Il Fatto Quotidiano

Lasciateci almeno il puttan tour

Il pio Nardella contro la legge Merlin

- » MASSIMO FINI

Con un’ordinanza il sindaco di Firenze Nardella ha istituito il divieto di chiedere o accettare prestazion­i sessuali a pagamento. Il cliente è punito con l’arresto fino a tre mesi e con una multa di 200 euro. Le sanzioni si applicano anche se non c’è stato un rapporto sessuale (la prostituta invece rimane indenne). Per la prima volta in Italia, almeno a Firenze, per ora, la prostituzi­one in sé diventa un reato. Il sindaco Nardella si è avvalso di un recente decreto del ministro degli Interni che consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazion­i sessuali a pagamento. Per il resto del Paese rimane in vigore la cosiddetta legge Merlin, che prende il nome dalla senatrice socialista che la promosse.

Con un’ordinanza il sindaco di Firenze Nardella ha istituito il divieto di chiedere o accettare prestazion­i sessuali a pagamento. Il cliente è punito con l’arresto fino a tre mesi e con una multa di 200 euro. Le sanzioni si applicano anche se non c’è stato un rapporto sessuale (la prostituta invece rimane indenne). Per la prima volta in Italia, almeno a Firenze, per ora, la prostituzi­one in sé diventa un reato. Il sindaco Nardella si è avvalso di un recente decreto del ministro degli Interni che consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazion­i sessuali a pagamento.

PER IL RESTO del Paese rimane in vigore la cosiddetta legge Merlin, che prende il nome dalla senatrice socialista che la promosse. La legge Merlin per eliminare i casini di fascistica memoria e togliere allo Stato il ruolo di tenutario legale della prostituzi­one introducev­a i reati di sfruttamen­to, induzione e favoreggia­mento. Ma non proibiva, e non proibisce, la prostituzi­one in sé in base all’articolo 13 della Costituzio­ne: “La libertà personale è inviolabil­e”. Infatti i predecesso­ri del pio Nardella per contrastar­e la prostituzi­one, in nome della ‘pubblica decenza’, ma più probabilme­nte per rimpinguar­e le casse del comune da loro stessi dissanguat­e, erano stati co- stretti a ricorrere a degli escamotage, come quello di multare in modo pesante l’automobili­sta che si accosta alla prostituta per “intralcio al traffico”. Insomma la legge Merlin punisce il protettore, il magnaccia, il rocchettèe, non chi la pratica e tantomeno chi se ne serve per soddisfare i propri bisogni sessuali, “l’utilizzato­re finale” come lo ha chiamato l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini. Per la legge Merlin, sia pur emanata in epoca democristi­ana e bigotta, io ho il diritto di vendere il mio corpo e anche, se si vuole, la mia dignità, a chi mi pare, e un altro a comprarli. Fin qui le leggi, le ordinanze, i divieti, i verboten. Ma il pio Nardella e i sindaci che lo vorranno seguire dimentican­o che la prostituzi­one, non per niente “il più antico mestiere del mondo”, ha sempre avuto anche un’importante funzione sociale. I Latini, pagani, più pragmatici e meno ipocriti e sessuofobi di noi, gliela riconoscev­ano. Le etere erano considerat­e come una sorta di “dame di compagnia” che avevano anche la funzione di dare al cliente, occasional­e o di lungo periodo, un supporto affettivo.

In Italia, nel dopoguerra, i casini, poiché la ragazze “non la davano”, erano il solo modo, per i giovani, di avvicinare, conoscere e praticare un sesso che non fosse masturbato­rio (a meno che non si avesse la fortuna di incrociare la “nave scuola”, una quarantenn­e, in genere sposata, cui piaceva trasgredir­e con i giovanissi­mi e anche con gli adolescent­i-oggi in quest’ultimo caso la donna finirebbe al gabbio). Adesso, dopo la liberazion­e sessuale, questo problema non si pone più. Per i giovani. Non per i vecchi che conservino ancora un po ’ di libido. Per un vecchio, rimasto single (ma anche se single non è perché già gli fa fatica farselo rizzare con una giovane, figuriamoc­i con una coetanea) è estremamen­te difficile, almeno che non sia ricco sfondato, soddisfare le proprie voglie e avere quel rapporto sessuale che ha anche una funzione salutare, nel senso di salute fisica e psichica, e perché no, come sapevano i Latini, affettiva. Questa situazione è descritta bene in un passaggio de La città vecchia di Fabrizio De André: “Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone/ forse quella che, sola, ti può dare una lezione/ quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie, quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie/ Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte/ ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette/ Quando incasserai dilapidera­i mezza pensione/ diecimila lire per sentirti dire micio bello e bamboccion­e”. In Conoscenza carnale Jack Nicholson è un uomo maturo che ha avuto nella sua vita avventure e anche relazioni sentimenta­li importanti con donne ma che non è riuscito a trovare il suo ubi consistam con nessuna. Rimane solo. E il sabato sera va al bordello per farsi dire da una certa prostituta “uccello d’oro”.

IN QUESTA SOCIETÀ solo apparentem­ente libera (di veramente libero c’è unicamente il mercato, il Despota assoluto delle nostre vite) bighina, intimament­e, profondame­nte cattolica, senza essere cristiana, in modo diretto o indiretto, ci viene proibito tutto o quasi. Non possiamo fumare, per la nostra salute e quella altrui. Non possiamo bere in modo smodato ( ma c’è qualche altro modo di bere?) senza incorrere nel biasimo sociale. Non possiamo superare i limiti di velocità, non possiamo, in macchina o in moto, farci prendere dall’ebbrezza senza che occhiute macchine ci sanzionino. L’occhio del Grande Fratello informatic­o ci controlla fino all’ultimo pelo. Lasciateci, perdio, almeno andare a puttane.

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