Il capotreno Renzi rivendica l’attacco alla Banca d’Italia
In carrozzaParte la “campagna d’ascolto” ferroviaria del segretario Sul convoglio la cabina di regia da cui esce la mozione anti-Visco
Sono appena tornato da Roma. Ero alla Camera per una mozione su Banca d’Italia”. Francesco Bonifazi, in un angolo della Slg Carbon, la fabbrica di Narni che produceva elettrodi in graffite per fondere acciaio, ora chiusa in attesa di un accordo coi cinesi, la butta lì. Sono circa le 16 e il tesoriere del Pd è pronto a risalire sul treno “Destinazione Italia”, partito ieri mattina dalla stazione Roma Tiburtina per portare Matteo Renzi in giro per l’Italia: 107 tappe per un intercity con una livrea dipinta coi paesaggi dell’Italia.
UNA “CAMPAGNA di ascolto”, come il segretario dem ripete ossessivamente. Bonifazi ci lavora da mesi, ma quello che succede a Montecitorio è talmente importante da andare e tornare proprio il primo giorno. Gli appunti che Renzi prende in maniera così diligente da sembrare effettivamente concentrato passano subito in secondo piano: il Pd ha appena votato una mozione per chiedere sostanzialmente la sostituzione del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Tocca al portavoce del partito, Matteo Richetti, rivendicare la paternità dell’operazione: “Il Pd non entra nel merito di una decisione che spetta al governo e al governo, ma non si può sottrarre dal dare un giudizio e la mozione traccia la necessità di segnare una fase nuova. Il con chi lo si fa spetta al governo”, spiega, appena prima di farsi un selfie coi bambini.
L’atmosfera si fa incandescente. Le rotaie che si vedono dalle finestre dell’ex acciaieria appaiono vagamente surreali. La sua mission dichiarata sarà pure ascoltare, ma Renzi ieri è il capotreno che ha dato ordine ai suoi di provare a disarcionare Visco. Desiderio che aveva da mesi: imputare a lui i problemi avuti sulle banche - prima di tutto quelli delle Popolari, Etruria in testa - che hanno segnato uno spartiacque per il suo governo, e provare a sostituirlo. Visco scade il 31 ottobre, le mozioni dell’opposizione contro di lui erano calendarizzate da settimane, ma il contenuto di quella che il Pd decide di presentare ieri cambia spesso. Cabina di regia è il treno che Renzi inaugura fissando di nuovo l’asticella elettorale al 41%.
Nella conferenza stampa della mattina con lui ci sono lo stesso Richetti, Graziano Delrio e Ettore Rosato. La mozione la firma la deputata Silvia Fregolent, ma la regia è del capogruppo. Che infatti scende di corsa per tornare a Roma. Il treno prosegue. Prima tappa, Fara Sabina, imprenditori di successo. Seconda tappa, il di- stretto delle ceramiche a Narni. Ognuno ha una richiesta da fare (tipo la detassazione dei sanitari) o qualche trovata imprenditoriale da illustrare. L’ex premier rivendica il Jobs act, praticamente ne annuncia uno nuovo. A Narni lo aspetta una piccola folla, insieme ai deputati Walter Verini, Anna Ascani, Marina Sereni. Quando arriva gli urlano: “Renzi tieni duro, vai da solo. Gli altri so’ tutti panchinari”. Ma alla fine della tappa tutti parlano solo di Bankitalia.
Una, due, dieci domande: “Fa fede Richetti”, risponde Renzi. “Abbiamo parlato di coalizioni, abbiamo fatto tutta una serie di tappe, non potete chiedermi ancora qualcosa sulla cronaca”, si schermisce. Il tempo di scansare le telecamere ed è al telefono. Cammina su e giù, protetto dalla scorta. Le chiamate partite durante il viaggio non sono state poche, a cominciare da quella a Paolo Gentiloni. Toni cordiali, posizioni diverse.
IL PROTAGONISMO renziano non è garanzia di risultato. Visco va verso la riconferma, ma quello che fu il Rottamatore dirà di averci provato, di aver voluto dare una spallata a un governatore che deve passare per “colpevole”. Alla buona riuscita dell’operazione non ci credono neanche i suoi. Lui gli risponde: “Almeno ci ho provato, non sarà colpa mia se resta”. Al teatro “Caio Melisso” di Spoleto parla di bellezza, ma pensa a Bankitalia. A Radio 105 dice: “Il Pd non ha messo in discussione le regole del gioco o il rispetto istituzionale. Rispetto vuole che il governo faccia la sua parte, ma nella vicenda delle banche ruoli e responsabilità, anche di Banca d’Italia, devono essere valutati”. Il treno riparte. La musica non c’è: da treno dei desideri a viaggio della speranza il passo è breve.
Una giornata intensa Il tesoriere Bonifazi e il capogruppo Rosato tornano a Roma per l’agguato alla Camera Fa fede Richetti su Visco Abbiamo parlato di coalizioni, abbiamo fatto tutta una serie di tappe, non potete chiedermi la cronaca MATTEO RENZI Il Pd non entra nel merito di una decisione che spetta al governo, ma non si può sottrarre da un giudizio per una fase nuova MATTEO RICHETTI