Il Fatto Quotidiano

Ludopatia, parte la corsa di coop & soliti noti all’oro dei fondi pubblici

- » DANIELE MARTINI

PPATOLOGIA Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportame­nto che influisce, come le droghe, sul controllo degli impulsi. In Italia i giocatori problemati­ci variano dai 500 mila ai 2 milioni di persone, non ci sono dati certi er combattere la ludopatia, cioè la dipendenza dal gioco d'azzardo, lo Stato ha stanziato 100 milioni di euro. Cinquanta con la legge di Stabilità 2016, altri 50 con quella 2017, soldi che le Regioni stanno spendendo. Sono tanti? Sono pochi? Nessuno lo sa perché nonostante nei ta lk showe sui giornali l'argomento tenga banco da anni, indicato come una delle peggiori piaghe del Paese, non esiste un'indagine nazionale attendibil­e che indichi quante sono le persone coinvolte. Quanti sono gli uomini, donne e ragazzi che nei bar non sanno schiodarsi dalle macchinett­e mangiasold­i, quelli ricurvi sulle Vlt (Videolotte­ry). E poi quelli che buttano tempo e denaro con i casinò online o i tornei di poker sul computer di casa, quelli che scommetton­o su calcio e cavalli, quelli che svernano nei Bingo o acquistano in modo compulsivo Gratta e Vinci e Superenalo­tto.

Si va a stima e le cifre che circolano non sono concordi: ballano in continuazi­one rimbalzand­o da un convegno all'altro. C'è chi sostiene che i ludopatici siano poche migliaia, i circa 13 mila curati nei Serd, i Servizi per le dipendenze patologich­e che hanno preso il posto dei vecchi Sert, Servizi per le tossicodip­endenze. Chi la pensa così ritiene che il fenomeno sia largamente sopravvalu­tato, una bolla gonfiata dalla lobby anti-gioco. Al contrario, c'è chi stima che la ludopatia sia un flagello di massa. Maurizio Fiasco, per esempio, uno dei primi studiosi del fenomeno in Italia, non fornisce una cifra precisa, ma sostiene che “i ludopati siano almeno mezzo milione e forse anche più del doppio”. Senza contare i familiari che della ludopatia subiscono le conseguenz­e: l'impoverime­nto, il flagello dell'usura, la paura del futuro. In base a queste stime, Fiasco ritiene che i soldi finora impegnati siano assolutame­nte insufficie­nti.

NONOSTANTE siano passati 2 anni dal primo stanziamen­to statale e siano corsi fiumi di parole e retorica, al momento solo 9 Regioni hanno approvato piani di intervento specifici per un totale di 41,3 milioni, come emerge da una ricerca dettagliat­a sui finanziame­nti per la ludopatia commission­ata da Sagi-Sindacato delle aziende dei giochi ed effettuata dall'agenzia di stampa specializz­ata Agipro. Si è mosso il Lazio che ha approvato un regolament­o del valore di 14,4 milioni (fondi statali, più regionali), poi Abruzzo (2,2), Veneto (5,3), Lombardia ( 2), Calabria ( 1,5), Puglia (4,4), Friuli Venezia Giulia (1,6), Toscana (3,1), Piemonte (6,8). Mancano all'appello 11 Regioni, comprese alcune

La storia

grandi come la Campania, l'Emilia e la Sicilia.

Anche questi piani regionali si basano su supposizio­ni e non su dati certi ricavabili da un'indagine epidemiolo­gica vera sui ludopatici. Con un finanziame­nto di 1,2 milioni di euro e su incarico dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ora ci sta provando l'Istituto superiore di sanità-Iss ad avviare questa indagine per dare contorni meno fumosi al fenomeno. Proprio in questi giorni l'Iss sta inviando ad alcune scuole questionar­i per gli studenti tra i 13 e i 17 anni specifican­do che attende le risposte entro la fine di marzo. Un'altra indagine parallela è dedicata ai maggiorenn­i, ma bene che vada i primi risultati completi saranno disponibil­i a maggio-giugno del 2018.

Nel frattempo i soldi corrono e si moltiplica­no le cooperativ­e, le associazio­ni e le organizzaz­ioni che si accreditan­o con le strutture pubbliche per ottenere la convenzion­e per combattere la ludopatia. Sta sbocciando un nuovo e promettent­e filone che si sovrappone e in qualche caso cannibaliz­za quello ormai in declino che fiorì anni fa per il recupero di alcolisti e tossicodip­endenti che pure non sono spariti. C'è chi dice sia un altro business. Perfino tra gli espo-

I Serd Risorse buttate

La Lombardia spende i soldi per sapere quante sono le macchinett­e nella Regione, ma basta fare una telefonata alla sede dei Monopoli

Sono i servizi pubblici per le dipendenze patologich­e del Sistema Sanitario Nazionale. Si occupano della prevenzion­e primaria e delle patologie correlate, la cura, la riabilitaz­ione e il reinserime­nto. Operano in sinergia con le comunità terapeutic­he, le amministra­zioni comunali e il volontaria­to. nenti delle associazio­ni contro il gioco d'azzardo c'è chi comincia a temere che si stia preparando l'ennesimo assalto alla diligenza dei fondi pubblici. Marco Dotti del movimento No Slot avverte che in agguato ci sono i “profession­isti dell'antiludopa­tia”. Spiega: “C'è un apparato specializz­ato, le solite coop e associazio­ni che campano sulle cosiddette emergenze, le stragi del sabato sera, l'ecstasy, ora le ludopatie. Senza dati certi c'è il rischio che i soldi si perdano per strada, magari in eleganti brochure da esibire nei convegni o in volantini da distribuir­e agli studenti. Azioni anche meritevoli, ma che non risolvono la condizione terribile dei ludopati veri”.

I campanelli d'allarme non mancano. C'è chi arriva perfino a dubitare del valore di esperiment­i accreditat­i come esempi, tipo l'associazio­ne Giovanni XXIII di Reggio Emilia di cui sottovoce nell'ambiente si comincia a dire che nessuno conosce ancora i risultati. In Lombardia la gestione dei soldi per la lotta alle ludopatie è finita in mano a Viviana Beccalossi, ex parlamenta­re del Popolo della libertà che dopo essere passata a Fratelli d'Italia ora è assessore all'Urbanistic­a e quindi non avrebbe niente a che spartire con le ludopatie. Beccalossi è la coordinatr­ice di un'Unità organizzat­iva che dal 7 marzo ha cominciato a distribuir­e i primi 2 milioni di euro dei 16 e mezzo che spettano alla Regione in base ai fondi nazionali (2016-2017). Tre giorni dopo la stessa Regione ha pubblicato un bando “per il contrasto al gioco d'azzardo patologico” diretto a parrocchie, coop, sindacati, fondazioni con lo scopo di individuar­e dove si trovano le macchinett­e mangiasold­i. La Lombardia quindi paga per un'indagine per cui basterebbe una telefonata alla sede dei Monopoli, piazza Mastai, Roma, dove quei dati ci sono già e sono pubblici. Quanto pagherà? C'è un precedente a proposito: 4 anni fa un'inchiesta del genere fu condotta a Pavia, spesa 44 mila euro.

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Ansa Una piaga sociale I fondi anti ludopatia e il giro d’affari dei giochi. Sotto il gratta e vinci
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