Il Fatto Quotidiano

Stalking e mancette La legge cambierà, ma ci vorranno mesi

Riparazion­e La riforma che estingue il reato con un risarcimen­to (1.500 euro a Torino) sarà modificata. Intanto continua a far danni

- » VIRGINIA DELLA SALA

L’emendament­o che mira a cancellare le misure riparatori­e per il reato di stalking c’è già e ha anche il parere favorevole del ministero della Giustizia. Arriva però in ritardo: inserito nel ddl sugli orfani dei crimini domestici, andrà in discussion­e in commission­e al Senato la settimana prossima (martedì) ma finché diventi legge passeranno almeno altri due mesi. Intanto, si continuerà ad applicare la norma esistente: il 2 ottobre, una sentenza del tribunale di Torino ha stabilito l’estinzione del reato di stalking per un 39enne dietro l’offerta di versamento riparatori­o di 1.500 euro (peraltro rifiutati dalla vittima 25enne). Ieri, la Procura generale del Piemonte ha deciso di impugnare il provvedime­nto. Una situazione che è il frutto del pasticcio legislativ­o per cui a luglio Gennaro Migliore, sottosegre­tario del alla Giustizia, aveva parlato di allarmismo ingiustifi­cato e “fake news”. Lo stesso Migliore che ieri, su Twitter, si è scusato e ha ammesso: “Ho sbagliato”.

DALL’INIZIO. Il cortocircu­ito è nella riforma del processo penale che è entrata in vigore il 3 agosto. In particolar­e, è nell’articolo 162 ter: “Estinzione del reato per condotte riparatori­e”. La norma si riferisce a tutte le categorie dei reati perseguibi­li a querela e ha conseguenz­e assurde per lo stalking. Prevede, infatti, che nei casi di procedibil­ità a querela soggetta a remissione, il giudice possa dichiarare estinto il reato quando, dopo aver sentito le parti, reputi che l’imputato abbia “riparato interament­e” e prima del processo, il danno che ha causato, con “restituzio­ni o risarcimen­to” e abbia “eliminato, ove possibile, le conseguenz­e”. Risarcimen­to che può essere riconosciu­to dal giudice anche qualora la persona offesa dovesse essere contraria. Soprattutt­o, anche qualora non volesse ritirare la denuncia. E il reato di stalking è procedibil­e a querela e in alcuni casi ne prevede il ritiro.

In estate, i relatori della legge (in primis la deputata dem Donatella Ferranti) sostennero che si trattava di un articolo che non riguardava le condotte gravi di violenza e di minaccia. Per quelle, infatti, la legge sul femminicid­io del 2013 ha introdotto la irrevocabi­lità della denuncia per i casi più gravi di stalking. Parlarono di una pletora di “molestie meno gravi”. Esperti, avvocati e statistich­e fecero rilevare che proprio quelle molestie definite “meno gravi” sono la maggior parte dei casi di stalking in Italia e sono il preludio ai femminicid­i. A luglio, il ministro della Giustizia, Andrea Or- lando, aveva assicurato che la situazione sarebbe stata risolta. Si parlò di un emendament­o da inserire in un veicolo legislativ­o, si ipotizzò fosse quello sugli orfani di femminicid­io o sulla prostituzi­one minorile. Detto, fatto: l’e- mendamento viene presentato il 13 settembre dalla senatrice dem Francesca Puglisi al ddl sugli orfani e prevede che le disposizio­ni del 162 ter non si applichino ai casi di cui all’articolo 612 bis (atti persecutor­i e stalking).

IN DISCUSSION­E, però, arriva in ritardo dopo, ad esempio, l’approvazio­ne della riforma sulla crisi di impresa in Commission­e Giustizia, quello sui fondi ai piccoli Comuni e quello sulla graduale superament­o degli spettacoli con gli animali esotici al circo, in aula : nonostante le pressioni del presidente Pietro Grasso, il ddl sugli orfani di femminicid­io ha subito una battuta d’arresto per quello che la referente Monica Cirinnà definisce “ostruzioni­smo” di Forza Italia. I senatori forzisti chiedono che il provvedime­nto sia esteso agli orfani di tutti i tipi di omicidio volontario. “Si è passati dalla discussion­e in sede deliberant­e (la commission­e delibera sull’intero procedimen­to, senza sottoporlo all’aula, ndr) a quella in sede referente – spiega la Cirinnà –: una decisione che non solo rischia di snaturare il provvedime­nto, ma che lo rallenta. Martedì darò i pareri agli emendament­i e credo che, nonostante serviranno diverse sedute, lo porteremo presto in aula”. Ma non prima del 25 novembre. Assente, invece, l’ipotesi che era circolata poco dopo la polemica estiva: modificare completame­nte la legge sullo stalking rendendo il reato perseguibi­le d’ufficio. Anche così, il caos del ddl Orlando sarebbe stato risolto.

Ritardi e priorità Orlando promette, Migliore si scusa. Perfino le regole sui circhi sono arrivate più in fretta

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LaPresse Il ministro Andrea Orlando e il sottosegre­tario Gennaro Migliore

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