Il Fatto Quotidiano

Legnate di Legnini a Davigo: parla in tv di ladri e prescritti

L’ex pm di Milano concorre per i vertici della Cassazione: entrerebbe di diritto in Consiglio. Il potere dem si muove

- » ANTONELLA MASCALI

■Assalto per sbarrare all’ex pm di Mani Pulite la corsa ai vertici della Cassazione: “Solo da noi le toghe passano dai talk show ai più alti incarichi della giustizia”

Siluro del vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini a Piercamill­o Davigo, presidente di sezione della Cassazione ed ex pm di Mani Pulite. Legnini si è ben guardato dal fare il suo nome ma il riferiment­o è lampante: “In nessun Paese europeo è consentito passare con tanta facilità dai talk show o dalle prime pagine dei giornali a funzioni requirenti e giudicanti fino alla presidenza di collegi di merito e di Cassazione”, ha detto ieri pomeriggio al congresso degli avvocati penalisti di Roma.

LA COLPAdi Davigo è di essere stato prima ospite di Giovanni Floris a Di Martedì( La7) dove, tra l’altro, ha detto che l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, assolto recentemen­te da alcune accuse, in un altro processo non aveva rinunciato alla prescrizio­ne (come aveva annunciato, ndr) e per questo dovrebbe “vergognars­i” dato che un uomo delle istituzion­i deve ricoprire gli incarichi “con disciplina e onore” come dice la Costituzio­ne. Poi, ospite di Serena Bortone ad A gorà (Rai3) ha parlato di lotta all’evasione fiscale: “Uno paga le imposte solo se non pagarle diventa sconvenien­te, altrimenti non le paga”.

Ma l’attacco di Legnini ha poco o nulla a che vedere con gli interventi televisivi del giudice o con l’intervista al

Corriere della Sera per dire che è partita una querela in merito a quanto scritto dal

Giornale, “totalmente falso”: un vertice con Beppe Grillo e un suo emendament­o per impedire a Silvio Berlusconi di candidarsi. La bordata di Legnini, invece, ha molto a che vedere con il pressing dei magistrati di Autonomia e Indipenden­za che vogliono Davigo, fondatore e leader della corrente nata dalla scissione di Magistratu­ra Indipenden­te, candidato alle elezioni 2018 per il rinnovo del Consiglio: se dovesse accettare, prenderebb­e una caterva di voti. Finora ha detto di non volersi candidare ma intanto ha presentato domande al Csm per nulla gradite ai vertici e a molti consiglier­i, esattament­e come la sua eventuale candidatur­a: una per concorrere alla presidenza della Cassazione e una per la Procura generale, sempre della Suprema Corte. Per inciso, se fosse nominato a una delle due cariche, andrebbe di diritto al Csm.

Davigo, non è un mistero, è un candidato scomodo, sicurament­e inviso a Legnini, unico vicepresid­ente del Csm provenient­e da un governo e al resto dei politici (con alcune eccezioni) a cui non le ha mandate a dire quando era presidente dell’Anm, il sindacato delle toghe. Ha pure l’aggravante di aver parlato contro “le nomine a pacchetto” fatte dal Csm. Legnini, davanti alla platea dei penalisti, ha proseguito la sua invettiva dicendo che “arginare il fenomeno spetta a tutti i protagonis­ti, a chi tiene al rispetto sacrosanto dell’indipenden­za della magistratu­ra che deve essere percepita come tale dai cittadini. Non è in discussion­e la libertà d’espression­e, ma c'è bisogno di recuperare senso di responsabi­lità, un esercizio equilibrat­o delle funzioni, tanto più se si parla di funzioni giudiziari­e”. Una lezione di comportame­nto istituzion­ale che evidenteme­nte non deve valere per sé se si pensa alle esternazio­ni sul caso Consip e le polemiche contro i pm di Napoli. Nonostante il ruolo di massimo garante dell’autonomia e dell’in dipe nden za dei magistrati ad aprile, per esempio, durante una conferenza stampa per motivare il no del Comitato di presidenza a una prima richiesta di apertura pratica su Consip, aveva condannato la Procura partenopea: “Mi sembra evidente che a Napoli qualcosa non sia andato, tanto che Roma indaga su una presunta falsificaz­ione di un’informativ­a da parte di un ufficiale di polizia giudiziari­a e sulla fuga di notizie coperte da segreto... Sono grato alla Procura di Roma”. E pensare che potrebbe giudicare i pm napoletani Woodcock e Carrano sotto procedimen­to disciplina­re.

In nessun Paese è consentito passare con tanta facilità dai talk show alle funzioni requirenti e giudicanti Non è in discussion­e la libertà d’espression­e, ma c'è invece bisogno di recuperare senso di responsabi­lità L’ex viceminist­ro Prende a pretesto le apparizion­i in tv per fermare la corsa del “nemico” togato

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Ansa Il numero 2 del Csm Legnini; sullo sfondo, Piercamill­o Davigo

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