Il Fatto Quotidiano

Soltanto marketing, niente Letteratur­a: è l’Italia senza Nobel

- » ALESSIA GROSSI

e il candidato si esprime in un linguaggio inaccessib­ile ai membri dell’Accademia e non esiste una adeguata traduzione, possono essere predispost­i speciali lavori di traduzione”. Nessuna dietrologi­a, né alcun complotto. È scritto lì, tra le regole dell’Accademia che seleziona e poi vota il Nobel della Letteratur­a: le opere del candidato che non siano comprensib­ili ai giudici, bisogna che lo diventino. Come si dice, a chi non intende, buon traduttore. Ma soprattutt­o, buon mediatore, culturale. Perché, se lo “svedese medio conosce almeno due o tre lingue straniere, l’accademico ne legge bene almeno tre o quattro”, spiega Daniela Marcheschi, docente, studiosa e critica, autrice di diversi saggi sulla poesia e la narrativa italiana e scandinava e di Alloro di Svezia. Quindi più che sul ricevente, l’accento andrebbe messo sul mandante, non sempre “autorevole” se ci chiediamo il perché dell’assenza del Premio agli italiani da vent’anni.

“A L L’ACCADEMIA, infatti – prosegue – si dibatte molto, si negozia in maniera mediterran­ea, anche con i pugni sul tavolo, e il risultato della votazione dipende anche dall’autorevole­zza del negoziator­e”. Che siamo noi. “Noi”, a cui – secondo la professore­ssa – “sfugge la logica dell’Accademia, che prevede che siano vari Enti a far conoscere nel Paese del Nobel le opere”. Cosa stanno proponendo i nostri negli ultimi anni? “Come si vede dal dibattito mediatico, non di fe nd ia mo l’alta cultura, né la grande letteratur­a, che in Italia esistono – Claudio Magris ha interessat­o l’A ccademia – ma che vengono accantonat­e per una cultura caduca, che a torto si pensa popolare”. Ah, se sapessero quanto la “Svezia sia attratta dalle tradizioni arcaiche”, commenta Marcheschi. Come d’altronde dimostrano le motivazion­i del riconoscim­ento a Grazia Deledda, ad esempio, premiata per “la raffiguraz­ione di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa”. Ma soprattutt­o, chiarisce la professore­ssa, “perché la sua non esteti zza zio ne dell’etica del Male, scevra da moralismo, è la stessa del n o r v eg e s e Henrik Ibsen”. Per dirla in parole comprensib­ili anche a uno svedese, l’Accademia ha interesse per gli scrittori italiani, ma non quelli che noi “per logiche che esulano dalla Letteratur­a proponiamo come prodotto italiano all’estero”. Ci rendiamo provincial­i, quando ciò che agli svedesi piace perché peculiarit­à tutta italiana è proprio la nostra classicità, quel legame tra passato, presente e futuro, che soltanto l’Italia ancora conserva”, spiega la vincitrice del Tolkningsp­ris dell’Accademia di Svezia, che racconta anche di quando giovane a Stoccolma, le chiedesser­o perché in Italia Danilo Dolci non fosse considerat­o quanto dovesse, a loro parere. O, quando, dopo il Nobel a Dario Fo, in Svezia non circolasse­ro le sue opere “se non uno di quei piccoli libri della stampa alternativ­a” e fosse stata lei stessa a portare alcuni suoi libri in ita- liano oltre confine. Il punto, quindi, non è tanto ciò che abbiamo, ma ciò che sappiamo “far conoscere all’estero. Non siamo in grado, come un tempo, di far dialogare la nostra Letteratur­a con il mondo. Anzi, non sappiamo neanche cosa ci sia nel mondo, perché non leggiamo i titoli stranieri”.

NON È UN PROBLEMAde­ll’Accademia, dunque, se per dirla con le parole della professore­ssa Marcheschi, che qualche premio in più l’avrebbe dato a Giorgio Pressburge­r, “promuoviam­o una letteratur­a di mercato, esibizioni­sta, che non ha conoscenza del mondo. D’altra parte – dice lei – stiamo tutti qui, abbarbicat­i su noi stessi, per poi andare a fare le vacanze all’estero in massa”. E per concludere: “Siamo sotto una cappa di conformism­o che ammazza la cultura italiana”.

GIOSUÈ CARDUCCI

”Non solo in riconoscim­ento dei suoi profondi insegnamen­ti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile e alla forza lirica che caratteriz­za il suo capolavoro di poetica”

GRAZIA DELEDDA

”Per l‘ispirazion­e idealistic­a, scritta con raffiguraz­ioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensio­ne degli umani problemi”

LUIGI PIRANDELLO

“Per il suo ardito e ingegnoso rinnovamen­to dell'arte drammatica e teatrale”

SALVATORE QUASIMODO “Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”

EUGENIO MONTALE

“Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilit­à artistica, ha interpreta­to i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”

DARIO FO

“Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituend­o la dignità agli oppressi”

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy