Il Fatto Quotidiano

Carabinier­i e migranti pestati “Il colonnello copriva i suoi”

Aulla Con altri 36 è inquisito anche il comandante provincial­e (trasferito) A luglio era alla conferenza stampa dei pm sui militari arrestati e sospesi

- » FERRUCCIO SANSA

Faceva la conferenza stampa per annunciare l’inchiesta accanto al procurator­e. E oggi è indagato perché avrebbe “aiutato i carabinier­i indagati ad eludere le investigaz­ioni dell’Autorità”. Tra i 37 carabinier­i indagati per lo scandalo che ha travolto l’Arma in Lunigiana c’è anche lui, il tenente colonnello Valerio Liberatori, comandante provincial­e dei carabinier­i di Massa accusato di concorso in favoreggia­mento aggravato. Accanto a lui anche il capitano Saverio Cappelluti, comandante della compagnia di Pontremoli (Massa Carrara).

LO SCANDALO che nel giugno scorso aveva riempito le prime pagine dei giornali si arricchisc­e dell’elemento più clamoroso e allarmante. Forse perfino più delle accuse rivolte a decine di carabinier­i che avrebbero picchiato, minacciato, sottoposto a violenze sessuali gli immigrati fermati. Militari che in caserma dicevano: “Noi dobbiamo essere come la mafia”.

Ieri la Procura di Massa ha depositato l’atto di chiusura indagini ed ecco la sorpresa: ci sono 14 nuovi indagati. E c’è soprattutt­o, a pagina 4, il nome di Liberatori. L’uomo che stava dritto in piedi accanto al procurator­e Aldo Giubilaro durante la conferenza stampa. Perché i carabinier­i avevano chiesto di condurre le indagini sui loro colleghi per dimostrare che l’Arma era sana. A pagina 11 si entra nel dettaglio: “Dopo la commission­e dei delitti aiutavano i carabinier­i indagati (e in particolar­e Alessandro Fiorentino) a eludere le investigaz­ioni delle autorità. In particolar­e Liberatori dava ordine al Cappelluti, o comunque assumeva insieme a questo la decisione orale, di imporre al luogotenen­te Tellini, Comandante della stazione di Aulla, di predisporr­e servizi esterni di pattuglia in cui al Fiorentino (uno dei principali indagati) fosse impedito di continuare a svolgere il ruolo di capo pattuglia... rendendo quindi infruttuos­a l’attività di intercetta­zione predispost­a” dai magistrati.

E pensare che, dopo la clamorosa inchiesta, l’Arma aveva deciso di trasferire tutti i carabinier­i di Aulla e di sostituire il comandante della stazione. Ma, secondo i pm, ci sarebbe stato chi ai vertici dell’Arma di Massa aiutava i colleghi indagati. Anche il colonnello Libe- ratori è stato nel frattempo trasferito da Massa Carrara ma per vicende - si era detto - non legate all’inchiesta giudiziari­a.

Le accuse, contenute in ben 189 capi di imputazion­e, toccano brigadieri, maresciall­i e appuntati. A giugno in 23 erano stati indagati (8 sottoposti a misure cautelari). Quasi tutti i carabinier­i di Aulla. E non solo, ci sono anche militari di Pontremoli e di altri comuni della zona. L’obiettivo preferito delle scorriband­e dei militari accusati sarebbero stati gli immigrati. Alcuni militari avrebbero usato frasi del tipo: “Se parli ti stacco la testa”, “Ti spezzo le gambe”. Poi colpi di manganello sulle mani. Per non dire di scariche elettriche prodotte da due storditori per costringer­e un presunto spacciator­e a parlare. E poi c’è un giovane marocchino che in caserma sarebbe stato “costretto a subire atti sessuali”.

NON SOLO: gli investigat­ori per mesi hanno passato al setaccio i registri degli ospedali vicini alla ricerca di persone ferite. Addirittur­a si è ipotizzato – ma finora non vi sono stati riscontri, né accuse formali – che vi potesse essere una persona scomparsa.

U n’inchiesta partita nel febbraio 2017 che ha diviso profondame­nte la Lunigiana. Con parte degli abitanti che si è schierata con le forze dell’ordine e contro gli immigrati. Ci sono stati esponenti politici, come Maurizio Gasparri, che avevano espresso solidariet­à

Un giovane marocchino costretto a subire atti sessuali senza ragioni alcune se non razziali

ai carabinier­i. Mentre lo studio del sindaco di Aulla, l’avvocato Roberto Vallettini (Pd), difende diversi carabinier­i accusati.

Un atteggiame­nto che ha fatto sentire sole le persone che avevano denunciato le violenze nonostante le minacce di ritorsione dei carabinier­i indagati. Adesso chi ha avuto il coraggio di rompere il muro di omertà si sente ancora più solo. E forse ha ancora più paura.

 ??  ?? Il luogo dei misfatti La caserma dei carabinier­i di Aulla, al centro dello scandalo per le violenze sui migranti
Il luogo dei misfatti La caserma dei carabinier­i di Aulla, al centro dello scandalo per le violenze sui migranti
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