Il Fatto Quotidiano

Di Maio, sconfitto con rabbia: “Gli astenuti si pentiranno”

Il candidato premier del M5S tra delusione e promesse: “Possiamo prendere il 40 per cento”

- » LUCA DE CAROLIS

Il candidato premier che era scomparso per due giorni e mezzo digrigna i denti. Comprime la rabbia, ma mostra la delusione. Poi sale sul palchetto con giacca e cravatta d’ordinanza e jeans, e lancia l’assalto al cielo: “Abbiamo preso il 35 per cento, ma da qui deve partire l’onda che ci può portare al 40 nelle Politiche”. Però eccola spuntare, la rabbia: “Gli astenuti si pentiranno”.

UN PASSAGGIO chiave del discorso della sconfitta di Luigi Di Maio, che per tre mesi ha girato in ogni angolo la Sicilia assieme al candidato governator­e Giancarlo Cancelleri. Quella nell’isola era la sua battaglia, con un suo candidato, per afferrare il successo “che varrà da moltiplica­tore per le Politiche” come ripeteva. Ma nel comitato elettorale di Cancelleri a Caltanisse­tta, un ex supermerca­to a pochi metri dalla casa dei genitori del candidato governator­e, sono applausi di consolazio­ne e tante lacrime. Perché l’astensione è rimasta una montagna troppo alta da scalare. Inutili gli appelli in ogni forma: ha votato solo il 46% dei siciliani, un punto in meno rispetto alle Regionali del 2012. E allora al Movimento non è bastato triplicare i voti e rubare parecchi consensi al candidato dem, Fabrizio Micari. Sforzi sufficient­i per i compliment­i telefonici di Beppe Grillo a Di Maio e Cancelleri: “Tranquilli, è un risultato molto importante”. Ma tanti delusi sono rimasti lontani dalle urne. E non li ha convinti neppure il candidato premier Di Maio: non sbaragliat­o, ma sconfitto. “F o rs e quelli che facevano il segno delle vittoria sott’acqua hanno sbagliato qualcosa”, sibila un ortodosso di peso da molti chilometri di distanza.

E il riferiment­o è a una foto del tour estivo, con Di Maio e Alessandro Di Battista a farsi ritrarre sotto il livello del mare. Mentre già riprendono i sussurri dei malpancist­i sulla campagna “troppo mediatica”. Invece Di Maio dal microfono celebra “il voto bello del M5S, non contaminat­o dagli impresenta­bili, mentre gli altri hanno gli enfant prodige che prendono 20 mila voti”. Ossia Luigi Genovese, il figlio del deputato di Fi Francanton­io, citato per tutto il giorno nel comitato. Poi però torna a picchiare sugli astenuti: “Sarebbe bastato il 3/4 per cento di votanti in più per farcela”. Il dato dell’affluenza Di Maio l’aveva spiato domenica da una casa in zona, ospite di amici. Mentre ieri le proiezioni le ha seguite con Cancelleri e la sua famiglia in un B&B nella periferia di Caltanisse­tta, protetto come un mistero dalla Comunicazi­one.

E ORA deve rialzarsi subito. “La campagna elettorale riparte da domani mattina”, intima. E le parole d’ordine le scandisce già da Caltanisse­tta. La prima è la mobilitazi­one dei meet up, da militarizz­are in vista delle Politiche, “perché noi abbiamo una rete sui territori mentre gli altri chiudono le sezioni”. E allora ai circoli virtuali ma stipati del Movimento si chiederà un lavoro più capillare sui territori e aiuto nelle selezione dei prossimi candidati. L’altra chiave è riconquist­are sempre loro, gli astenuti, “perché i nostri interlocut­ori non sono Renzi, Berlusconi e Salvini, ma le persone che non vanno a votare”.

Partendo da sinistra, perché nel Movimento sono convinti che il Pd sfarinato sia un bacino enorme. Per questo parlano tutti dei voti sottratti a Micari. Ma c’è anche un altro mondo da dove attingere, quello dei sindaci civici o di incerta meta politica. Per questo, il primo vero appuntamen­to pubblico del dopo Sicilia per Di Maio sarà un conve- gno alla Camera sui Comuni e i loro problemi.

La padrona di casa sarà la deputata Laura Castelli, per cui passano molti dei dossier economici. E al tavolo dei relatori siederanno sindaci come quello di Napoli Luigi De Magistris e il veneziano Luigi Brugnaro, indipenden­te di centrodest­ra, assieme a esperti e giornalist­i. Poi presto Di Maio organizzer­à un evento con tanti mini- sindaci, molti civici. L’Italia non schierata, che il candidato si vuole prendere. Per evitare un’altra Sicilia.

La telefonata di Grillo Il fondatore: “Ottimo risultato”. Ma dagli ortodossi: “Qualcuno ha sbagliato...”

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Ansa Di nuovo secondo Dopo il 2012, Cancelleri perde ancora

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