Di Maio dà la linea: compatti per salvare il “modello Torino”
Il candidato premier contro “l’assalto del sistema”. Ma ora iniziano a essere tanti i primi cittadini del Movimento inquisiti: da Livorno a Roma, passando per Bagheria
Tutti con la sindaca. Con Luigi Di Maio che lancia la chiamata alle armi, perché ora ha tanti, troppi sindaci indagati. Ma anche e soprattutto perché Chiara Appendino è un modello del suo Movimento “governista”, nel Piemonte che non è più un’isola felice per il M5S. Dove la vecchia guardia barricadera protesta ed esce dai ranghi. Altri nodi il Movimento, che da ieri mattina, quando la notizia dell’avviso di garanzia per la sindaca deflagra sulle agenzie, diffonde note in cui derubrica tutto “a un atto dovuto” della Procura di Torino.
E ANCHE fuori microfono la linea è unanime: “L’avviso di garanzia è colpa degli esposti dei partiti, un espediente per avere titoli sui giornali e coprire le responsabilità dei sindaci Pd”. Un concetto che vale come un esorcismo contro un dato di fatto: ormai tutti i principali sindaci del Movimento, da Filippo Nogarin a Livorno a Virginia Raggi a Roma, passando per Patrizio Cinque a Bagheria, sono indagati. Un tasto su cui gli avversari batteranno senza sosta. Così bisogna sostenere che quegli avvisi di garanzia sono il frutto di un as- salto coordinato. Una tesi che Di Maio rilancia nel pomeriggio con un video su Facebook, veemente. In cui parla di “Movimento sotto attacco” da un presunto sistema composto da partiti e giornali, con i primi che attaccano i 5Stelle a suon di esposti, e “i media che per sopravvivere ne fanno la notizia del giorno”. Ed è sempre attacco alla stampa, un classico del Movimento. Colpisce però il tono: “Da oggi però non staremo più zitti, ora si inizia a ribattere colpo su colpo. È il momento di metterci la faccia”. Tirata anche comprensibile: