Il Fatto Quotidiano

Referendum inutile: Camere chiuse prima

LOMBARDO-VENETO Stop lavori con la scusa consultazi­one

- » LUCIANO CERASA

■ La Lega ottiene la sospension­e: settimana già finita da ieri mattina, tutti a casa. Sui territori imprendito­ri divisi: Confindust­ria sta con il governator­e Zaia, Benetton invece replica: “Io non andrò al seggio”

Una seduta d’aula fissata per la mattina che si esaurisce in poche ore e riunioni delle Commission­i sconvocate, da ieri a martedì prossimo: su richiesta della Lega nord l’attività del Parlamento si è fermata in vista del referendum che si terrà in Lombardia e in Veneto. I regolament­i prevedono che un gruppo possa chiedere l’interruzio­ne dei lavori per qualche giorno, se nessun altro si oppone. In questo caso è scattato il silenzio assenso e tutti a casa.

MA PERCHÉ UN DEPUTATO o un senatore siciliano, sardo o marchigian­o devono incrociare le braccia – cosa che già fanno spesso dal venerdì al lunedì, oltre che alle feste comandate, nei ponti e per le ferie (in media di 40 giorni) – per una consultazi­one regionale lontana centinaia di chilometri da Montecitor­io e Palazzo Madama? “È come quando gioca la Nazionale, il campionato salta una giornata, ma qui è come se si fermasse perché giocano in Coppa Milan e Verona” spiega ironicamen­te un parlamenta­re che già alle due del pomeriggio trascina alacrement­e il trolley verso la stazione Termini. Ma non è solo il parlamento nazionale a smobilitar­si per il referendum uscito dal cilindro dei governator­i leghisti. Dopo la promozione “In ogni caso buon viaggio” lanciata da un agenzia di viaggi e un’impresa di pompe funebri offrendo sconti nel giorno del referendum, fioccano le iniziative di esercenti per stimolare i veneti a non allontanar­si da casa. “Sempre più commercian­ti ci stanno mettendo la faccia!” annuncia con soddisfazi­one il cofondator­e del gruppo indipenden­tista Grande Nord, Roberto Agirmo. Si va dal bar pasticceri­a di Bassano che alle prime 50 persone che presentera­nno il certificat­o elettorale domenica mattina offrirà cappuccino e brioches, alla profumeria di Thiene, al negozio di armi e al parrucchie­re di Marcon, alle calzature di Cornedo Vicentino, che offrono il 10% di sconto. Fino al ristorante che offre dolce a fine pranzo e cena e così tanti altri.

INTANTO IL PRIMO a chiedere il conto per le spese sostenute dallo Stato nell’organizzaz­ione della consultazi­one elettorale autonomist­a è il ministro degli Interni, Marco Minniti, nonostante il ramoscello d’ulivo teso agli organizzat­ori. “Quelli che si terranno domenica prossima in Lombardia e Veneto “non sono referendum secessioni­sti, i quesiti sono del tutto compatibil­i con la Costituzio­ne, tanto che le Regioni interessat­e hanno stipulato un protocollo di cooperazio­ne con il ministero dell’Interno” ha dichiarato a un quotidiano. Cosa intendesse il ministro per “cooperazio­ne” lo si è capito in seguito quando ha presentato una fattura di due milioni di euro a Zaia e 3,5 a Maroni “per garantire la sicurezza nei seggi”.

Negozianti scatenati

In Veneto e Lombardia si moltiplica­no gli sconti per chi va a votare: bar, scarpe e pompe funebri...

Tutto un altro stile rispetto al muso duro che il premier spagnolo Rajoy ha mostrato ai catalani. Dai due governator­i sono arrivate reazioni contrastan­ti: Zaia non l’ha presa bene. Maroni fa invece buon viso a cattivo gioco: “Non è una sorpresa, sapevamo che tutti gli oneri erano a carico delle re- gioni, sono costi che abbiamo messo a bilancio”. Raffrontat­i ai 50 milioni di euro comprensiv­i dell’acquisto di 24 mila tablet, messi sul conto del Pirellone per una kermesse elettorale inutile, i prezzi di Minniti effettivam­ente sono da saldo.

 ?? Ansa ??
Ansa
 ??  ??
 ?? LaPresse ?? Ex ministro Roberto Maroni, presidente della Lombardia
LaPresse Ex ministro Roberto Maroni, presidente della Lombardia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy