Il “fuoco amico” impallina Trump
“Franchi tiratori” repubblicani affossano la legge che doveva annullare la riforma sanitaria di Obama. L’ira del presidente contro i “voltagabbana” guidati dal senatore McCain
Non
bastassero i grattacapi sulla scena internazionale, fra cui le minacce di guerra della Nord Corea, e l’ombra del Russiagate con le nuove polemiche sull’utilizzo di account privati per spedire email ufficiali – la stessa accusa che lui mosse all’avversaria Hillary Clinton in occasione dell’emailgate – il presidente Donald Trump rimedia un'altra delusione sul fronte interno rispetto ad una delle sue battaglie elettorali principali, l’abolizione della riforma sanitaria del predecessore, conosciuta come Obamacare.
Il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha escluso di convocare il voto sull'ultima proposta del suo partito a causa della mancanza di sostegno nel suo schieramento politico. Il Gop ha registrato l’opposizione di tre senatori del partito, John McCain, Rand Paul e Susan Collins. I repubblicani hanno una maggioranza di 52 a 48 in Senato. La cancellazione della riforma con la legge Graham-Cassidy non ha trovato il sostegno necessario; avrebbe fatto perdere la copertura sanitaria a “milioni di america- ni” secondo i dati del Congressional Budget Office, l’organismo bipartisan incaricato di fornire studi economici al Congresso.
“Sono molto deluso da alcuni repubblicani” aveva detto Trump annusando l’ennesima batosta sull'argomento. La sua previsione peggiore si è avverata mentre centinaia di attivisti, fra cui disabili in sedia a rotelle, manifestavano al Congresso contro il nuovo tentativo dei repubblicani di abolire la riforma.
MOLTE PERSONE con handicap sono state allontanate con la forza dalla polizia e arrestate mentre chiedevano di non tagliare fondi alla sanità. Uno dei bersagli del presidente-magnate è stato il senatore McCain che aveva già mostrato più di una volta le sue perplessità sulla nuova riforma. “McCain ha completamente cambiato direzione rispetto a ciò che affermava” ha scritto Trump.
Al capo della Casa Bianca non rimane che rifarsi con la riforma fiscale che spera di por- tare a casa in pochi mesi. L’accordo raggiunto a suo tempo per evitare ripercussioni pesanti sui conti pubblici prevede tagli alle imposte per un massimo di 1.500 miliardi di dollari in dieci anni. Mentre l'’insieme delle misure proposte ammonta a oltre 5 mila miliardi. Ma il rischio che la riforma fiscale faccia la fine di quella sanitaria toglie il sonno a The Donald.
“Taglieremo enormemente le tasse per la classe media”, aveva dichiarato il presidente ma quello che si vede all’orizzonte è una mano tesa agli imprenditori con una riduzione dell’aliquota sui redditi dei più ricchi dal 39,6% al 35%, mentre quella sulle imprese dovrebbero crollare dal 35% al 20%. Tra le ipotesi anche un taglio al 15% dell’aliquota per tutte le società quotate in Borsa, comprese banche e fondi di investimento. Si pensa poi ad agevolazioni per le imprese che decidono di rimpatriare i guadagni fatti all’estero.
L’impasse del partito Sono bastati tre esponenti contrari per far abbandonare il progetto