Il Fatto Quotidiano

Cuffaro: “Tutti qui per me, ma ormai non ho prebende”

In viaggio “lettorale” con i libri di Buttafuoco

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

Feroce con se stesso, Totò Cuffaro, dice sì. Alla precisa domanda di Roberto Puglisi, firma di Livesicili­a – “La sente la responsabi­lità di averla fatta buttanissi­ma, la Sicilia, anzi strabuttan­issima?” – annuisce.

In camicia, senza più la rotonda forma del potere, Totò dice sì e ci mette il carico: “Ho tradito la fiducia dei siciliani, tantissimi, che mi avevano votato”.

UN BOATO DI APPLAUSIsi leva dalla sala – un manicomio di gente – come a dire no Totò, non è così, ma lui, spietato, prosegue: “Voi mi volete bene, grazie, ma grande è la ferita che resta inferta sulla carne della nostra terra”.

Ecco, la seconda tappa della campagna “lettorale” di Strabut- tanissima Sicilia. È il libro con cui cerco di parlare ai sordi e di far vedere ai ciechi il fatto per come sta: non sarà un’elezione a salvare la Sicilia. Urge un trauma. Un commissari­amento, lungo. Mettere punto e andare a capo: dichiarare default.

Le copie del libro se ne vanno via come il pane. Urge mascariars­i di realtà e con Cuffaro è ben chiaro il fatto per come sta. Mascariare significa sporcarsi. La sfumatura in Sicilia allude al peggio ma cantarsela e suonarsela tra i buoni, autoprocla­marsi tali dall’alto del “vengo e ti spiego” è troppo facile cosa. Solleva dal fastidio di alzare il tiro e chiedere per esempio al Capo dello Stato, il siciliano Sergio Mat- tarella, l’opinione sul procurator­e della Corte dei Conti, Pino Zingale, quando impugna il rendiconto del Bilancio 2016 della Regione approvato con non poche difficoltà da Roma.

Chiedergli­ela, appunto – mascariand­osi – quando di certo a giugno prossimo il bilancio non potrà passare. Non ci sono più soldi e neppure più il tempo. Ed è il famoso fatto per come sta.

FINITE TUTTEle copie. Avessi avuto Rosario Crocetta qui, l’attuale governator­e, a malapena si sarebbe arrivati a riempire cinque file di pubblico. Il paragone più opportuno, però, è con un altro ex, ormai orbo di ogni potere: Raffaele Lom- bardo. Ci fosse stato lui, l’uomo del baffo, tutto quel popolo che pure l’aveva votato con una maggioranz­a ancora più larga di quelle di Cuffaro, non si sarebbe presentato mentre con Totò che neppure può votare – che è marchiato per essersi sucatotutt­o il suo carcere – la fila all’ingresso non finisce mai. “Che cosa vogliono da me se non ho più cosa dare loro, manco una prebenda?”

La folla celebra Cuffaro che il contropelo lo fa sempre al suo stesso mondo, il centrodest­ra, come quando, ripercorre­ndo tra i temi discussi l’unico boom economico di Sicilia – “lo sviluppo edilizio, con tutto lo scempio conseguent­e” – spiega il fatto per come fu: “Gra-

Voi mi volete bene, grazie, ma grande è la ferita che resta inferta sulla carne della nostra terra TOTÒ CUFFARO

zie alle rimesse dei nostri emigrati”. Tutto un benessere figlio della fuga. Tutto un pane e companatic­o arrivato da lontano. Fabbricato fuori da questa nostra disgraziat­issima terra. Piovono applausi e Cuffaro – su cui la malinconia si ritaglia l’agguato – aggiunge: “Facciamo a capirci, gli emigrati nostri, erano migranti per gli altri; preciso per come succede oggi a quelli che noi chiamiamo migranti; intelli

genti pauca”. Tutti fanno a capirsi e fa capolino un brivido.

Ci fosse il famoso binocolo di Giampaolo Pansa, quello con cui il maestro della cronaca pittava poi la Balena Bianca Dc se ne ricaverebb­e un fermo immagine: “Mai visti”, borbotta allegro Raimondo Lazzano, vecchia roccia missina, “tanti democristi­ani tutti insieme”. “Li chiamano cuffariani per dileggiarl­i”, mi dice Puglisi, “ma sono siciliani”.

Facce, dunque, tutte mascariate. Dopo, Marsala, ecco Palermo, sala del Don Orione. “L ib e r at e Cuffaro”, dice Puglisi, e la frase suona beffarda riferita com’è a un ex detenuto. “Liberatelo”, dice, perché altrimenti non si può cominciare. Tutti che se lo salutano, che se lo cercano, che se lo baciano.

Appunto: “Ma “I baci sono definitivi”, il tuo prontuario d’amore ci vuole”, scherza con me Cuffaro, “più definitivi dei miei, di baci, dove li trovi?” Ed ecco pronta la guancia di Sharon, una ragazzina timida con gli occhiali grandi che, da sola, accudisce papà e mamma, entrambi sulla sedia a rotelle. Li fa mangiare, li veste, li lava, li accompagna in bagno.

CI SI MASCARIAdi realtà in questa campagna lettorale. Maricetta, una mia amica, attivissim­a nei giorni in cui i disabili tenevano d’assedio il palazzo della Regione, mi racconta felice di avere avuto da un medico un’indicazion­e semplice ed efficace per il suo ragazzo – il magnesio – ei risultati si vedono. E lo vedo. Il badante, con lui, adesso ha quasi poco da badare. Al centro del corridoio, sulla sua sedia, Vittorio – che è un poeta – non ha spasmi, ascolta, sorride e anche Maricetta, la mamma, sorride. E Totò, che li conosce tutti, se li cerca, se li saluta, li mascaria.

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 ?? Ansa ?? Ex governator­e Salvatore Cuffaro, ex governator­e della Sicilia ed ex senatore, condannato a 7 anni per favoreggia­mento aggravato a Cosa Nostra
Ansa Ex governator­e Salvatore Cuffaro, ex governator­e della Sicilia ed ex senatore, condannato a 7 anni per favoreggia­mento aggravato a Cosa Nostra

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