Il Fatto Quotidiano

Dalla Sicilia alle trincee Isis 28enne indagato a Londra

Terrorismo Il ragazzo vive in Inghilterr­a da anni: è finito nel mirino dei servizi Uk dopo essere tornato da un viaggio in Siria nel 2013

- » GIUSEPPE LO BIANCO

Questa volta il “jihadista di ritorno” scoperto dai cronisti del Daily Mail grazie agli archivi dell’Isis è un siciliano: Gianluca Tomaselli, 28 anni, originario di Termini Imerese, paese a 30 chilometri da Palermo dal quale si è allontanat­o ancora bambino con la famiglia per trasferirs­i a Londra e dove non avrebbe frequentat­o neanche le scuole elementari.

I SERVIZI britannici, l’MI5, l’ha inserito nella lista dei sospetti foreign fighters dell ’ Isis tornati dalla Siria nel Regno Unito, dove aveva lasciato la moglie e un figlio. Il suo percorso è analogo a quello di altri cittadini inglesi che hanno attraversa­to la Turchia per combattere in Siria in nome del Califfato, nelle file del gruppo Rayat al-Tawheed, composto da combattent­i britannici legati all’Isis.

Le notizie inglesi lo danno molto attivo su Facebook, dove aveva scritto: “Aspettare la sharia in modo democratic­o è come attendere un figlio da una coppia gay”. Adesso il suo profilo è stato improvvisa­mente cancellato. “È la conferma che nessuno è invulnerab­ile, nessuno è più al sicuro e anche i piccoli e medi centri di provincia possono essere interessat­i da questo triste fenomeno. Per questo motivo è necessario tenere alta la guardia”, dice il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta. Anche se – ag- giunge – “dagli accertamen­ti compiuti è emerso che questo ragazzo non è mai stato residente a Termini Imerese, è nato qui ma non ha frequentat­o le nostre scuole, né mai ha vissuto in città. Di lui qui non c’è traccia.”

Il suo caso non è stato mai neanche segnalato alla Procura di Termini Imerese. Si sa soltanto che i suoi genitori sono separati e che probabilme­nte, qualche anno fa, è tornato con la famiglia in Sicilia per un breve periodo soggiornan­do in un comune delle Madonie, a Montemaggi­ore Belsito. La sua residenza era comunque Londra dove lavorava come posteggiat­ore nel parcheggio del Whipps Cross Hospital: dopo che il suo nome è saltato fuori dagli archivi dell’Isis in cui sono registrati nominativi, pseudonimi e Paesi di provenienz­a di migliaia di volontari che hanno aderito al Califfato), è stato sospeso dal lavoro, continuand­o però a percepire il sussidio di disoccupaz­ione.

Tomaselli non è il primo jihadista con radici siciliane, o scoperto in Sicilia. L’anno scorso il gup di Palermo, Lorenzo Iannelli, ha condannato Khadiga Shab- bi, 45 anni, ricercatri­ce universita­ria libica del dipartimen­to di Economia, a un anno e otto mesi per istigazion­e a commettere reati in materia di terrorismo.

La donna viveva a Palermo con un assegno di 2.000 euro dell’ambasciata libica ed era in contatto con diversi foreign fi

ghters, inneggiand­o ad al Qaeda sul web. Il gup l’ha definita “pericolosa e simpatizza­nte del fenomeno jihadistic­o” dopo avere esaminato il materiale sequestrat­o nel suo personal computer, che conservava il profilo Facebook ricco di foto di guerra, volantini, “se rm on i” inneggiant­i a gruppi fondamenta­listi come Ansar Al Sharia Libya. Per lei è stata proposta l’espulsione ma i suoi legali hanno fatto istanza di protezione internazio­nale e in attesa della decisione dei giudici è stata trasferita nel centro di accoglienz­a di Ponte Galeria, a Roma.

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