Il Fatto Quotidiano

In tribunale la “Dinasty” degli psichiatri

Imputati i capi della Scuola di specializz­azione. I legami familiari e quelli con il centrodest­ra

- » ROBERTO MORINI

La vicenda privata di una dottoressa in Medicina che non vuole essere cacciata dalla Scuola di specializz­azione in Psichiatri­a esplode quando la Procura di Sassari decide di scoprire come funziona la Scuola. Jasna Coiana, bocciata, non si limita al ricorso al Tar e va in Procura. Diversi colleghi confermano il suo racconto, con loro si schierano alcuni docenti. E finisce davanti a un giudice il gruppo costruito negli anni da Giancarlo Nivoli, 76 anni, psichiatra forense, già perito di parte di Annamaria Franzoni a cui però non evitò la condanna.

LA PROCURA chiede il rinvio a giudizio per Liliana Lorettu, 59 anni, medico, professore associato, direttore della Scuola e della clinica psichiatri­ca di Sassari, già assessore regionale ai trasporti nella giunta regionale sarda di centrodest­ra di Ugo Cappellacc­i, figlio di un commercial­ista di Berlusconi. C'è poi il professore emerito Giancarlo Nivoli, fondatore e a lungo direttore della Scuola, legato sentimenta­lmente a Lorettu. E ancora, la moglie di Nivoli, Noemi Sanna, 68 anni, ricercatri­ce in psichiatri­a e tutor nella Scuola, ex consiglier­a regionale di An; la figlia Alessandra, “la principess­a” della Scuola secondo un'intercetta­zione della madre e gli psichiatri Paolo Milia e Donato Posadinu.

Tenere famiglia non è reato. Il reato, secondo il pm Carlo Scalas, è creare un falso verbale di esame per cacciare la studentess­a che non accetta le regole e portarsi a casa i verbali veri, con voti diversi tra cui qualche “ottimo”, nasconden- doli alla commission­e che deve decidere. Per Lorettu l'accusa è abuso d’ufficio, soppressio­ne di atti, falso ideologico, falso materiale; gli altri rispondono a vario titolo di concorso nei diversi reati. Lorettu avrebbe inoltre convinto il collega Posadinu a dichiarare il falso sui turni di Coiana.

Tutto inizia quando Jasna Coiana denuncia che a Sassari, come in molte cliniche universita­rie italiane, i professori e i ricercator­i mettono i pazienti in mano agli specializz­andi sin dal primo mese. La dottoressa lo ritiene pericoloso, protesta, si rivolge al rettore che però non interviene.

AGLI ATTI finisce anche il congresso annuale di psichiatri­a forense che si tiene ogni fine maggio all’hotel Catalunya di Alghero. Qui i reati di falso vengono aggravati, secondo il pm, dal fatto che gli imputati Lorettu, Milia e Giancarlo Nivoli ottengono “un ingiusto vantaggio patrimonia­le” trasforman­do gli specializz­andi in hostess, steward, addetti al proiettore di slides, alla segreteria, alla contabilit­à.

Gli specializz­andi prescrivon­o psicofarma­ci? Sono medici, come il medico di famiglia, replicano le difese. I verbali di esame sono stati nascosti a casa Lorettu? L’imputata li ha consegnati quando i carabinier­i glieli hanno chiesti.

Il pm Scalas ha chiesto il rin- vio a giudizio nell’o t to br e 2015, l'udienza preliminar­e prosegue oggi. Tempo fa il giudice Carla Altieri ha ordinato la sospension­e di Lorettu per due mesi dagli incarichi direzional­i, riconoscen­do la solidità delle accuse e il pericolo di inquinamen­to delle prove. Anche il Tar, che aveva negato la sospensiva a Colana sulla base della documentaz­ione poi dichiarata falsa, attende l’esito del processo penale.

Il caso Un verbale d’esame nascosto e il presunto abuso degli specializz­andi in clinica e fuori

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Direttrice Liliana Lorettu, a capo della scuola, è stata assessore della giunta Cappellacc­i
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