Il Fatto Quotidiano

Il decreto Popolari, il bail-in e Pop Etruria: perché Matteo odia l’uomo di Palazzo Koch

I guai della vigilanza coperti dalle accuse ai vertici dell’istituto aretino

- » CARLO DI FOGGIA

Nel

mondo berlusconi­ano la categoria dell’odio serviva a zittire le critiche. Matteo Renzi ne ha fatto un tratto distintivo dell’agire politico. L’odio per Ignazio Visco affonda nei disastri bancari del suo governo, che il fiorentino attribuisc­e per intero a Via Nazionale: “Abbiamo sbagliato ad affidarci a loro” ha spiegato nel suo libro Avanti.

IL GUAIOnasce dal nuovo corso che Bankitalia decide di prendere sulle grandi banche popolari a fine 2014. L’idea di consegnare al mercato un pezzo del credito italiano con una riforma pesante trova convinto il fiorentino, che si fida ciecamente. I tecnici di Palazzo Koch scrivono per intero il testo che approda in Consiglio dei ministri il 20 gennaio 2015, dopo giorni di indiscrezi­oni. Un terremoto: basta natura cooperativ­a, le prime dieci popolari con attivi sopra gli 8 miliardi devono trasformar­si in Spa e quotarsi in Borsa perdendo il voto capitario (una testa un voto). Renzi blinda il decreto in Parlamento, nessuno riesce a scalfire la soglia degli attivi fissata arbitraria­mente. Il motivo? “Bankitalia non vuole”. Il perché lo si capirà dopo: in quella soglia ci sono tutte le protagonis­te delle vicissitud­ini bancarie (e giudiziari­e) degli ultimi anni, da Banco Popolare alla Bpm, dalla Popolare di Vicenza a Veneto Banca, per finire alla Popolare di Bari, a Ubi ed Etruria. Sono le pedine del risiko bancario che via Nazionale ha pilotato negli anni di crisi in maniera disinvolta: gli scheletri sono troppi, e infatti ben tre finiranno gambe all’aria. Renzi non mette le cose in prospettiv­a e si fa bastare che la soglia sia abbastanza bassa da pescare la traballant­e Etruria.

SONO GLI STESSI giorni in cui nasce il guaio della banca aretina cara a Maria Elena Boschi che da mesi – come rivelato da Ferruccio de Bortoli e dal Fatto– si dà da fare per salvare l’istituto, di cui il padre è vicepresid­ente. Visco lo commissari­a l’8 febbraio 2015: a novembre il patatrac. Renzi fa impostare alla Banca d’Italia la “risoluzion­e” di quattro pic- cole banche, tra cui Etruria, accollando le perdite a soci e obbligazio­nisti subordinat­i in ossequio alle nuove norme europee sul “bail-in: due miliardi di risparmi privati vanno in fumo, vengono azzerati 700 milioni di bond in mano a oltre 12 mila persone, il settore bancario è scosso dalle fondamenta dall’iper svalutazio­ne - decisa da Bankitalia - dei crediti in sofferenza (brucerà in un anno 42 miliardi di capitalizz­azione in Borsa). Un terremoto che travolge il governo.

Renzi individua in Visco il colpevole: prima affida gli arbitrati per i risparmiat­ori truffati all’Anac di Raffaele Canto-

A fine 2015

La “risoluzion­e” delle 4 banche terremotò l’esecutivo e travolse l’istituto caro alla Boschi

ne, poi, il 9 dicembre, il giorno dopo il suicidio di Luigino D’Angelo, pensionato che aveva perso 100 mila euro nel crac Etruria, annuncia l’appoggio alla istituenda commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche (che metterebbe Palazzo Koch sulla graticola).

Da quel momento i giornali si riempiono di veline sulle malefatte dei vertici di Etruria. L’effetto positivo per Bankitalia è che la faccenda viene ridimensio­nata alle colpe dell’oligarchia affaristic­o- massonica aretina: è lo schema “guardie disarmate” e ladri furbi, gli errori della Vigilanza non c’entrano. Nessuno si azzardi a mettere quanto successo in relazione con la di- sastrosa negoziazio­ne delle regole Ue che hanno messo a rischio il sistema bancario.

Boschi viene travolta dalle polemiche. Dopo un mese detterà furente al Corriere: “Mi fa sorridere il fatto che alcuni autorevoli esponenti oggi prendano determinat­e posizioni, sapendo che sono le stesse persone che un anno fa suggerivan­o a Banca Etruria l’aggregazio­ne con Pop Vicenza”.

Il riferiment­o è alle pressioni della Vigilanza per far fondere la banca aretina con la popolare di Zonin, poi finita gambe all’aria. Per la loro reticenza alla fusione, i vertici di Etruria, tra cui Boschi, verranno multati. Da giorni la banca aretina è di nuovo sui giornali. Ieri è arrivata la replica.

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 ?? Ansa ?? Imbarazzi Banca Etruria, in risoluzion­e con le altre tre banchette. Ai vertici sedeva Boschi senior
Ansa Imbarazzi Banca Etruria, in risoluzion­e con le altre tre banchette. Ai vertici sedeva Boschi senior

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