Derby Madrid-Barcellona: scuse, mediazioni e fughe
Banche e aziende lasciano la Catalogna. Il governo spagnolo ammette gli eccessi della polizia. La Svizzera, l’ex premier Zapatero, Obama e i tentativi di dialogo
Il giorno dopo la sospensione della sessione plenaria del Parlamento catalano che si sarebbe dovuta tenere lunedì da parte del Tribunal Co nst itu cio na l, il presidente Puigdemont ha chiesto di essere audito dal Parlament sulla situazione politica catalana il giorno dopo, martedì, e così la presidenza si è riunita e ha convocato l’assise parlamentare. Nel pomeriggio, alle ore 18, suscitando più di una perplessità nell’opposizione che teme che la riunione serva per dichiarare l’indipendenza unilateralmente. Ma c’è discussione nell’area indipendentista, sarebbe soprattutto il Partit Democràtico de Catalunya, partito di Puigdemont, a non considerare opportuna una dichiarazione unilaterale in un momento in cui, da parte catalana, si sta in tutti i modi ricercando la via del dialogo.
E C’È STATA POLEMICAsul titolo dell’intervista rilasciata da Artur Mas al Financial Times, “La Catalogna non è preparata per l’indipendenza reale”, che lo stesso quotidiano si è mostrato disponibile a cambiare. In realtà Mas affermava che ancora non c’è tutto quello che è necessario perché l’indipendenza, oltre a essere proclamata, sia effettiva.
I tentativi per aprire un tavolo tra governo spagnolo e governo catalano si moltiplicano col passare delle ore. Molti sono i soggetti che si propongono come mediatori (voci anche su l’ex premier Zapatero, addirittura l’ex presidente Usa Obama), sono entità nazionali, oppure internazionali, come ong o governi di altri Stati. E’ il caso del governo della Svizzera, come rife- rito da fonti interne alla Radio Televisione Svizzera: attraverso il suo dipartimento generale degli Affari esteri, si è infatti detto disponibile a fare da mediatore nel conflitto, confermando che sono in corso contatti con entrambi i governi. Anche se per il momento non ci sarebbero le condizioni, perché il presupposto è che ci sia la volontà di entrambe le parti nel richiedere la mediazione. Esperti di mediazioni internazionali dicono infatti che ci può essere una mediazione solo nel caso in cui ci sia un riconoscimento reciproco di legittimità della proposta dell’altro. A NESSUNO STATO in realtà piace l’internazionalizzazione di un conflitto interno. Nei conflitti complessi che hanno bisogno di soluzioni articolate come il caso in esame, suggeriscono, il clima deve esprimere una volontà rea- le di negoziato, anche abbandonando il linguaggio dello scontro.
Ieri si è spostata dal territorio catalano anche CaixaBank, che ha deciso di andarsene temporaneamente a Valencia. Le ragioni sarebbero le stesse che hanno mosso la banca Sabadell il giorno prima, garantire la copertura della Banca centrale europea. Il volume di affari di CaixaBank in Catalogna è del 25%. Si tratta di trasferimenti temporanei, insiste il vicepresidente del governo catalano Junqueras, su cui ha agito una pressione del governo spagnolo che ha approvato il decreto legge per facilitare l’u s c it a delle imprese dalla Catalogna. Ma ieri anche Gas Natural Fenosa ha deciso di spostarsi e questa volta a Madrid, mentre il gruppo Abertis ci starebbe pensando.
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