Il Fatto Quotidiano

Un clic e password E la moneta “vive”

Le origini Creati nel 2009 da un ‘fantasma’ del web chiamato Nakamoto, oggi in Italia i bitcoin si comprano anche in bancomat appositi (ce ne sono tre). E si moltiplica­no i siti per il trading

- » VIRGINIA DELLA SALA

Dimenticar­si di avere dei bitcoin, può riservare delle sorprese: dopo un paio d’anni il loro valore potrebbe essersi triplicato, oppure ridotto a un terzo. Dicembre 2015. Il Fatto pubblica un’inchiesta sulla darknet: droga, armi, pedofilia ma anche idee, principi, difesa dell’anonimato. Per sperimenta­re i mercati di questa parte nascosta della Rete, avevamo acquistato dei bitcoin, una moneta virtuale creata nel 2009 da un anonimo che si fa chiamare Satoshi Nakamoto e diventata in pochi anni un sistema di pagamento online. Si regge su una rete di potenti computer che ne costituisc­ono “i nodi” e che al tempo stesso la producono. Inoltre, ricorre alla crittograf­ia ( da cui la definizion­e di criptovalu­ta) per rendere il sistema sicuro e affidabile. Ne erano avanzati per un valore di circa 30 euro, conservati in un wallet, un portafogli­o virtuale creato su un sito che si chiama Blockchain (come la tecnologia che sta dietro il sistema Bitcoin) protetto da credenzial­i di accesso. A luglio 2017, quei bitcoin valevano circa 90 euro: triplicati.

IL PICCO. A inizio settembre, bitcoin tocca per la prima volta quota 5 mila dollari. Tutti comprano e più comprano, più il valore sale. Le opzioni sono diverse: si possono tenere fermi, come un bene rifugio; si possono usare per acquistare da chi li accetta oppure si può fare trading e speculare.

L’ACQUISTO. La prima volta li abbiamo comprati da un utente online. Gli abbiamo fatto diverse ricariche postepay, ma non abbiamo mai conosciuto la sua identità. Stavolta, tramite un gruppo di Facebook, ci accordiamo con un ragazzo. Lo incontriam­o in un bar di Roma: gli diamo i soldi in contanti e lui trasferisc­e i bitcoin dal suo al nostro portafogli­o.

GLI ATM. Esistono anche bancomat di Bitcoin. In Italia ce ne sono tre: Torino, Firenze e Milano. Presto dovrebbe arrivare anche a Roma. A idearli, installarl­i e gestirli è Federico Pecoraro, 33 anni e imprendito­re anche nel campo delle sigarette elettronic­he. Il funzioname­nto: ci si registra con numero di telefono, una one time password che verifica l’utilizzato­re dell’Atm, la scansione del documento d’identità e il riconoscim­ento biometrico con un selfie. Il processo di registrazi­one dura 30 minuti, dopo si è abilitati. Si possono acquistare bitcoin con un minimo di dieci euro. Nelle prossime settimane, l’Atm permetterà di comprare anche Ethereum, un altro tipo di criptovalu­ta tra le più diffuse dopo Bitcoin.

PASSIONI. Pecoraro ha conosciuto i bitcoin attraverso Ma- gic, un gioco di ruolo. Servivano per acquistare alcune carte. Solo in seguito ha pensato agli Atm. Il programma e la tecnologia sono stati sviluppati con altri appassiona­ti di Bitcoin. Qui conta quasi 5mila clienti, le commission­i si aggirano tra il 7 e il 9%. Ma in Italia nessuno ha investito su questa tecnologia, i giovani più talentuosi hanno già lasciato il Paese e anche Federico sta iniziando a pensare di andare all’estero.

