricoltura dei governi Cuffaro e Lombardo, entrambi coinvolti anch’essi in condanne per mafia, favoreggiamento il primo, voto di scambio il secondo. “Vi do due nomi, anzi tre: il professore Lagalla, il professore La Via e non escludo che, con delle manovre intelligenti anche Enzo Bianco possa rientrare tra i possibili candidati alla presidenza della Regione” annuncia preveggente il senatore.
IL SINDACO DI CATANIA non beneficiò poi di manovre intelligenti, ma la previsione risultò “quasi” azzeccata: oggi il professor La Via, eurodeputato di Ap-Ppe, docente di Economia agraria all’U n iversità di Catania e fedelissimo del ministro Angelino Alfano, è la bandierina piazzata nel centrosinistra dal ministro degli Esteri, che lo ha imposto come vice del rettore palermitano Fabrizio Micari, candidato Pd a governatore della Sicilia. Con lui ha inaugurato sabato scorso la campagna elettorale alle ciminiere di Catania davanti a numerose sedie vuote.
E dire che fino a poco più di un mese fa lo stesso La Via era piuttosto freddo nei confronti del rettore: “Micari è un candidato degnissimo ma non scalda i cuori di alcuni deputati – aveva detto all’agenzia di stampa Italpress – le primarie potrebbero essere l’unica strada per fare uscire il centrosinistra dall’impasse”. Erano i giorni in cui la commissione Bilancio del Parlamento europeo, da lui presieduta, approvava quasi all’unanimità il testo proposto da La Via che assegnava 1,2 miliardi di euro alle zone terremotate del centro Italia, la somma più elevata mai erogata dall’Europa da quando il Fondo di solidarietà è stato istituito nel 2002.
Un successone di fine agosto che evidentemente ha cancellato nel centrosinistra l’imbarazzante inciampo giudiziario dell’ag ronomo catanese, fedelissimo del sottosegretario Castiglione (dal quale ha “ereditato” l’ex capo di gabinetto, Carmelo Ferraro, divenuto suo segretario personale) quando il suo nome finì nelle carte dell’i nchiesta sul Cara di Mineo. Una delle società coinvolte, la “Spata Srl”, all’origine si chiamava “Spata Sas di Giovanni La Via & C.” e nella sede di viale Vincenzo Giuffrida a Catania gli investigatori trovarono ancora appesa una targhetta della posta con scritto “Azienda agricola Giovanni La Via”, oltre che, rivelarono gli inquirenti “un ufficio-pertinenza utilizzato solo ed esclusivamente dall’on. La Via, che per ovvi motivi legati all’im muni tà parlamentare non è stato perquisito”.
DI UN ALTRO IMMOBILE in piazza Roma, affittato alla cooperativa Sisifo coinvolta nello scandalo del Cara, l’europarlamentare disse di non sapere nulla: “Possiedo un appartamento di dieci vani e mi sono rivolto a un’agenzia immobiliare per l’affitto: non conosco gli inquilini da cui percepisco 1.800 euro al mese”. Proprietà immobiliare acquisita dopo il 2012, visto che non compare nella dichiarazione resa al Parlamento europeo in occasione della sua elezione, in cui ha dichiarato come unico reddito extra l’indennità di assessore, pari a 10 mila euro, insieme alla presidenza dell’associazione irrigua Fata dalla quale non percepisce alcun reddito.
Oggi che buona parte degli agricoltori gli contesta di avere firmato il Ceta, il trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada, contro cui c’è grande mobilitazione in tutta Europa perché considerato un assist alla grande industria e una penalizzazione degli agricoltori e dei piccoli produttori, l’europarlamentare si consola con il sostegno degli alfaniani, venuti in massa tre anni fa alle Ciminiere di Catania per acclamare l’allora ministro degli Interni.
In quell’occasione fu il deputato regionale Pippo Limoli, al microfono, a riconoscere “grande competenza’’ al candidato vice di Micari: “Giovanni La Via è la Cassazione – disse – quando parla io non lo capisco, ma grande è la competenza”.