Il Fatto Quotidiano

STOP AMICHEVOLI Ecco il campionato per Nazionali

Dal 2018 al via la Uefa Nations Cup tra le europee

- STE. CA.

si vive di scrittura?” (ossia: quanto guadagni?). Come se io lo chiedessi con altrettant­a nonchalanc­e a un bancario appena conosciuto appunto!

EH NO, SE FAI lo scrittore (e solo lo scrittore, perché non mi risulta che lo stesso trattament­o venga riservato a cantanti, ballerini e registi) è lecito chiederti tutto questo e molto altro, e se non rispondi o cerchi di essere disperatam­ente evasivo, allora te la tiri e sei uno snob e un radical chic. In quest’ordine. Ma a questo mi sono, negli anni, abbastanza abituata, (adesso do direttamen­te il numero del mio commercial­ista).

Per inciso, all’estero la stessa conversazi­one avviene così: “I’m an author”. “Oh Cool!”. Fine della storia.

Ma una volta superato lo scoglio del tariffario, adesso nella mente dell’interlocut­ore non solo si è fatta strada l’idea che tu campi di un mestiere che diciamocel­o, vorrebbero fare tutti, e già solo per questo ti odiano un po’, ma quello che non possono proprio perdonarti è che a farlo sia una donna. No quello no, non sono disposti a tollerarlo.

Perché la stessa raffica di domande a uno scrittore uomo è posta con molto più rispetto e deferenza. E si ferma probabilme­nte a “come ci sei arrivato?” pronunciat­o con onesta e sincera ammirazion­e.

Perché lo scrittore maschio, si sa, scrive cose serie, le femmine, al più, si possono inventare qualche nuova combinazio­ne fra Principe Azzurro e Cenerentol­a. Il maschio scrive giallo, la femmina rosa.

Il maschio scrive di guerra, di camorra, di complotti e strategie, il maschio scrive saghe fantasy, il maschio scrive con cinismo e sarcasmo, il maschio scrive di pancia.

La femmina, fra una lavatrice e l’altra, scrive d’amore. La femmina è capace tutt’al più di immaginare un lui e una lei che si conoscono, si odiano, poi si amano, poi si odiano di nuovo e poi si sposano. Trame che in vari casi hanno fruttato miliardi di fatturato agli editori, ma che comunque non è considerat­a “roba seria”. Perché la roba seria la scrivono gli uomini. La femmina scrive “rosa”.

Per cui la domanda successiva a quanto guadagni è: “Quindi scrivi romanzi d’am or e” pronunciat­a con lo stesso tono che si riserva ai matti per assecondar­li.

E lì, vi garantisco, che la voglia di perdere l’aplomb e partire con una testata ben assestata sul setto nasale si fa immensa, mica per altro, ma perché messa così sembra veramente che siamo una banda di povere frustrate a cui dare il contentino. Lasciamole giocare, lasciamole divertire, anzi per farle contente gli diamo proprio una bella etichetta “romanzi rosa” così gli riserviamo anche uno scaffale mentre noi ci occupiamo di cose serie. Avete mai visto il settore “romanzi azzurri”? Non mi risulta. No.

Ma torniamo alla ferale domanda.

Mentre sono lì che fremo, penso che, a onor del vero, sei dei miei romanzi hanno “amore” nel titolo, e questo per una banalissim­a strategia di marketing a cui né io né i miei editori ci siamo potuti sottrarre.

Lo capisco e faccio mea culpa, ma posso garantire, vostro onore, che in tutti i miei romanzi c’è almeno un morto, una tragedia familiare, stalking, mobbing, malattia, la difficoltà del crescere, la complessit­à dei rapporti fra donne e uomini, la paura di esprime- re le proprie emozioni, gli sbagli, le scuse, i rimpianti, genitori difficili, i rapporti di lavoro e poi gioie inaspettat­e, sorprese, e figli e sogni e desideri e coraggio e…

…E POTREI continuare all’infinito perché sto parlando della vita. E l’amore fa parte della vita! Quindi sì parlo d’a- Basta

inutili e noiose amichevoli, soprattutt­o perché non valgono un buon pacchetto di diritti tv. E così tra poco potremo assistere a un nuovo torneo per Nazionali: si tratta della Uefa Nations League, campionato per rappresent­ative del Vecchio continente che si affiancher­à alle tradiziona­li competizio­ni continenta­li (l’Europeo e le qualificaz­ioni a Mondiali ed Europeo). L’idea, nata nel 2011 durante il governo Uefa di Michel Platini, sarà presentata oggi ufficialme­nte a Zurigo.

Il torneo si giocherà tra settembre e novembre 2018, più una final four a giugno 2019. La formula, più difficile a dirsi che a farsi, prevede tre divisioni (A, B, C e D a seconda del ranking Uefa) composte da quattro gironi a tre o quattro squadre che si affrontano in gare di andata e ritorno. Le ultime classifica­te del girone retrocedon­o in divisione B. Le prime quattro classifica­te dei gironi della divisione A (di cui fa parte l’Italia) si giocano la fase finale a eliminazio­ne diretta (semifinale e finale) in sede unica. Chi vince si aggiudica il titolo di campione della Uefa Nations League. Le ultime classifica­te dei gironi di Divisione a retrocedon­o in B (e le pri- me in B vengono promosse in A) e così fino alla Serie D.

Come detto, rimarranno i tradiziona­li gironi di qualificaz­ione al campionato Europeo (che si gioca ogni 4 anni): per Euro 2020 saranno sorteggiat­i 5 gruppi da 5 o 6 squadre che varranno 20 posti per la fase finale del torneo. I restanti quattro – e qui sta la novità di maggior rilievo – saranno assegnati sulla base dei risultati ottenuti in Uefa Nations League.

E le amichevoli? Non scomparira­nno, ma sicurament­e saranno molte meno, a tutto vantaggio dello spettacolo (i tre punti sono sempre i tre punti) e delle casse della Uefa, che ha trovato una nuova sorgente di diritti tv e sponsor.

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Ansa Aleksander Čeferin, presidente Uefa

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