IL TRADING. Per far fruttare i bitcoin ci sono invece le piattaform­e di exchange per criptovalu­te. The Rock Trading è italiana. Si compra e si vende. Ci si iscrive, si trasferisc­ono i bitcoin e si opera coi cambi. Euro - Bitcoin, Bitcoin - Dollari, Litecoin, Ethereum e altre criptovalu­te. Gli utenti “verificati” possono effettuare de- positi e prelievi in euro sul proprio conto in banca. Ci verifichia­mo: dobbiamo caricare sulla piattaform­a una copia del documento d’identità e la prova di residenza (va bene anche una bolletta). I primi documenti che inviamo vengono rigettati: le bollette sono datate. La seconda volta ci viene fatto notare che la scansione è di una carta di identità smarrita e denunciata. “Ci dispiace – dicono – non possiamo autorizzar­e le movimentaz­ioni bancarie”. Dobbiamo ricaricare la scansione del documento regolare insieme a un selfie: in mano, un cartello con una frase indicata da loro. La commission­e base è dello 0,2%, i canali Telegram di assistenza (italiano e inglese) sono sempre attivi. A giugno, la piattaform­a cercava nuovi collaborat­ori: le richieste di iscrizione erano così tante che hanno dovuto congelare le verifiche. LE SEDI. La sede di The Rock è a Malta. “Nasce nel 2007 – spiega Andrea Medri, cofondator­e della piattaform­a – era un hobby: ho conosciuto il mio socio Davide Barbieri in Second Life (un gioco virtuale una volta famoso, ndr). C’erano banche virtuali, negozi e servizi che servivano all’espansione di questo mondo altern at i v o”. Barbieri è un programmat­ore, i due si conosceran­no di persona solo dopo quattro anni. “Intanto decidemmo di creare una società all’interno di questo mondo che assicurava i depositi bancari in questi istituti virtuali. Era molto divertente”.

Poi, Second lifesi avvia al declino. “Lì dentro avevamo creato anche uno stock exchange virtuale per le società che si quotavano”. Partono da lì: nel 2011, inziano il trading in bitcoin e linden dollars, le monete di Second life. Nel 2013, fondano una vera società a Malta.

LE REGOLE. “Tutti chiedono perché a Malta. Semplice: c’è l’unica banca europea che ci ha preso”. Il sistema bancario ha paura di avvicinars­i a qualcosa di non ancora regolament­ato e certo. In Italia, poi, sono terrorizza­ti perché c’è la retroattiv­ità delle sanzioni. “È vero che è un paradiso fiscale, ma i nostri costi sono in Italia, la società di sviluppo è a Padova”. Nei mesi scorsi, la quarta direttiva dell’a nt i r i c ic la g g i o europea ha iniziato a dare una definizion­e degli obblighi per il trading in bitcoin. Il ministero del Tesoro ha recepito la direttiva e ha anche specificat­o che è necessaria una “licenza di cambiavalu­te virtuale”. Nessuno ha però definito ancora cosa si intenda per “virtuale”. Intanto The Rock cresce del 300 - 400% all’anno e nei prossimi mesi trasferirà tutti gli asset in Italia. “Abbiamo le nostre verifiche e il nostro sistema di antiricicl­aggio – spiega Medri – ma ci appoggiamo anche a una società che ha la licenza ed è un istituto registrato in Bankitalia. Sarebbe ideale un inquadrame­nto giuridico per società come la nostra”.

ACQUISTI. Con una parte dei Bitcoin proviamo a capire cosa potremmo comprare. Su Facebook cerchiamo chi accetta pagamenti in bitcoin. Michele offre la creazione di siti internet, Gabriele li accetta per il suo B&b. C’è chi li scambia per lezioni di piano, chi per lavori di grafica. Savino ha una ferrmanta online: “Li accettiamo da 3 anni”. Ma noi ce ne accorgiamo solo ora.

UNA VERA SOCIETÀ “Gestiamo compravend­ite A Malta c’è l’unica banca disposta a fare affari con noi perché il mercato non è ancora regolament­ato”

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Ansa Gli Atm Sopra, un bancomat per bitcoin in Portogallo. In alto, il numero uno di Jp Morgan, Jamie Dimon

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