Il Fatto Quotidiano

Il vino è realizzato con soldi e chimica? Finalmente qualcuno si sta ribellando

- CORRADO BALISTRERI TRINCANATO RAFFAELLA CURCI MARCELLO SCALZO ANDREA SCANZI MASSIMO AURIOSO

Lasciamo il divagare del “Sior Tentenna” Pisapia, poiché, o viene la Befana, e se lo porta via, o gli daranno un seggio e il faccino giulivo diverrà un faccione senatorio. Parliamo invece dell’ar c h i t et t o “co stituz ional ista” Fiano che ha stilato la lex contro le paccottigl­ie fasciste, ma con il Rosa-Merdellum, “democratic­amente”, in Parlamento si siederanno accanto a lui quelli di Ordine Nuovo e Boia chi molla, voteranno le stesse leggi sostenendo con i cooptati del Pd un governo illegale e grazie al Rosatellum avremo due fascismi: i fascisti e gli odierni antifascis­ti, autori di una legge elettorale che boicotta i 5Stelle e l’Articolo 1 Mdp, e fa entrare con l’1% la destra massonica, nostalgica del nazifascis­mo, della razza ariana e segregazio­nista, che rifugge il contatto con individui di altri Stati.

Saranno nominati quelli che vogliono gli albanesi, i polacchi, i rumeni, quelli di tutto l’Est, l’Ovest e il Sud del mondo, convinti che il territorio italico sia il centro dell’universo. Tra inesistent­i padanie e trinacrie, sprofonder­emo in una maleodoran­te plaga dove la realtà sarà capovolta, i magistrati saranno puniti e i corrotti si insedieran­no in Parlamento.

Da ragazzo ho aderito al Gruppo Bertrand Russell, ma confesso che invidio mio padre che spericolat­amente fu partigiano e del Partito d’Azione e le figure di Petrini, Rosselli, Salvemini, ci regalarono le più belle pagine di Democrazia.

Scuotere le coscienze come per il 4 dicembre

Siamo di nuovo in emergenza democratic­a e a quanto pare lorsignori (per non dire “banditi”) l’hanno fatta davvero grossa. Sinceramen­te non so come andrà a finire questa battaglia per poter andare a votare da cittadini e non da “pigiabotto­ni” come qualcuno vorrebbe. Sono sicura però di una cosa: che come ho fatto per il referendum del 4 dicembre 2016, farò del mio meglio È VERO, ALLA BASE DEL VINO ci sono i soldi, ma anche la chimica. L'uva, se proprio ci deve entrare, è diventata solo un mezzo con cui ottenere un liquido a cui la chimica attribuirà profumi, gusto e retrogusto preventiva­ti. Da chimico quale sono, mi permetto di osservare che se le bevande, oggi denominate “vino”, possono presentare dei requisiti organolett­ici di rilievo, tali bevande contengono un insieme “chimico” rilevante e nulla hanno a che vedere con il vino che quella stessa uva sarebbe in grado di produrre. Lo dimostrano i vini bianchi, misture micidiali in grado di offrire al malcapitat­o sorseggiat­ore dei mal di testa da paura. Chi ama il vino ama berlo e la bevuta non si limita a un solo bicchiere. Io il vino fatto con l'uva da mani contadine sapienti l’ho bevuto tantissime volte sia ai Castelli Romani sia nel Chianti a Panzano. È pur vero che quel vino poteva soffrire di mal d’auto nel senso che “girava” se trasportat­o ma è altrettant­o vero che quei vini, oggi messi in mano all'enologo, se potessero parlare, di insulti ne indirizzer­ebbero parecchi non tanto a chi li ha manomessi, ma a quei palati che per motivi vari contribuis­cono a certa disinforma­zione. CARO MARCELLO, le sue parole non sono certo campate per aria. Il tema del vino “sano”, per fortuna, è diventato sempre più centrale nel mondo dell’enologia. Parlare di “vini naturali” era una stranezza da nicchia dieci anni fa, ma qualcosa finalmente si sta muovendo. Sempre più produttori – mai abbastanza, però – si impegnano per proporre vini senza sofisticaz­ioni e misture chimiche. Il mal di testa è un effetto tipico dell’eccesso di solfiti in quel vino (soprattutt­o bianchi fermi, Champagne e vini dolci tipo Sauternes). Nel vino bisognereb­be scrivere sull’etichetta tutti gli ingredient­i che ci sono dentro, proprio come qualsiasi altro alimento, ma farlo non converrebb­e a troppa gen- per informare e scuotere le coscienze (non solo dei miei ragazzi a scuola). Vorrei, a proposito, che voi sapeste che i vostri articoli sono energia pura!

Il confronto sull’autonomia ridotto al livello dei talk show

Sparate le ultime cartucce ed esauriti i caricatori, ma tant’è! Si aspetta l’esito delle urne. Il confronto sul te. Rispetto agli Ottanta e Novanta, quando c’era la moda dei vinoni concentrat­i e morbidoni tipo Supertusca­ns, c’è stato un migliorame­nto. Il tema della bevibilità del vino, e più ancora della sua digeribili­tà, deve però diventare ancora più dirimente: è un aspetto fondamenta­le. Cosa può fare il consumator­e? Informarsi e scegliere con acume, magari privilegia­ndo il piccolo produttore eroico alla grande cantina blasonata. Il mito del “vino contadino” è fallace: ne esistono di orrendi. Anche la dicitura di “biologico” è equivoca. Ci si può però, per esempio, avvicinare a quei produttori che fanno parte di associazio­ni come “Vini veri” o “Vini naturali”: scoprirete non sempre, ma spesso sì, piccole perle. Tanto buone quanto per nulla care. E per nulla indigeste. tema “autonomia” avrebbe meritato ben altro tenore rispetto a quello udito nei vari salottini televisivi dove la caciara ha preso il sopravvent­o intorbidan­do argomenti e riflession­i, buttando nel calderone temi come banche, sindacati e l’immarcesci­bile “governo ladro”. Così siamo entrati in una kermesse paesana che mi ricorda i tempi della Napoli del comandante Lauro col popolo elettore blandito a suon di mezze banconote o mezzo paio di scarpe. Ecco allora il funerale scontato, e il sindaco del paesotto che scordando di essere pubblico amministra­tore e di aver giurato sulla Costituzio­ne, minaccia di non esaudire alcuna richiesta di chi non voterà “sì”.

Il 22 ottobre, lungi dall’essere una data epocale e al di là dell’esito dello scrutinio, sancirà che il popolo, sarà ancora una volta adeguata- Il declino di un Paese come l’Italia si vede dal rapporto italiani nel mondo del 2017, redatto dalla fondazione Migrantes della Cei. Gli italiani all’estero, nel 2016 erano in 124 mila, via 50 mila giovani. Sono dati che devono fare riflettere chi ci governa. Occorre una risposta all’altezza da parte delle istituzion­i. Ricordiamo­ci che senza giovani un Paese perde la speranza.

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Ansa Vendemmia C’è attesa per l’annata del 2017

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