Il Fatto Quotidiano

“Siamo stanchi. E un disco è fuori dal tempo”

Il leader della Bandabardò: “Basta. Ci sono maggiori difficoltà con la vita comune”

- » FABRIZIA CAPUTO

Ventiquatt­ro anni di carriera, di musica e concerti in giro per il mondo. Dal 1993 la Bandabardò, gruppo rock folk fiorentino, regala ai suoi fan delle vere e proprie feste dal vivo, non concerti tradiziona­li. L’ultimo album, L’Improbabil­e è uscito nel 2014 e ancora impegna la band con date per l’Italia. Enrico Greppi, in arte Erriquez, voce e leader, racconta i mutamenti visti negli anni da sopra e sotto al palco.

Quali sono stati i cambiament­i delle generazion­i che vi ascoltano?

Da parte del pubblico poco, chiunque ci ascoltava aveva voglia di partecipaz­ione e i nostri concerti sono una festa. Adesso c’è anche il pubblico differente­mente giovane, vengono con i figlioli.

Un nuovo album?

Siamo un po’stanchi, fare un disco ci sembra fuori dal tempo.

Questione di pubblico? No, assolutame­nte. Ti cambia il mondo attorno e questi sono i risultati: sempre maggiori difficoltà con la vita comune. Il concetto della banda è quello di allegria e portare sorrisi. Prima ci sembrava normale oggi ci sembra da missionari.

E che farete? Preferiamo essere presenti sul territorio, come sempre. Ma la presenza discografi­ca per il momento si ferma qua. Che opinione avete dell’Italia di oggi?

Mi sembra di vivere in un Paese che aspetta la fine. Tutti chiedono un livello di reddito eccessivo rispetto alle reali possibilit­à. La ricchezza è distribuit­a in modo crudele, i soliti pochi straricchi con milioni di persone che galleggian­o. In una canzone cantavi: “Gli eroi non se ne vanno, io resto e manifesto”. Oggi?

Non abbiamo più eroi. Ora prediligo la persona silenziosa che passa ai fatti, come chi sta spalando via il fango dalla casa dei vicini oltre che pensare alla sua.

Anche le piazze spesso sono vuote.

“Non sono cavoli miei se tu hai perso il lavoro”, così è finito anche il senso dello sciopero che oggi ha un significat­o ridicolo: si fa una mezz’ora di non lavoro mentre altri assicurano la produzione. Quel concetto di collettivi­tà a cui vi ispirate?

Si è completame­nte perso. C’è una minoranza violenta e urlante che finisce per rap- presentare l’Italia. Se al Tg si sente che sono morti 10 bambini, gli italiani aspettano di sapere di che nazionalit­à sono perché il dramma allora non è uguale. Ma sempre bambini sono.

C’è una deriva razzista? Quando ti dicono che in Italia il problema sono i migranti allora io gli parlo di mafia, femminicid­io, di distruzion­e del territorio e dell’a mbiente. Un’Italia trattata in modo bestiale dagli italiani stessi.

Come titolerest­i una canzone che parli dell’Italia di oggi?

Quante ore ho? (ride). Credo lo abbia già fatto Battiato alla perfezione con “Povera Patria”.

Gli eroi di oggi sono le persone che passano all’azione Come chi spala il fango dalla casa del vicino

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Ansa Sul palco Enrico “Enriquez” Greppi della Bandabardò al concerto del 1° maggio in piazza San Giovanni a Roma
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