Il Fatto Quotidiano

“La mia legge va superata: ora i matrimoni gay”

La senatrice Pd, madrina delle unioni civili, e l’alleanza con Alfano (“letto di spine”)

- » MARIATERES­A TOTARO

“La legge Cirinnà non va migliorata. Vorrei che fosse proprio superata”. A pronunciar­e queste parole, strano ma vero, è proprio Monica Cirinnà, la senatrice Pd che ha firmato la legge sulle unioni civili approvata definitiva­mente l’11 maggio 2016 dopo un lungo e travagliat­o iter parlamenta­re. Addio legge Cirinnà quindi, dice Cirinnà, ma per fare che? “L’Italia sarà un paese civile quando avremo il matrimonio ugualitari­o, l’adozione e la responsabi­lità genitorial­e sin dalla nascita dei figli per tutti i tipi di coppie, etero e omosessual­i”.

CHECCHÉ se ne pensi, difficile succeda guardando alle forze in campo per le prossime elezioni e al lavoro sulle unioni civili raccontato nel libro della senatrice L’Italia che non c’era: 71 giorni di discussion­e, oltre 4 mila 300 emendament­i (di cui 2.778 solo degli alfaniani di Ncd e 282 del senatore Carlo Giovanardi), un Family Day, proteste e voltafacci­a.

Un percorso scandito dalla difficile alleanza di governo tra il Pd di Cirinnà e il partito di Angelino Alfano (oggi Ap) e dal rapporto mai nato col Movimento 5 Stelle, responsabi­le di “un doloroso tradimento” sulle unioni civili, dice la senatrice: “Gli emendament­i di Ap sono stati davvero tanti e, pur essendo in maggioranz­a con noi, hanno cercato in tutti i modi di bloccare la legge. Il futuro della nostra alleanza dipenderà molto dalla legge elettorale. Vedremo come andrà. Ma è sicurament­e un’alleanza scomoda per chi come me si occupa di diritti umani. Su questo tema e su altri, come la procreazio­ne assistita, gli alfaniani e gli altri ‘cavalieri medievali’ hanno una visione decisament­e oscurantis­ta. Diciamo che questa alleanza è un letto con molti spilli in cui si è costretti a dormire”.

SUI GRILLINI, invece, la senatrice ricorre alla categoria impolitica di “tradimento”. Al momento del voto, infatti, il M5S, pur avendo sostenuto la legge, ha deciso di astenersi dopo lo stralcio della cosiddetta stepchild adoption (cioè l’adozione del figlio/a del/la partner): “Ero tranquilla fino al 15 febbraio, avevo ricevuto rassicuraz­ioni sull’emendament­o Marcucci. Con Airola e Buccarella abbiamo girato l’Italia per difendere i diritti delle coppie omosessual­i. È una cosa che mi ha ferito molto. In politica, come nella vita, credo fermamente nella correttezz­a dei rapporti personali. Ma loro hanno fatto un calcolo politico e deciso per il dietrofron­t”.

Quanto allo “stralcio dell’adozione coparental­e del figlio del partner, volgarment­e chiamata stepchild adoption, è stato uno dei temi su cui lo scontro tra la maggior parte del Pd e l’ala ultracatto­lica, si è fatto più forte. Il tema è caduto nel pantano della disinforma­zione, confuso con la maternità surrogata (che invece in Italia resta vietata, ndr) e alla fine è stato tolto dal ddl”.

Questi e altri retroscena sono raccontati in L’Italia che non c’era: “Questa legge ha donato la felicità a migliaia di coppie, che hanno così acquisito diritti e doveri reciproci”. È l’Italia che non c’era, appunto, ma che “pretendeva di esserci”.

COME QUELLA che venerdì è scesa in piazza per il Cittadinan­za Day per chiedere il diritto alla cittadinan­za per i figli degli immigrati nati in Italia. Sarà un’altra battaglia tra maggioranz­a e opposizion­e, ma anche all’interno della stessa maggioranz­a (Alfano ha già detto il suo “non possumus”): “Io non ho perso la speranza sullo ius soli – conclude Cirinnà –. Questo è un tema su cui il Pd deve avere il coraggio di portare il testo in aula e se necessario ricorrere alla fiducia come è stato fatto per le unioni civili”. Anche perché nella prossima legislatur­a chissà che i “cavalieri medievali” non siano maggioranz­a.

 ?? LaPresse ?? “Un doloroso tradimento” Così Monica Cirinnà sulla decisione M5S di astenersi sulle unioni civili
LaPresse “Un doloroso tradimento” Così Monica Cirinnà sulla decisione M5S di astenersi sulle unioni civili

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