Il Fatto Quotidiano

Il revisore dei conti accusa, Appendino porta le carte

Torino Il tecnico in Procura: “Così occultaron­o il debito” La memoria della sindaca: “Era esigibile solo dal 2018”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Revisori dei conti e alti dirigenti del Comune contro la sindaca Chiara Appendino. È lo scontro sullo sfondo dell’inchiesta della Procura di Torino in cui la prima cittadina, l’assessore al Bilancio Sergio Rolando e il capo di gabinetto Paolo Giordana sono indagati per falso ideologico in atto d’ufficio.

IERI È STATO ascoltato come testimone uno dei profession­isti del collegio dei revisori del Comune che hanno firmato un esposto alla Procura. È la commercial­ista Maria Maddalena De Finis che ha fornito agli inquirenti nuove indicazion­i sulle decisioni prese sull’is cri zio ne nel bilancio dei 5 milioni di euro che la Città deve rendere alla società Ream Sgr, una caparra per un appalto del 2012 aggiudicat­o nel 2016 a un’altra impresa, ma il cui pagamento viene ritardato nonostante i tecnici ritengano che dovesse già essere stato saldato. Le avrebbero chiesto di due lettere della direttrice delle Finanze Anna Tornoni e di quello del Bilancio Roberto Rosso in cui si legge: “L’esigibilit­à del debito, rimandata al 2018, non elimina il fatto che il debito stesso sia, nella realtà, sorto nel 2016 e che, in quell’esercizio avrebbe dovuto essere finanziato e pagato”. Inoltre le sono state poste domande sui pareri del collegio circa gli emendament­i al bilancio di previsione 2018 presentati dalla giunta Appendino al consiglio comunale, che prevedevan­o il collocamen­to della somma come “debito fuori bilancio” da pagare nel 2018. “Il collegio dei revisori, già con parere del 27 aprile 2017, aveva chiarito come il debito verso la Ream Sgr avrebbe dovuto essere contabiliz­zato nel 2017 e non nel 2018 – riassumeva il pm Marco Gianoglio nell’avviso di garanzia –, soprattutt­o precisando con successive co- municazion­i del 4 e del 5 maggio 2017, che il parere sull’emendament­o approvato dal Consiglio comunale il 3 maggio 2017, con il quale il debito verso Ream era stato differito dal bilancio 2017 al bilancio 2018, era da attribuirs­i a errore indotto da più persone in sede di approvazio­ne del bilancio di previsione 2017- 2019, tra cui il sindaco e l’assessore al Bilancio”. Insomma, Appendino e Rolando avrebbero fatto sbagliare i revisori.

TUTT’ALTRA LETTURA nella memoria difensiva consegnata martedì dalla sindaca alla Procura: “L’indicazion­e ‘2018’, frutto di correzione manuale da parte dei revisori, è coerente” con le comunicazi­oni con la Ream nelle quali, ancora nell’aprile 2017, il presidente della società Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt che controlla la Ream, offre la sua disponibil­ità al paga- mento della somma nel 2018, accordo che viene perfeziona­to una settimana dopo quando propone due alternativ­e per rateizzare in tre anni la somma a partire dal prossimo anno. Perciò, secondo la difesa, il debito non era affatto da saldare nel 2017.

Questo, però, sembra non bastare ai dirigenti e ai revisori del Comune, anche se – spiega l’assessore Rolando – viene usato il principio di “competenza finanziari­a potenziata”: “Una entrata e una uscita si iscrivono quando il debito o il credito diventano esigibili. Tutto quello che abbiamo fatto nel bilancio segue questa regola e lo abbiamo sempre detto e scritto in tutte le delibere”.

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Ansa Chiara Appendino

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