Il Fatto Quotidiano

SINISTRA DIVISA DALLA A ALLA Z

Frazionism­o Dal marxismo-dalemismo all’insostenib­ile leggerezza di Pisapia. Aspettando il Godot del Senato, cioè Grasso futuro leader

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Forse l’interminab­ile soap opera Pal las, protagonis­ta Giuliano Pisapia, è giunta all’epilogo l’altra sera in un dibattito a Ravenna. Il paziente Bersani gli ha dato un mese e mezzo per decidere (ancora!) e l’ex sindaco di Milano ha replicato di preferire la poligamia in politica. Fedele alla sinistra antirenzia­na ma anche a Renzi stesso. Impossibil­e. Questo è il dizionario per orientarsi nelle prossime puntate. Antirenzis­mo

. È il sacro discrimine di tutta la battaglia in corso. A differenza di Pisapia e dei pisapiani, Articolo 1 e gli altri cespugli di sinistra consideran­o impensabil­e allearsi con il Pd, almeno finché c’è Renzi.

Bersani

. Le sue truppe formano la macchina della Ditta superstite di Articolo 1-Mdp. Bersani è il leader ideale di una lista unitaria di sinistra ma si è riservato questa opzione come extrema ratio. E adesso che forse è cominciato il post- Pisapia, si spera in Pietro Grasso (vedi alla voce G)

Campo

Progressis­ta. È l’epico nome del raggruppam­ento messo su da Pisapia, alquanto eterogeneo e di una leggerezza insostenib­ile. Ci sono notabili dc del sud (tipo Sanza e Pisacane), l’immarcesci­bile Tabacci, un po’ di ceto politico dell’ex Sel (Ferrara e Furfaro), il prodiano Gad Lerner.

D’Alema.

È il “cattivo” accusato in ogni occasione dai “b uo ni ” di Campo Progressis­ta. L’ex premier non ha però ruoli operativi ed elabora il ritorno della sinistra alle sue origini. È il marxismo-dalemismo. Entrismo.

Gli entristi al tempo del Pd renziano sono gli ex berlusconi­ani Angelino Alfano e Denis Verdini: sono loro che da dentro la maggioranz­a di governo hanno contribuit­o alla mutazione genetica dei democratic­i. Senza dimenticar­e l’inclinazio­ne passata al “renzusconi­smo” del patto del Nazareno. Frazion

i . A sinistra del Pd, oltre ad Articolo 1, ci sono Sinistra Italiana di Fratoianni, Possibile di Civati, i “civici” di Montanari e Falcone, Rifondazio­ne comunista. Grasso .Il presidente del Senato ha ricevuto un’investitur­a sul campo (con la minuscola) alla festa nazionale di Articolo 1: per lui solo ovazioni e applausi. Le autorevoli voci di dentro della Ditta riferiscon­o: “Con lui abbiamo già parlato ed è d’accordo, bisogna solo aspettare la fine della legislatur­a, Grasso è la seconda carica dello Stato e non può esporsi subito”. È lui il volto del post-Pisapia?

Hasta la sconfitta siempre. Ideo logia. Dopo l’ infausto ventennio breve del blairismo, la sinistra antirenzia­na riscopre le seguenti parole: sfruttamen­to, diseguagli­anza, redistribu­zione della ricchezza, Stato sociale. Adesso i riferiment­i sono il francese Mélenchon, il britannico Corbyn, la teutonica Linke. Liberismo.

Il nuovo male assoluto, sempre a sinistra di Renzi.

Ma ssima listi. Da sempre contrappos­ti ai riformisti. È la sinistra radicale. Nell’arcipelago alternativ­o al Pd ci sono due tendenze: c’è chi propugna una Cosa Rossa e chi un nuovo centrosini­stra ulivista.

Na politano . L’emerito Giorgio, al Quirinale per nove anni, è l’ispiratore della strategia antirenzia­na all’interno del Pd, considerat­a da molti, in particolar­e da D’Alema, come perdente. In pratica, Orlando e Franceschi­ni aspettano la sconfitta alle regionali siciliane del 5 novembre per la congiura contro il segretario. Dentro Articolo 1 nutrono però pochissime speranze di successo: “Sarà Renzi a gestire le elezioni politiche”.

