Il Fatto Quotidiano

I best-seller stanno sugli alberi

NUOVE MODESe non vivi in un bosco o su monte, non vendi

- » FRANCESCO MUSOLINO

C’era una volta il downshifti­ng. La (folle) idea di mollare tutto e andare in giro in barca a vela, restare a casa a fare il mammo o magari badare all’orto, decantando l’arte del tempo perduto, a costo di rinunciare a soldi e carriera. In Italia lo teorizzò Simone Perotti nel 2009 con Adesso basta (Chiarelett­ere); poi si fece prendere la mano scrivendo manuali, ro- manzi, un atlante di navigazion­e e un manuale di nomadismo letterario in cucina. Nel frattempo la tendenza si è diffusa, Iperborea ha pubblicato Raccontare il mare di Björn Larsson e Il libro del mare di Morten Strøknes; eleganti riflession­i cullati dal rollio della barca a vela di Larsson e un romanzo d’avventura sulla bellezza della natura. Un trend o uno stile di vita illuminato?

C’era una volta il downshifti­ng.

La (folle) idea di mollare tutto e andare in giro in barca a vela, restare a casa a fare il mammo o magari badare a ll ’ orto, decantando l’a rt e del tempo perduto, a costo di rinunciare a soldi e carriera. In Italia lo teorizzò Simone Perotti nel 2009 con Adesso basta (Chiarelett­ere); poi si fece prendere la mano scrivendo manuali, romanzi, un atlante di navigazion­e e un manuale di nomadismo letterario in cucina. Nel frattempo la tendenza si è diffusa: Iperborea ha pubblicato Raccontare il mare di Björn Larsson e Il libro del mare di Morten Strø knes; nel primo caso delle eleganti riflession­i cullati dal rollio della barca a vela di Larsson, il Rustica, nel secondo un romanzo d’avventura alla Jerome K. Jerome, decantando la bellezza della natura incontamin­ata in salsa nordica. Un semplice trend o uno stile di vita illuminato?

DIFFICILE STABILIRLO, tuttavia fra i colpi d’ascia del precariato alle nostre certezze e l’idea di dover vivere sul filo di rasoio con i voucher, l’incertezza domina e se un paio d’anni fa l’idea ribelle era quella di solcare i mari, adesso si punta tutto su boschi e montagna, caprioli, funghi, aria pura e vallate incontamin­ate. Il richiamo della natura 2.0 sull’onda del successo editoriale di Paolo Cognettiha contagiato anche le case editrici e come per magia gli scaffali delle librerie stanno subendo l’invasione dei titoli muschiati fra fiabe e racconti di vita, inni alla natura ed elogio del controtemp­o, in barba a chi va nel panico se perde il segnale wi- fi. L’antesignan­o italiano del fenomeno dell’eremita è lo scrittore Mauro Corona, provetto scalatore e scultore ligneo con il gusto della seduzione: si ritira nel suo antro montanaro ad Erto, salvo poi lasciar entrare le telecamere e concedere interviste radiofonic­he. L’ideale erede designato di Corona è proprio Paolo Cognetti, da tempo cantore di boschi e montagne, con tanto di camicie a scacchi e barba folta, trionfator­e nell’ultima edizione del Premio Strega (250mila copie vendute, tredici ristampe, diritti venduti in 35 paesi) con Le otto montagne, classico romanzo di formazione in cui un figlio si confronta e scontra fra sentieri e alpeggi, con la figura del padre. E anche Luca D’Andrea dopo il fe- lice esordio dello scorso anno, torna sulle montagne per il suo Lissy (Einaudi) fra organizzaz­ioni criminali e il terrore delle vette. E intanto Folco Terzani con Il cane, il lupo e Dio (Longanesi) elogia i valori dell’amicizia inter specie nella natura selvaggia.

MA A BEN VEDERE siamo già passati avanti e dalle montagne ci stiamo inoltrando fra boschi e il sapere mistico degli alberi. In tal senso bisogna leggere il clamoroso successo di Norvegian Wood

(Utet), caso editoriale internazio­nale da 600mila copie dello scorso anno dove si celebrava proprio… il legno, passando per i vantaggi delle stufe e dei caminetti, narrando la vita dura dei boscaioli scandinavi. Il giornalist­a Lars Mytting quest’anno ha provato a ripetere il successo con Sedici al

beri( 160 mila copie vendute in Norvegia, in Italia lo pubblica DeA Planeta) ambientand­o un romanzo familiare fra i boschi natii e i campi di battaglia della Seconda guerra mondiale, dalle isole Shetland ai lager nazisti, partendo da “un boschetto di sedici pregiatiss­imi alberi di noce”.

Mettendo da parte la narrativa, segnaliamo che recentemen­te è emerso un nuovo fronte ecososteni­bile e devoto. Esponente di punta è Pietro Maroè, il presidente di SuPerAlber­i – “dove ci si occupa di studiare, misurare e curare gli alberi monumental­i” – appena approdato in libreria con La timidezza delle chiome (Rizzoli) ovvero il racconto di un ragazzo di vent’anni che vive fra gli alberi e ci parla. “E loro rispondono”, giura l’autore, giudicando l’insulsa rapidità delle nostre vite: “Loro ci vedono passare, ci guardano e sanno”.

Invece l’agronomo siciliano Giuseppe Barbera in Abbracciar­e gli alberi ( Il Saggiatore), elogia lo stile sobrio degli alberi, “virtualmen­te immortali” e con un occhio alle fronde ci confida che il più vecchio albero italiano è un pino loricato che cresce in Calabria abbarbicat­o sul Pollino. È nato nel 1026. Una fascinazio­ne con- divisa da Matteo Melchiorre in Storia di alberi e della loro terra (Marsilio) – dove si parla del “legame che corre fra uomini e alberi”, la reciproca influenza fra umani e mondo vegetale – mentre Tiziano Fratus ne L’Italia è un albero (Laterza), è andato a caccia di bellezza in giro per il paese, come un novello Virgilio fra i boschi.

Infine, fra fitness e isolamento, lo scrittore Bi ll Br yso n l’anno scorso ha pubblicato Una passeggiat­a nei boschi( Guanda) elogiando le passeggiat­e fra i boschi e la ricerca di un rimedio “al caos cittadino” sui Monti Appalachi, negli Usa.

MA DAGLI ALBERI al pascolo il passo è breve, del resto è già uscito La vita segreta del

le mucche ( di R os am un d Young, Garzanti), “un libro che cambia il nostro mondo di guardare il mondo”. Sarà vero?

Cognetti e le mucche Il vincitore dello Strega tra sentieri e alpeggi. Ma c’è chi ama le vacche o chi parla con le chiome

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 ?? Ansa ?? L’abbraccio fraterno Qualche anno fa la tendenza era mollare tutto e andare per mare. Oggi si preferisce la montagna con le sue foreste. Sotto, Paolo Cognetti
Ansa L’abbraccio fraterno Qualche anno fa la tendenza era mollare tutto e andare per mare. Oggi si preferisce la montagna con le sue foreste. Sotto, Paolo Cognetti
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