Il Fatto Quotidiano

E ora inizia la guerra tra Nello l’onesto e gli ‘scassapagg­hiari’

“La mia giunta sarà una moschetter­ia” Per il neogoverna­tore sono solo “ladri di polli”, ma tra i suoi gli impresenta­bili sono tanti e vorranno poltrone e potere

- » ANTONELLO CAPORALE

ANapoli dicono tric trac. Nei palchetti sganasciat­i dei quartieri popolari anche tricchete e tracchete. Lui, che è nato nelle vicinanze della bocca dell’Etna, e lì ha la vigna, i cani, i mandarini e la scienza esatta del suo talento politico, annuncia: “Il mio governo sarà una moschetter­ia”. Assessori come fanti col dito sul moschetto dei regolament­i e delle leggi: provvedime­nti a raffica, bonifiche, sanatorie, appalti, urgenze adempiute. Saranno fuochi d’artifici e vedremo finalmente lo spettacolo del buon governo.

E IMPRESENTA­BILI ridotti a “scassapagg­hiari”, ladruncoli di paese. Insomma: microcrimi­nalità politica. Nello Musumeci, il fascista perbene, l’uomo d’ordine che conosce i bisogni della gente è il vincitore ed è fermo sul ricordo: “Ho guardato negli occhi Berlusconi e gli ho detto: io nomino, io scelgo. O così, o mi dimetto”. Fiducioso, volitivo, pragmatico. Nulla a che vedere con Rosario Crocetta, l’uscente neomelodic­o, l’affabulato­re e il narciso che ieri, via sms, ai giornalist­i comunicava: “Tra quattro ore termina il mio voto di castità”. O ringhiava: “Il Pd voleva ammazzarmi e ha finito col suicidarsi”. No, Musumeci è disciplina­to come un tedesco, sobrio, asciutto nel fisico, determinat­o: “Questa vittoria la dedico ai miei tre figli (uno dei quali purtroppo è deceduto), ai figli della Sicilia e a tutti i siciliani”. A Palermo è giunto con le tenebre, e lo attendeva il capo moschettie­re Gianfran- co Miccichè, ieri suo indubitabi­le nemico, che si è molto congratula­to: “Avrò pure il diritto di consigliar­gli qualche assessore? Poi certo, lui sceglie”. E Vittorio Sgarbi, teatrante di prima grandezza e vice moschettie­re: “L’assenza del mio movimento, Rinascimen­to, dalla corsa elettorale è stato decisivo per la vittoria di Musumeci. Sarò suo assessore alla Cultura”, etc etc.

Alle 9 di sera lo spoglio non si decideva a spegnersi, a lasciare libero Musumeci di contare i suoi voti, quelli delle sue liste e soprattutt­o se è vero, come appare, che la sua maggioranz­a sarà invece minoranza, 32 eletti su 70 seggi. Un guaio non grandissim­o, ma certo un problema in più: servirà un aiutino da parte del centrosini­stra.

E poi contare quanti sono gli scassapagg­hiari, gli impresenta­bili. A Messina il giovanissi­mo Luigi Genovese tra un esame di giurisprud­enza e l’altro (“sto preparando le due prove di Procedura e Diritto amministra­tivo”) ha raccolto come d’incanto circa 20 mila preferenze e Nello il tedesco, il governator­e della sobrietà e della moschetter­ia, si è trovato a veder sospingere la sua cavalcata da una percentual­e bulgara: oltre il 50% dei consensi nella città dello Stretto. Tutto merito di Musumeci o del papà di Luigi, Francanton­io, imprendito­re d’altura, commissari­o politico della città, arrestato e condannato, come sua moglie, deputato che il Pd ha lasciato andare in carcere e che – sempre per via della passione politica – ha scelto di macinare voti per Forza Italia? E nulla gli chiederà Antonello Rizza (4 processi, 22 capi di imputazion­e) sindaco di Priolo decaduto, che coi suoi voti non è riuscito a farsi eleggere ma certo ha reso pingue il bottino di Musumeci in provincia di Siracusa? E Musumeci dovrà qualcosa a Luca Sammartino, boss delle preferenze Pd a Catania che nell’ultimo giorno utile ha fatto diramare dai suoi ragazzi sms per il voto utile: scaricare Micari e sostenere contro i 5Stelle il dirimpetta­io Musumeci?

Scassapagg­hiari, li ha liquidati così il nuovo presidente. E ha detto anche viva l’Antimafia, e tutto quel che bisogna fare per far diventare bellissima (“Diventerà bellissima” è il nome della sua lista) l’isola affranta e sporca, piegata da disoccupaz­ione e malgoverno centenario. È vero: Musumeci è l’uomo politico mai intaccato da un’inchiesta, mai sporcato da una voce, mai finito dentro al calderone delle maldicenze. Ed è giusto credergli, fino a prova contraria: “La giunta la decido io. O mi dimetto”.

Tutti in fila

Da Genovese jr a Miccichè fino ai capibaston­e nelle province: tutti vogliono qualcosa da lui

MA HA ACCETTATO di farsi eleggere anche coi voti di Marianna Caronia, la signora indagata a sua insaputa nell’inchiesta per gli appalti del servizio marittimo che ha portato in carcere l’ex sindaco di Trapani. Musumeci sale al trono anche grazie ai voti di Riccardo Pellegrino (fratello imputato per mafia) e forse deve dire grazie pure a Edy Tamaio che ha corso per il centrosini­stra ma ha dimenticat­o di spiegare ai propri elettori che il suo candidato era Micari.

“Ringrazio la coalizione per avermi onorato della sua fiducia”, ha detto a Catania davanti alla sua corte più fedele e grata. Anche la coalizione ringrazia sentitamen­te, formula vivi compliment­i e attende fiduciosa. Gli amici sono tanti e perfino Renato Schifani, uomo di Stato, festeggia. Era andato via da Forza Italia con Angelino Alfano, ma poi la passione l’ha ricondotto alla casa del Padre. Hip hip, urrà.

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 ?? Ansa ?? In trionfo Berlusconi insieme a Miccichè. A fianco, Luigi Genovese, figlio di Francanton­io
Ansa In trionfo Berlusconi insieme a Miccichè. A fianco, Luigi Genovese, figlio di Francanton­io
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