Stalking e mancette La legge cambierà, ma ci vorranno mesi
Riparazione La riforma che estingue il reato con un risarcimento (1.500 euro a Torino) sarà modificata. Intanto continua a far danni
L’emendamento che mira a cancellare le misure riparatorie per il reato di stalking c’è già e ha anche il parere favorevole del ministero della Giustizia. Arriva però in ritardo: inserito nel ddl sugli orfani dei crimini domestici, andrà in discussione in commissione al Senato la settimana prossima (martedì) ma finché diventi legge passeranno almeno altri due mesi. Intanto, si continuerà ad applicare la norma esistente: il 2 ottobre, una sentenza del tribunale di Torino ha stabilito l’estinzione del reato di stalking per un 39enne dietro l’offerta di versamento riparatorio di 1.500 euro (peraltro rifiutati dalla vittima 25enne). Ieri, la Procura generale del Piemonte ha deciso di impugnare il provvedimento. Una situazione che è il frutto del pasticcio legislativo per cui a luglio Gennaro Migliore, sottosegretario del alla Giustizia, aveva parlato di allarmismo ingiustificato e “fake news”. Lo stesso Migliore che ieri, su Twitter, si è scusato e ha ammesso: “Ho sbagliato”.
DALL’INIZIO. Il cortocircuito è nella riforma del processo penale che è entrata in vigore il 3 agosto. In particolare, è nell’articolo 162 ter: “Estinzione del reato per condotte riparatorie”. La norma si riferisce a tutte le categorie dei reati perseguibili a querela e ha conseguenze assurde per lo stalking. Prevede, infatti, che nei casi di procedibilità a querela soggetta a remissione, il giudice possa dichiarare estinto il reato quando, dopo aver sentito le parti, reputi che l’imputato abbia “riparato interamente” e prima del processo, il danno che ha causato, con “restituzioni o risarcimento” e abbia “eliminato, ove possibile, le conseguenze”. Risarcimento che può essere riconosciuto dal giudice anche qualora la persona offesa dovesse essere contraria. Soprattutto, anche qualora non volesse ritirare la denuncia. E il reato di stalking è procedibile a querela e in alcuni casi ne prevede il ritiro.
In estate, i relatori della legge (in primis la deputata dem Donatella Ferranti) sostennero che si trattava di un articolo che non riguardava le condotte gravi di violenza e di minaccia. Per quelle, infatti, la legge sul femminicidio del 2013 ha introdotto la irrevocabilità della denuncia per i casi più gravi di stalking. Parlarono di una pletora di “molestie meno gravi”. Esperti, avvocati e statistiche fecero rilevare che proprio quelle molestie definite “meno gravi” sono la maggior parte dei casi di stalking in Italia e sono il preludio ai femminicidi. A luglio, il ministro della Giustizia, Andrea Or- lando, aveva assicurato che la situazione sarebbe stata risolta. Si parlò di un emendamento da inserire in un veicolo legislativo, si ipotizzò fosse quello sugli orfani di femminicidio o sulla prostituzione minorile. Detto, fatto: l’e- mendamento viene presentato il 13 settembre dalla senatrice dem Francesca Puglisi al ddl sugli orfani e prevede che le disposizioni del 162 ter non si applichino ai casi di cui all’articolo 612 bis (atti persecutori e stalking).
IN DISCUSSIONE, però, arriva in ritardo dopo, ad esempio, l’approvazione della riforma sulla crisi di impresa in Commissione Giustizia, quello sui fondi ai piccoli Comuni e quello sulla graduale superamento degli spettacoli con gli animali esotici al circo, in aula : nonostante le pressioni del presidente Pietro Grasso, il ddl sugli orfani di femminicidio ha subito una battuta d’arresto per quello che la referente Monica Cirinnà definisce “ostruzionismo” di Forza Italia. I senatori forzisti chiedono che il provvedimento sia esteso agli orfani di tutti i tipi di omicidio volontario. “Si è passati dalla discussione in sede deliberante (la commissione delibera sull’intero procedimento, senza sottoporlo all’aula, ndr) a quella in sede referente – spiega la Cirinnà –: una decisione che non solo rischia di snaturare il provvedimento, ma che lo rallenta. Martedì darò i pareri agli emendamenti e credo che, nonostante serviranno diverse sedute, lo porteremo presto in aula”. Ma non prima del 25 novembre. Assente, invece, l’ipotesi che era circolata poco dopo la polemica estiva: modificare completamente la legge sullo stalking rendendo il reato perseguibile d’ufficio. Anche così, il caos del ddl Orlando sarebbe stato risolto.
Ritardi e priorità Orlando promette, Migliore si scusa. Perfino le regole sui circhi sono arrivate più in fretta