Obbligo del Pos, multa benvenuta
▶GRANDE
scandalo: dal gennaio 2018 una legge già in vigore da cinque anni e rafforzata da tre forse verrà rispettata. È dai tempi del governo Monti, 2012, che per i negozianti è obbligatorio accettare i pagamenti con il bancomat. Si erano dimenticati un dettaglio: non c’era alcuna sanzione per chi si rifiutava. E così l’obbligo diventava solo un consiglio. Dal gennaio 2018, prevede la legge di Stabilità (a meno di nuovi rinvii con gli emendamenti), invece, chi rifiuta di accettare carte come pagamento rischia una multa fino a 30 euro per ogni mancata transazione. È già partita la controffensiva della Confcommercio: “Con questa norma a guadagnarci saranno soltanto le banche, non certo l’utente finale” ha detto ieri Paolo Ferré dell’associazione di commercianti al quotidiano La Verità.
Caro signor Ferré, le cose stanno così: i negozianti che possono scaricare sui clienti finali l’eventuale aumento di costi dovuto alle commissioni bancarie – tra lo 0,40 e lo 0,80% per i bancomat; da 1,3 a 3 per cento per le carte di credito – alzeranno un po’ i prezzi. Gli altri, quelli che praticano tariffe regolamentate (i tassisti) vedranno ridursi i propri margini di profitto. I clienti che vedranno salire i prezzi e i commercianti che sopporteranno i nuovi costi però sono anche cittadini e contribuenti. In questa veste dovrebbero essere ben felici di veder applicare uno dei pochi strumenti utili a combattere l’evasione di massa. Certo, poi ci preoccuperemo anche di Amazon, Google & C. Ma l’Italia è un Paese di evasori e l’economia sommersa si regge sul contante, la benzina che ne fa girare il motore. Il governo Renzi ha alzato il limite per i pagamenti in contanti da 1.000 a 3.000 euro e poi ha cercato di trasformare lo Stato in riciclatore (con la voluntary disclosure applicata ai contanti), un progetto poi ritirato, ricomparso con il governo Gentiloni e di nuovo archiviato. Se per una volta c’è un segnale nella direzione opposta, ben venga. Ma si accettano scommesse sul fatto che l’obbligo previsto a gennaio 2018 verrà ancora rinviato.