Boom CasaPound Raggi: “Ai seggi pure clan Spada”
Boom dell’estrema destra nel litorale romano: 6 mila preferenze La Raggi: uomini di Spada ai seggi. Ballottaggio tra M5S e Fratelli d’Italia
Ballano 2.300 voti di scarto tra Giuliana Di Pillo del Movimento 5 Stelle e Monica Picca del centrodestra dopo il primo turno elettorale per il Municipio X di Roma, quello del popolare lungomare di Ostia. E l’esito del ballottaggio si annuncia quantomai incerto, visto che a fare l’ago della bilancia potrebbero essere le quasi 6 mila preferenze ottenute da CasaPound. Cinque volte più delle 964 che aveva preso alle municipali 2013, con lo stesso candidato.
L’ESTREMA destra sbanca sul litorale romano, oltre 3 mila voti sopra rispetto al risultato del primo turno delle comunali 2016 e prenota almeno due seggi in consiglio municipale. Numeri in sé non elevati, ma che raccontano come i “fascisti del Terzo millennio”, tra una distribuzione di generi alimentari alle famiglie più povere e una passeggiata tra gli edifici liberty del lungomare con Nina Moric, sono riusciti ad attecchire nel malcontento di una delle periferie cittadine con meno servizi e più alto tasso di infiltrazione malavitosa. Un successo non inatteso ma di proporzioni ampie, che chiama il movimento a chiarire alcune ambiguità, come l’endorsement pre-elettorale ricevuto via social da un componente della famiglia Spada, di cui alcuni componenti il mese scorso sono stati condannati in primo grado per minacce e violenze con l’aggravante del “metodo mafioso”.
Difficilmente CasaPound darà indicazioni di voto ai propri elettori, per ora preferisce parlare di “risultato eccezionale” e puntare in “direzione Parlamento” con la soglia del 3% che appare meno invalicabile dei magri risultati nazionali conseguiti finora. Ma sommando le preferenze dell’estrema destra con quelle in libera uscita del Pd, terzo ma mai in partita, e degli altri cinque candidati civici si ottiene un pacchetto che potrebbe fare gola soprattutto al centrodestra, che unito si ritrova seconda forza cittadina. Anche perché i 5Stelle per lo- ro natura non faranno alleanze e saranno quindi costretti a lavorare sul recupero degli astenuti, il partito di maggioranza visto che quasi due terzi degli elettori hanno disertato le urne (al voto il 36,15%).
In fondo, dopo due anni di commissariamento per mafia dell’ente, le elezioni nel decimo (231 mila abitanti) hanno rispettato in pieno il pronostico della vigilia: la Di Pillo, ex delegata al litorale di Virginia Raggi, è in testa con il 30,2% dei consensi, andrà al ballottaggio contro la Picca, esponente di Fratelli d’Italia che compatta il centrodestra arriva al 26,6%. Nettamente indietro il Dem Athos De Luca, inchiodato al 13,6%, che spunta appena 3 mila preferenza in più di Luca Marsella di CasaPound, volato fino al 9%. Poco sotto Franco De Donno, per 36 anni sacerdote nella diocesi di Ostia, che spunta l’8,6%. Risultato analogo per le liste: M5S al 30,2%, poi Pd al 13,7%, Fratelli d’Italia al 9,6%, Forza Italia 8,4% e un sorprendente Noi con Salvini al 4,1%.
Qualcuno parla di ‘effetto Raggi’ sul voto, con le alterne vicende della gestione del Campidoglio a 5 Stelle che avrebbero frenato la corsa del Movimento a Ostia. La diretta interessata replica da Cracovia, mentre accompagna gli studenti romani sui luoghi della Shoah: “Devo fare i complimenti alla Di Pillo e al M5S che si conferma prima forza politica a Ostia, abbiamo praticamente raddoppiato i voti del 2013”. Il controcanto di Fratelli d’Italia parla di “avviso di sfratto” alla sindaca e di “crollo Oppio” per il Movimento, in riferimento alla storica sede ex missina a due passi dal Colosseo chiusa la scorsa settimana dal Campidoglio.
SCHERMAGLIE dialettiche: le cifre dicono che i 5Stelle portano a casa 19.136 voti di lista, lo scorso anno al primo turno delle Comunali nello stesso territorio erano stati 38.622, quasi 20 mila in più. Non pochi. E allora la sindaca gioca d’anticipo e guarda altrove, compara il dato con le municipali 2013, dove il Movimento aveva ottenuto 13 mila voti e il 16% mentre ora è al 30%. E soprattutto richiama l’attenzione sulle segnalazioni della “presenza del clan Spada all’esterno di vari seggi, una cosa che mi preoccupa molto”. Consapevole, in fondo, che stavolta il rischio di polemiche interne è ridotto al minimo, visto che il luogotenente pentastellato sul litorale è il capogruppo in aula Paolo Ferrara, vicino a Roberta Lombardi a caccia di voti per la Regione Lazio.
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