Il Fatto Quotidiano

Dall’imbattibil­e Ddr alle fenomenali cinesi: quando la piscina è avvelenata

- » LEONARDO COEN

Il

primo campionato del mondo di nuoto si svolse a Belgrado, nel 1973: vi presero parte 696 atleti di 47 nazioni e furono infranti, talvolta con insolenza, ben diciotto record iridati, sette dei quali da parte delle donne che indossavan­o i colori della Ddr, la Germania Orientale: diciassett­e milioni di abitanti e una percentual­e straordina­ria di campioni. Troppi. In Occidente si sospettava che dietro questi successi strabilian­ti si celasse un doping a livello di Stato. E che nuotatori e atleti fossero delle vere e proprie cavie da laboratori­o. Una fabbrica di medaglie: per dare peso e lustro al regime comu- nista. Lo sport come strumento di propaganda. E di potere.

FU DOPO la caduta del Muro che venne a galla la verità. Quei campioni che avevano dominato le gare europee e mondiali, che avevano inanellato record e titoli olimpici, erano imbottiti di steroidi e di prodotti dopanti capaci di alterare persino i tratti somatici. Il prezzo della gloria era un patto col diavolo. Che aveva nomi come Oral-Turinabol, prodotto dall’azienda di Stato Jenapharm. Le nuotatrici che avevano stupito il mondo con la loro potenza, a-

vevano pagato i successi con il proprio corpo, Opfer der

pharma industrie, vittime dell’industria farmaceuti­ca. Consapevol­i?

Ai Mondiali del 1973, la bella e biondissim­a Kornelia Ender vinse non ancora diciottenn­e i 100 stile libero, i 200 s.l., i 100 farfalla e la staffetta 4x100. Si ripeté ai Giochi di Montreal del 1976, fu la prima donna a vincere quattro ori in una sola edizione olimpica. Nel 1981 il suo nome fu inserito nella Internatio­nal Swimming Hall of Fame, il santuario dei prodigi nel nuoto. Anni dopo, venne dimostrato che i medici della nazionale le avevano somministr­ato sistematic­amente steroidi a sua insaputa. Possibile che non l’avesse percepito?

FECE CLAMORE, ma sul piano del gossip, il suo matrimonio con un altro fenomeno del nuoto mondiale, anzi, con il più famoso dorsista della storia di questo sport, il mitico Roland Matthes che aveva una capacità di galleggiam­ento agonistico mai visto prima, tanto che lo avevano soprannomi­nato Sughero. Divenne lo Spitz di Pössneck. Aveva stabilito 18 record mondiali. L' allenatore disse che era

“1:1”. Si capì poi perché: aveva rifiutato di sottoporre il suo atleta al piano di doping statale “14: 2 5”. Kornelia e Roland si sposarono dopo Montreal, ma divorziaro­no nel 1982, dopo la nascita della figlia Francesca. Insieme avevano conquistat­o 8 ori, 6 argenti, 2 bronzi olimpici e 11 ori, 3 argenti e un bronzo oltre ad aver abbattuto 49 record mondiali. Svelato l’ar- cano segreto delle nuotatrici Ddr, saltò fuori il caso delle iperbolich­e nuotatrici cinesi, che all’improvviso dettarono legge nelle piscine dei cinque continenti. Fu ai Mondiali di Roma del 1994 che si consacrò la sfacciata - e non leale - supremazia delle cinesi, capaci di setacciare 12 medaglie d’oro su 16 e di scatenare polemiche a non finire. La federazion­e interna- zionale fu costretta a indagare. L’ipotesi di doping istituzion­ale fu confermata due mesi dopo, ai Giochi asiatici di Hiroshima: vennero beccate Yang Aihua ( oro a Roma nei 400sl. e nella staffetta 4x200), Zhou Guanbin (oro stessa staffetta) e la giovane Lu Bin che a Roma aveva vinto 3 ori e 2 argenti; ma anche 4 compagni nuotatori. Avevano assunto dehydrotes­terone, specialità cinese. Il resto è cronaca. In Internet circola una lista di 59 nuotatori e nuotatrici che hanno ammesso di essersi dopati o che non hanno passato i test. Piscine avvelenate.

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Wikipedia Kornelia Ender e Roland Matthes
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L’altra coppia

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