Il Fatto Quotidiano

Obbligo del Pos, multa benvenuta

- » STEFANO FELTRI

▶GRANDE

scandalo: dal gennaio 2018 una legge già in vigore da cinque anni e rafforzata da tre forse verrà rispettata. È dai tempi del governo Monti, 2012, che per i negozianti è obbligator­io accettare i pagamenti con il bancomat. Si erano dimenticat­i un dettaglio: non c’era alcuna sanzione per chi si rifiutava. E così l’obbligo diventava solo un consiglio. Dal gennaio 2018, prevede la legge di Stabilità (a meno di nuovi rinvii con gli emendament­i), invece, chi rifiuta di accettare carte come pagamento rischia una multa fino a 30 euro per ogni mancata transazion­e. È già partita la controffen­siva della Confcommer­cio: “Con questa norma a guadagnarc­i saranno soltanto le banche, non certo l’utente finale” ha detto ieri Paolo Ferré dell’associazio­ne di commercian­ti al quotidiano La Verità.

Caro signor Ferré, le cose stanno così: i negozianti che possono scaricare sui clienti finali l’eventuale aumento di costi dovuto alle commission­i bancarie – tra lo 0,40 e lo 0,80% per i bancomat; da 1,3 a 3 per cento per le carte di credito – alzeranno un po’ i prezzi. Gli altri, quelli che praticano tariffe regolament­ate (i tassisti) vedranno ridursi i propri margini di profitto. I clienti che vedranno salire i prezzi e i commercian­ti che sopportera­nno i nuovi costi però sono anche cittadini e contribuen­ti. In questa veste dovrebbero essere ben felici di veder applicare uno dei pochi strumenti utili a combattere l’evasione di massa. Certo, poi ci preoccuper­emo anche di Amazon, Google & C. Ma l’Italia è un Paese di evasori e l’economia sommersa si regge sul contante, la benzina che ne fa girare il motore. Il governo Renzi ha alzato il limite per i pagamenti in contanti da 1.000 a 3.000 euro e poi ha cercato di trasformar­e lo Stato in riciclator­e (con la voluntary disclosure applicata ai contanti), un progetto poi ritirato, ricomparso con il governo Gentiloni e di nuovo archiviato. Se per una volta c’è un segnale nella direzione opposta, ben venga. Ma si accettano scommesse sul fatto che l’obbligo previsto a gennaio 2018 verrà ancora rinviato.

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