Il Senato vota sì al whistleblowing Dopo 632 giorni
Ora il testo, rafforzato, tornerà alla Camera per il voto finale. Grasso: “Approvatela prima delle elezioni”
Ci sono voluti 632 giorni, ma ieri – finalmente – il Senato ha approvato la legge che protegge chi ha il coraggio di denunciare corruzioni sul posto di lavoro, pubblico o privato che sia. È la cosiddetta legge sui Wistleblower, nome mutuato dagli americani, antesignani di questa norma che all’estero, laddove c’è, ha fatto recuperare molti soldi pubblici. Per diventare legge dello Stato, però, deve ripassare dalla Camera perché Palazzo Madama l’ha modificata, in meglio: esatta equiparazione dipendenti pubblici e privati, tutela dell’anonimato di chi denuncia divieto per il datore di lavoro di compiere atti ritorsivi, dal licenziamento in giù. Dovrà pure dimostrare che eventuali provvedimenti contro il dipendente nulla hanno a che fare con la sua denuncia. La legge, prime firmatarie alla Camera Francesca Businarolo del M5S e Donatella Ferranti del Pd è stata approvata con 142 sì: oltre ai pentastellati e ai dem, hanno votato a favore Mdp,
Gruppo misto e Ap. Contro Forza Italia, Ala e Gal. Astenuta la Lega, ma al Senato equivale a un no. “La Lega di Salvini è sempre più prona ai voleri di Fi e in difesa dei corrotti”, ha dichiarato Enrico Cappelletti, M5s.
IL PRIMO VOTO risale al 21 gennaio 2016, a Montecitorio, poi lo stallo in Senato. A metà settembre sono scesi in piazza M5S e due associazioni, Riparte il Futuro e Transparency International Italia che hanno raccolto oltre 60 mila firme. Ieri hanno espresso soddisfazione anche se Riparte il Futuro ha osservato che il testo del Senato introduce per chi denuncia un risarcimento per gli eventuali danni morali e materiali e prevede un rimborso delle spese legali ma è “cosa ben più debole del fondo di sostegno”. La legge, comunque, non dovrebbe essere ulteriormente modificata alla Camera (come auspicato dalle associazioni) per permettere la sua approvazione definitiva prima delle elezioni.