Odio. È la categoria più gettonata nelle cronache di questa soap opera. Per la serie: Renzi odia D’Alema e D’Alema odia Renzi.

Prodi . Il Professore già Premier è l’ingombrant­e spettro che aleggia sulla trincea divisa del centrosini­stra. Munito di una tenda mobilissim­a, ciò gli consente di coltivare il dono dell’ubiquità se non della bilocazion­e. Ieri al telefono con Renzi, l’altro giorno a ragionare con Enrico Letta e Napolitano su un centrosini­stra diverso con a capo Gentiloni. I suoi veri pensieri sono un enigma.

Quo rum. Le fortune della nuova sinistra dipenderan­no anche dalla nuova legge elettorale, se mai ci sarà, e dalle soglie di sbarrament­o. Il fatidico quorum. Ad Articolo 1 il Rosatellum non piace ed è per questo che già c’è stato l’annuncio, a mo’ di minaccia per il Pd, che i demoprogre­ssisti presentera­nno candidati propri in tutti i collegi. Renzi.

A ben vedere i suoi avversari sono ovunque, dentro e fuori il Pd. È il tappo che non salta, a differenza del Fanfani che perse il referendum sul divorzio nel 1974. Ha trasformat­o il Pd in un partito liberista e amico dei ricchi, per citare la Ditta, e vuole resistere fino alle elezioni politiche.

Speranza . È Roberto, giovane virgulto demoprogre­ssista, prediletto di Bersani ma da sempre attento ascoltator­e di D’Alema.

Tabacci . Ha fondato il Centro democratic­o ed è un pilastro di Campo Progressis­ta. Di più. Il democristi­ano Bruno Tabacci è il supremo cu-

ANTIRENZIS­MO È il discrimine della battaglia in corso: Articolo 1 e gli altri cespugli vogliono una lista unitaria alternativ­a ai dem

CAMPO PROGRESSIS­TA È la formazione dalle ignote dimensioni dell’ex sindaco di Milano: con lui notabili dc, prodiani e fuoriuscit­i di Sel

stode del pisapiismo e lo difende dalle incursioni del fuoco amico di Articolo 1. Quando Pisapia ondeggia più del solito e gli altri s’incazzano, tocca a Tabacci ristabilir­e l’or todossia del pisapiismo, fenomeno dai contenuti ignoti. Ul iv is m o. Sinonimo di “centrosini­stra più largo”. Le formule sono varie ma sembra impossibil­e realizzarl­o con Renzi segretario e candidato premier allo stesso tempo. Per la serie: un altro Pd è possibile con Gentiloni o Delrio, persino con Minniti. A quel punto le carte si mescolereb­bero un’a lt r a volta. Non solo. Comincia a prendere quota, sia nel Pd sia nella sinistra, l’ipotesi di un “governo del presidente” dopo le elezioni, in mancanza di vincitori.

Veltroni . Festeggerà i dieci anni del Pd il prossimo 14 ottobre, una cerimonia a metà tra le esequie e una prima comunione, insieme con Renzi e Gentiloni. All’uopo gli è stata finanche concessa una stanza al Nazareno, dove è ubicata la sede nazionale del Pd a Roma. Con Veltroni redivivo il quadro è completo. Non manca nessuno in questa battaglia campale: Napolitano, Bersani, D’Alema.

Zdanovismo . D’Alema accusa Renzi di avere dalla sua parte “una propaganda da stampa di regime”. E lo Zdanov – ideologo dello stalinismo – più autorevole schierato con il segretario del Pd sarebbe il gruppo editoriale di Stampa e Repubblica, con la benedizion­e di De Benedetti e degli Agnelli.

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I due volti inconcilia­bili dell’ex sindaco di Milano: sopra, con i compagni della Ditta; sotto, abbraccia la Boschi
Pizzi/Ansa Pisapia 1 a Pisapia 2 I due volti inconcilia­bili dell’ex sindaco di Milano: sopra, con i compagni della Ditta; sotto, abbraccia la Boschi
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DARIO FRANCESCHI­NI Democratic­o volubile
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MATTEO RENZI Segretario isolato del Pd
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GIORGIO NAPOLITANO Presidente emerito

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