Il Fatto Quotidiano

Piacere Mannarino, brasiliano capitolino

- » GIAMPIERO CALAPÀ

MORANDI D’AUTORE Sarà pubblicato anche in vinile “D'amore d'autore”, il nuovo disco di Gianni Morandi in uscita il 16 novembre. Tra gli autori, Fossati e Paolo Conte a mia musica per reinventar­e il cantautora­to italiano”. Alessandro Mannarino ha vinto la partita del quarto album, un successo tradotto in 100 mila biglietti venduti per il tour appena concluso. Tanto che Apriti cielo raddoppia e diventa Apriti cielo live, da oggi in cd. “Sento di aver chiuso un ciclo”.

Nonostante tutto Mannarino rimane una specie di eterno outsider, non trova? Dipende che significa outsider. Per i risultati, in termini di dischi venduti e di presenze ai concerti, appunto, non lo sono.

Per il mainstream sì però… Sì, perché sono un outsider per il modo di fare musica, faccio ricerca per fare canzoni belle, non per il mercato inseguendo i “tormentoni”, ecco quelli non li troverete mai nei miei dischi.

È giusto non collocarla nella categoria “indie pop”?

Sì, perché non mi ci ritrovo sicurament­e, non solo a livello di estetica.

Ma i cantautori non ci sono più…

È una figura sparita in Italia. Ho preso lezioni dai brasiliani infatti, da Caetano Veloso a Gilberto Gil. Sono artisti di un’altra generazion­e ma sanno ancora fare dischi che parlino anche alle giovani generazion­i, senza aver abbandonat­o i loro coetanei. Nei loro testi c’è ricerca, critica politica, ma al ritmo ballabile. Una canzone di Chico Buarque si può ballare sulla spiaggia, ma magari ti sta parlando delle atrocità della dittatura.

Non basta più una voce e una chitarra, insomma, per fare il cantautore oggi?

Direi di no. A me piace fare musica che reinventi il cantautora­to proprio da questo punto di vista. È la musica che deve funzionare senza parole oggi, non viceversa. Dopo il bagno di folla di questa estate anche lei ha ceduto all’album live.

Sì, perché credo di aver chiuso un ciclo. Il live fa capire quanto l’incontro con il pubblico cambi ad ogni nuovo palco. Ogni sera. Non c’è stato un concerto uguale la passata estate. Ci sono canzoni che funzionano più in una città, altre che suscitano cose diverse in altri luoghi. Devo dire abbiamo capito subito con la straordina­ria band che mi ha accompagna­to (compreso Mauro Refosco, già percussion­ista dei Red Hot Chill Peppers, ndr) che questo tour avrebbe meritato il live, ce lo siamo detti già du-

Pillola

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