È arrivato l’arrotino (di Berlino). E noi giriamo “1994”
Ieri sulla prestigiosa (aggettivo che è sempre obbligatorio premettere) Frankfurter Allgemeine Zeitung è uscita una preziosa (aggettivo libero) intervista del capo dei liberali tedeschi, Christian Lindner, probabile prossimo ministro delle Finanze: una cosa sobria ( aggettivo appropriato) tipo “Schäuble non è stato abbastanza duro con la Grecia” (aggettivo non trovato); “un’unione bancaria che condivida i rischi non ha alcun fondamento ora” (buongiorno a tutti); “l’Italia ha di nuovo salvato le banche con i soldi pubbli- ci, anche se avrebbero dovuto risponderne proprietari e creditori” (faccia come il...); niente Fondi monetari Ue che “potrebbero creare un sistema di pompaggio nel trasferimento finanziario” e altre sconcezze nate attorno a quello che riassumeremmo come il sillogismo fallace di Lindner (“il debito pubblico è brutto, i terroni hanno il debito pubblico, il debito pubblico è terrone”). Cose che in Germania capitano di frequente, per carità. E qui? Che si fa nel frattempo in Italia? L’81enne Silvio Berlusconi promette (sul Corriere) “la rivoluzione liberale” per “il Paese che amo” come 23 anni fa; poi gira Achille Occhetto che infama Massimo D’Alema che percula Giuliano Pisapia che guarda con attenzione a Walter Veltroni mentre Romano Prodi fa l’offeso dietro l’Ulivo. E c’è un democristiano al Quirinale, uno a Palazzo Chigi, uno che indaga sulle banche e altri infilati un po’ dappertutto. Noi abbiamo un sospetto: questa non è, non può essere, la realtà, è solo Sky che gira la serie 1994 in maniera particolarmente realistica.