Il Fatto Quotidiano

Croce Esporla in Arabia sarebbe come erigere una moschea a San Pietro

- MARIO RICCARDI PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO LEONARDO GENTILE UFFICIO STAMPA - ALER MILANO FQ

Anche da noi vale la denuncia di Daphne Galizia

Per svegliare l’opinione pubblica locale e internazio­nale su un’emergenza, spesso declassata rispetto ad altri reati, mi torna alla mente la polemica che solo un mesa fa ha suscitato l’approvazio­ne della legge che estende la confisca dei beni – applicata agli accusati di mafia – anche agli indagati per reati di corruzione. La destra si oppose ritenendo esagerata la misura preventiva e la maggioranz­a quasi si scusò, impegnando­si a “monitorarn­e” l’applicazio­ne, pronta a intervenir­e in ca- CARO SOR BUTTAFUOCO, nella sua giusta critica alla Lidl (che ha modificato la fotografia in un suo negozio del paese ligure Dolceacqua, cancelland­o le due croci che svettano sulla chiesa parrocchia­le “per non urtare la suscettibi­lità dei clienti islamici”), lei si preoccupa comunque di “difendere” l’Islam dicendoci quanto in realtà Gesù sia caro ai musulmani.

Ci spieghi dunque perché è impossibil­e esibire la croce in Paesi come l’Arabia Saudita, il Pakistan ecc.

La saluta un agnostico. GENTILE MARIO RICCARDI, il sor Buttafuoco una risposta ce l’ha. L’Arabia Saudita, nella sua sovranità (oltretutto alleato fidato di Usa e Europa), è qualcosa di simile allo Stato Vaticano. Tutta la sua area, per non dire dei luoghi santi, è consacrata alla preghiera. E sarebbe come immaginare di vedere moschee in San Pietro. Impossibil­e. Nelle altre nazioni islamiche, quando non sono preda delle fogne fondamenta­liste, le chiese ci sono. In Egitto, in Siria, in Iraq.

Pensi all’Iran, indicato quale male assoluto, dove fino a un mese fa hanno festeggiat­o il restauro del santuario di San Giuda Taddeo apostolo. E la Repubblica di Teheran, giusto una notazione, è in strettissi­mi rapporti con la Santa Sede. Alle celebrazio­ni di ashurà, ovvero il ricordo so di eccessi. E invece anche da noi vale l’estrema denuncia di Daphne Galizia. Anche da noi “ci sono corrotti ovunque e la situazione è disperata”. C’è il figlio di Galizia, Matthew, anch’egli giornalist­a d’i nchiesta, che è esposto alla vendetta dei corrotti, di cui ha contribuit­o con la madre ha scoprire i traffici. Va scortato. Dalla polizia maltese. E dall’attenzione dell’opinione pubblica. Non vogliamo vedere un’altra auto bruciata. Non vogliamo vedere un altro morto di verità. MASSIMO MARNETTO

Il bluff di Matteo Salvini sulla legge elettorale

Trovo poco convincent­i le motivazion­i di Salvini che a domanda risponde che è d’accordo con la nuo- del martirio di Husseyn, figlio di Ali e nipote di Maometto, la comunità cristiana vi partecipa issando le croci. Prevale purtroppo il riflesso condiziona­to, il più potente alleato del terrorismo è la nostra conclamata ignoranza. Ci vuole l’aiuto di Dio.

Grazie ancora della sua lettera. va legge elettorale (una tripla schiforma con il salto carpiato) adducendo la motivazion­e che così ci sarà una data certa per le elezioni del prossimo anno. Forse è abituato con i leghisti cui bastano le due, tre sparate che si inventa (a balle è secondo solo a Renzi) per dargli il loro consenso.

No caro Salvini, lei non la conta giusta! Anche se non fosse approvato il Rosatellum si andrebbe a votare nella prossima primavera e la legge di cui sopra non garantisce, esattament­e come il Consultell­um, nessuna governabil­ità, lasciando però a Lei e ai suoi degni compagni di cordata il diritto che sarebbe da Costituzio­ne degli elettori (scegliersi i parlamenta­ri) mentre saranno eletti quelli più fidati, che risponde- ranno a lei (come a Renzi, Berlusconi, etc) e non certo agli elettori. Mi viene il sospetto che lei alla fine sia d’accordo con Berlusconi. La storia insegna che politici ben più furbi di lei ci hanno rimesso le penne con il Cavaliere. Intanto Lei ci ha rimesso la faccia.

In quanti leggeranno davvero il libro di Fassino?

Mi è giunta una notizia che ha de ll’incredibil­e: Piero Fassino ha scritto un libro! E non è tutto: ha trovato un editore che glielo pubblica! Ma l’editore non è un imprendito­re? E allora perché pubblica un libro di Fassino? Ho letto una recensione terrifican­te: solo con quella mi sono addormenta­to. L’immobile in cui viveva la signora Paola Corda, deceduta il 20 agosto 2015 per un mesoteliom­a pleurico “r i co nd u c i b i l e – secondo il giudice – alla presenza di amianto nell’a b i ta zi o n e” appartiene al Comune di Milano. L’Aler però, sempre secondo il giudice, l’ha costruito, l’ha amministra­to e ha bandito l’appalto per la bonifica avviata nel 2001. Il giudice ha ordinato nuove indagini, tra l’a l t ro, proprio per verificare se vi sia stata dispersion­e di fibre durante la bonifica e, se vi sono state, se siano addebitabi­li all’appaltator­e o all’appaltante Aler. In una lettera all’avvocato Ezio Bonanni, legale del figlio della signora, l’Aler nel 2016 ha scritto che non riteneva provato il nesso tra l’amianto e il mesoteliom­a, senza accennare alla sua presunta estraneità alla gestione dell’immobile. Quanto all’assenza di rischio amianto a Milano, l’Osservator­io nazionale amianto sostiene tesi opposte all’A l e r.

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LaPresse Polemiche La moschea The Sheikh Zayed, Abu Dhabi

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