Il Fatto Quotidiano

Ultima porcata: fino a 6 pluricandi­dature

Ritirato l’abbassamen­to della soglia per essere eletti in Senato chiesto da Ap (Forza Italia contraria), ma passa la norma che permette di candidarsi contempora­neamente 6 volte

- » WANDA MARRA

Il Rosatellum 2.0 arriva alla prova dell’aula: la Commission­e Affari costituzio­nali della Camera stamattina finirà i suoi lavori, dopo aver aumentato le multicandi­dature, ma aver respinto la richiesta di Alfano di abbassare la soglia per entrare in Parlamento. Intanto, ieri la direzione del Pd ha votato all’unanimità la relazione di Matteo Renzi, dandogli mandato per andare avanti con questo sistema. Al tavolo del Nazareno con Renzi c’era pure Paolo Gentiloni: l’ipotesi di approvare la legge elettorale con la fiducia è ancora tra le opzioni.

DOPO I LAVORI della Commission­e, l’impianto del Rosatellum resta sostanzial­mente quello iniziale, con qualche forzatura ulteriore che aumenta il controllo sui futuri “nominati”: prevede un terzo dei parlamenta­ri eletti con un sistema di collegi uninominal­i, tutti gli altri con un sistema proporzion­ale in listini bloccati. Una soglia fissata al 3%, un’unica scheda elettorale e un unico voto, coalizioni nazionali. Ieri gli alfaniani di Ap hanno ritirato i due emendament­i che interveniv­ano sulla soglia per l’accesso in Senato, dopo che il relatore Emanuele Fiano aveva dato parere negativo: chiedevano che la soglia a Palazzo Madama fosse il 3% in tre regioni e non in tutto il Paese. La norma avrebbe favorito ancora di più gli aggregator­i locali delle liste civetta (i cui voti - se superano l’1% - vanno alla coalizione), ma il cosiddetto “salva Alfano” alla fine è sparito dal tavolo. Maurizio Lupi, in ogni caso, ha ribadito che per lui Ap deve cominciare a valutare l’ipotesi di “presentars­i da sola” alle Politiche.

Ieri la Commission­e ha invece approvato un emendament­o, presentato da Fiano, che porta le mul- ticandidat­ure da 3 a 5, voluto dai centristi: questo significa che la stessa persona si può presentare in un collegio uninominal­e e in 5 plurinomin­ali. In caso di elezione multipla, prevale l’uninominal­e, mentre tra i plurinomin­ali si dovrà optare per quello in cui la propria lista ha ottenuto meno voti. Un modo per “blindare” ulteriorme­nte i prescelti. Il Pd ha anche dato un contentino a Mdp sulla raccolta firme per presentars­i alle elezioni: in sostanza il testo “estende l’esenzione dalla raccolta firme ai gruppi” (come i bersaniani) che si sono costituiti entro il 15 aprile 2017. Passato anche un altro emendament­o che prevede di ridurre della metà la raccolta delle firme anche per le liste nuove. Approvata infine una modifica rende ineleggibi­li nella circoscriz­ione esteri, quegli italiani con doppia cittadinan­za che abbiano ricoperto cariche politiche o di governo, nella magistratu­ra o nelle Forze armate del Paese in cui sono emigrati.

NEI GIORNI SCORSI, in Commission­e erano state bocciate tutte le modifiche che volevano invece introdurre le preferenze e quelle per permettere il voto disgiunto. Ed è stato diminuito il numero dei collegi plurinomin­ali e aumentato il controllo dei partiti sugli eletti nei listini bloccati.

POI C’È IL CASO Minniti. Il M5S denuncia che il ministero dell’Interno, cui è delegato il disegno dei collegi, potrebbe ricorrere al cosiddetto jerrymande­ring , cioè la loro perimetraz­ione in modo tale da avvantaggi­are la propria parte politica (il Pd). All’attacco grillino, ha replicato Fiano: “Diffido dal ricorrere alla calunnia”.

Quanto a Renzi, in Direzione ha chiarito che “il Pd è il baricentro ma con il Rosatellum serve una coalizione più ampia” e ha sostenuto che “i nostri avversari che non sono quelli che se ne sono andati via da qui”. Se il Rosatellum diventa legge, Renzi cercherà di portare dalla sua parte tutti i pezzi di sinistra che riesce a staccare da D’Alema e Bersani.

Non resta che aspettare i voti segreti di Montecitor­io. Attenziona­ti quelli sulle preferenze. Tutti coloro che rischiano di non avere un posto sicuro potrebbero affossare la legge: ci vogliono un centinaio di franchi tiratori. Solo nel Pd ne contano una quarantina. E mezza FI è sul piede di guerra. Entro una settimana, come che sia, sarà tutto finito.

L’arma fine del mondo Nel Pd si lascia intendere che sul Rosatellum verrà posta la fiducia: addio voti segreti e “traditori”

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Dibattito in commission­e I deputati Pd Emanuele Fiano (relatore) e Ivan Ferrari Ansa

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