Il Fatto Quotidiano

Il Pd, Veltroni e l’impietoso confronto con Berlinguer

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Troppi politici sono solo parolai a effetto. Non tutti, ma una buona parte. Fra quelli anche in buona fede e abbastanza acculturat­i metto Veltroni, che ho ascoltato come militante del Pci e poi delegato agli ultimi congressi del glorioso grande partito, liquidato da un altro parolaio come Occhetto.

Le belle parole e frasi di Veltroni, anche condivisib­ili in astratto, alcune, cadevano sulla platea per stuzzicare qualche intellettu­ale, ma erano immancabil­mente leggere ed eteree.

Veltroni parlava “a effetto” e le sue parole risultavan­o inconsiste­nti, Berlinguer e Ingrao parlavano invece con parole che avevano un peso e dietro si portavano una analisi solida e marxista, quindi con l’idea di “cambiare lo stato delle cose presenti”. C’era un abisso fra quelle parole (idee) veltronian­e (occhettian­e) e le altre. Che poi si è concretizz­ato e palesato con Pds, Ds e Pd attuale.

Oggi siamo frastornat­i e raggirati da molti parolai, spesso incolti quando non veri e propri buzzurri e falsari. Ci vuole ben altro che le parole a effetto. Ci vuole il coraggio di dire basta a questo sistema, con parole e fatti (e governi). E basta alle ambiguità o alle alchimie impossibil­i (non si può coniugare marxismo – pur aggiornato al 2000 – e capitalism­o finanziari­o: contraddit­tori in termini). MARZIO CAMPANINI

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