L’ex capo di Consip promuove l’addetta alle gare di Consip
Ministero del TesoroFerrara, da presidente della centrale acquisti, scrive il bando per il salto di carriera della dirigente che fissa le regole
Al ministero del Tesoro, certe nomine sembra che funzionino così: il controllato sceglie, in modo discrezionale, il controllore. E lo sceglie perché del controllore è superiore gerarchico. L’ex presidente della Consip, Luigi Ferrara, è un dirigente del ministero, capo dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi del ministero dell’Economia e delle Finanze ( 240.000 euro di stipendio). Mentre è ancora presidente di Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione, il 7 aprile 2017 scrive il bando per scegliere il nuovo direttore generale “per la razionalizzazione degli immobili, degli acquisti, della logistica e gli affari generali” del Tesoro. Posizione importante, da cui dipendono dieci uffici dirigenziali di seconda fascia. Si candidano in 13, 11 dirigenti di seconda fascia e 2 già di prima fascia.
CI SONO SETTE requisiti preferenziali nel bando. Tre generali che si attagliano a qualunque dirigente: conoscenze in materia di sicurezza del lavoro, padronanza dell’inglese, esperienze di coordinamento. E quattro specifici: conoscere già i sistemi informatici dell’amministrazione generale, la normativa di appalti pubblici, le procedure sull’ap pr o vv i gi on amento della Pubblica amministrazione e, molto specifico, “i processi riguardanti il programma di razionalizzazione degli acquisti della Pubblica amministrazione e dei rapporti tra il ministe- ro e la società dedicata”. Dodici dirigenti del Tesoro capiscono che solo la tredicesima concorrente risponde ai requisiti: Susanna La Cecilia, che da dirigente di prima fascia si occupa da 14 anni di tenere i rapporti tra ministero e la Consip per la spending review, ovvero il “programma di razionalizzazione degli acquisti”. Neanche un mese dopo il bando – il 3 maggio – il presidente di Consip e dirigente del Tesoro, Luigi Ferrara, ha già deciso: scrive al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che la persona da nominare è Susanna La Cecilia, il cui stipendio sale quindi da 108.000 euro annui lordi a 175.000.
Il sindacato Uilpa chiede l’accesso agli atti della procedura per una serie di dubbi: perché il bando considera i requisiti che servono per supervisionare solo uno dei 10 uffici di competenza (solo spending review, neanche un accenno al patrimonio immobiliare, per esempio)? E perché il bando è arrivato otto mesi dopo che la posizione era diventata vacante? Questo ritardo ha permesso poi a Ferrara di escludere uno dei diri- genti di prima fascia in corsa, Paolo Ceccherini, perché andrà in pensione nel marzo del 2018. Il sindacato Uilpa ottiene i documenti e scopre che a Padoan Ferrara motiva la scelta di La Cecilia così: “È stata determinata con ri- ferimento alla natura, alle caratteristiche e agli obiettivi dell’incarico, oltre che in ragione delle competenze specifiche previste nel bando”. Bando che ha scritto lo stesso Ferrara, ovviamente. Gli altri 12 candidati non sapranno mai nulla, nessuna commissione è stata riunita, nessun punteggio, nessuna graduatoria. La Corte dei conti chiede di “chiarire in modo più dettagliato” la scelta. Il 23 agosto, Ferrara risponde che La Cecilia si occupa dal 2003 di spending review e le competenze che ha acquisito “soddisfano pienamente i requisiti previsti dal bando”. La Corte ritiene “esaustive le argomentazioni prodotte”.
“LA VIGILANZA sulla Consip non la fa il mio dipartimento ma quello del Tesoro”, dice al Fatto Ferrara. Però tutta la parte di strategie sulla razionalizzazione acquisti passa invece dalla posizione che ricopriva La Cecilia, ora promossa. È lì che si negozia con Consip, controllata al cento per cento dal Tesoro, gli obiettivi di risparmio per le gare e la strategia.
Tra l’inizio e la fine dell’iter di nomina, Luigi Ferrara si è dimesso da Consip: è indagato a Roma per aver dato una versione diversa da quella di Napoli sul ruolo del comandante Generale dei carabinieri Tullio Del Sette (accusato di rivelazione di segreto nella vicenda che coinvolge Tiziano Renzi). I pm vogliono capire quale versione di Ferrara è vera: a Napoli parla di un generico avvertimento di Del Sette sull’imprenditore Romeo, a Roma attenua la posizione del generale.
Susanna La Cecilia Partecipano in 13 alla competizione, ma è chiaro da subito chi deve vincere