Deserto rosso, ovvero le Feste della fu Unità
DaMilano a Imola Dibattiti senza pubblico e conti in rosso: le kermesse del Pd sono un danno all’immagine e alle casse. E si salva solo Minniti
Ristoranti vuoti, dibattiti deserti: il 2017 è (di nuovo) l’anno nero delle Feste dell’Unità. Il giornale di Gramsci non esiste più, le sagre si stanno consumando stagione dopo stagione. Al lettore sembrerà di leggere sempre lo stesso articolo: quelli sulla crisi delle feste del Pd stanno diventando un classico di fine estate. C’è una ragione: il declino è progressivo, e sempre più intenso.
Si può obiettare: i partiti cambiano, la partecipazione si sposta dietro le tastiere o scompare definitivamente. I dem, malgrado tutto, riescono ancora a organizzare eventi pubblici in ogni Regione e a conservare un capitale umano – vivo, tangibile – che per gli altri partiti è impossibile mobilitare. Mai come quest’anno però la stanchezza delle feste si riconosce a occhio nudo, nei vuoti sempre più ampi. Sia durante l’estate che in queste settimane di settembre, in tutte le città principali.
IL PRIMO fallimento clamoroso è quello di Milano a luglio. Il sito del Fatto Quotidiano ha mostrato gli stand deserti all’ex Scalo Farini. E la disperazione dei negozianti che hanno affittato gli spazi della festa: “Un flop totale”,“Un buco nell’acqua”, “Ci avevano promesso 50 mila persone”, “Ho speso 1.200 euro per es- sere qui, ma a oggi non ne ho recuperati nemmeno la metà della metà”.
A Bergamo, dove si aspettavano una manifestazione di due settimane, hanno ristretto la kermesse a due soli giorni, per giunta a maggio, “fuori stagione”.
La fotografia della festa provinciale di Modenainvece è stata scattata la sera del 25 a- gosto. Ospite d’onore, Giuliano Poletti. Ministro del Lavoro, ex presidente di Legacoop, emiliano: Poletti giocava in casa, ma il dibattito è andato praticamente deserto, non più di 30 persone, compresi giornalisti e volontari. Il disastro modenese è anche negli incassi. Li ha pubblicati il giornale locale La Pressa: 1.331.000 euro in 23 giorni, 600.000 in meno rispetto al 2016 (quando si sfiorarono i 2 milioni), un crollo del 30 per cento. Nel 2015 invece si incassavano circa 2,3 milioni di euro.
C’è chi ha fatto peggio di Poletti: Mauro Berruto, ex coach della Nazionale italiana di volley e amministratore delegato della scuola Holden di Baric- co, è stato indicato da Matteo Renzi come prossimo capolista in Piemonte. Sabato scorso ad ascoltarlo alla festa del Pd di Torino c’era poco più di una dozzina di persone, in palpabile imbarazzo (come racconta il sito Lo Spiffero).
A Bologna la crisi non finisce più. I numeri ufficiali ancora non sono stati comunicati, ma c’è chi parla di presenze dimezzate rispetto al 2016, nonostante il pienone nelle sere dei concerti di Max Gazzè, Carmen Consoli e Francesco Gabbani. Particolarmente desolante la partecipazione ai dibattiti. Nell’Emilia rossa orfana della “ditta” bersaniana già la scorsa estate – per la prima volta – le uscite avevano supe- rato le entrate di 100 mila euro. Gli incassi sono saliti dai 3 milioni del 2010 ai 4 milioni del 2011 e poi in caduta libera: 2,5 milioni nel 2016, quest’anno presumibilmente ancora di meno.
La festa nazionale, infine, si svolge a Imola fino al 24 settembre. Il flop è evidente, ma dal Pd locale si giustificano con il meteo avverso: le piogge delle prime settimane d’autunno hanno fatto cancellare eventi e svuotato gli stand.
IL DANNOnon è solo all’immagine e al patrimonio culturale del partito. È pure economico. Il Pd ha chiuso il bilancio 2016 con un buco da 9 milioni e mezzo. Il finanziamento pubblico, come noto, non esiste più. Le feste una volta erano una risorsa, ora si stanno trasformando in un ulteriore fardello per i conti. Di questo passo, il loro destino è segnato. Nel suo saggio Falce e Tortello, la ricercatrice Anna Tonelli ha tenuto i conti: dagli 8 mila eventi dei primi anni 80 – ovviamente c’era il Pci – si è scesi alle 4 mila feste del Pd nel 2009. Ora sono “oltre 900” come dichiara la responsabile nazionale, la deputata Giuditta Pini. In sette anni ne sono scomparse oltre 3 su 4.
L’unico a essersi arricchito (politicamente) nell’estate nera è Marco Minniti: tutti i dibattiti con il ministro dell’Interno hanno registrato il pienone. Come si cambia.
Figuraccia Poletti Il ministro giocava in casa a Modena: in platea non più di trenta persone