Il Fatto Quotidiano

Grasso l’anti-Renzi: incontri e chiamate del nuovo leader

Grandi manovre Il presidente del Senato è uscito dal gruppo dem e ora prepara il suo centrosini­stra alternativ­o a quello Nazareno

- » CARLO TECCE

ÈP i e t r o G r a s s o l ’ a nti-Renzi. E nel territorio balcanizza­to del centrosini­stra, aumenta l’esigenza (e l’urgenza) di allestire uno schieramen­to alternativ­o al Partito democratic­o. Almeno finché il Nazareno è un luogo per soli renziani.

Le dimissioni del presidente del Senato dal gruppo dem di Palazzo Madama – per protestare contro le forzature parlamenta­ri della legge elettorale – hanno innescato due tipi di reazione: l’intensific­arsi del corteggiam­ento degli ex democratic­i riuniti in Mdp-Articolo 1, l’interesse dei movimenti civici e la tradiziona­le offensiva mediatica dei renziani. Non è casuale che Davide Faraone abbia aspettato soltanto venti minuti dalla chiusura dei seggi per addebitare all’ex magistrato antimafia la sconfitta in Sicilia con l’aggravante del “mancato coraggio nel rifiutare la candidatur­a”.

IERI IL PRESIDENTE ha replicato con un comunicato del suo portavoce che ribadisce la distanza anche umana dal partito renziano: “Imputare a Grasso il risultato che si va profilando per il Pd, peraltro in linea con tutte le ultime competizio­ni amministra­tive e referendar­ie, è una patetica scusa, utile solo a impedire altre e più approfondi­te riflession­i, di carattere politico e non personalis­tico, in merito al bilancio della fase attuale e alle prospettiv­e di quelle future”. Già, il futuro. Quello di Grasso, che alla festa di Mdp s’è definito un “ragazzo di sinistra”, sarà più chiaro fra qualche giorno. All’indomani dell’uscita dal gruppo dem, il presidente ha fatto e ricevuto numerose telefonate: richieste di incontri, chiacchier­ate informali. Ora che l’agenda è piena e le chiamate politiche sempre più frequenti, Grasso deve capire a quali condizioni e con quali protagonis­ti può guidare un centrosini­stra che vada da Pier Luigi Bersani a Nicola Fratoianni.

Ieri ha ricevuto Giuliano Pisapia, che per mesi ha pencolato dal Nazareno a Pier Luigi Bersani e non ha trovato ancora il suo centro di gravità.

Un attimo dopo il faccia a faccia a palazzo Giustinian­i, il portavoce di Pisapia ha riportato Campo progressis­ta di nuovo lontano da Renzi: “In Sicilia c’è stato un risultato disastroso, che deve far riflettere tutti. Suonano assurde le accuse per la sconfitta rivolte al presidente Grasso e a Bersani. Anche perché il Pd con piccoli alleati perde praticamen­te ogni appuntamen­to elettorale dalle elezioni europee”. Più Renzi s’arrocca nel fortino del Nazareno con l’irrilevant­e alleato Angelino Alfano, più crescono i consensi per il presidente del Senato, soprattutt­o fra la sofferente minoranza dem. Ancora una volta Gianni Cuperlo ha rivolto appelli all’unità a Renzi. Ormai è puro esercizio di retorica, perché il segretario e l’ex magistrato sono incompatib­ili.

L’IPOTETICO centrosini­stra di Grasso, invece, può includere anche quei movimenti civici che hanno contribuit­o a fermare la riforma costituzio­nale al referendum. E le parole di Gustavo Zagrebelsk­y, presidente emerito della Consulta, somigliano a un’investitur­a: “È una risorsa possibile che potrebbe rivelarsi preziosa in futuro. Tuttavia, quel suo gesto di protesta – ha detto in un’intervista a La Stampa – gli avrà certamente alienato molte simpatie negli ambienti che contano. Anche per questo merita non solo rispetto ma anche apprezzame­nto”. Qualche giorno, più o meno, e Grasso diventerà l’anti-Renzi.

Con lui Bersani Ha visto Pisapia, che si allontana di nuovo dal Pd Lo incorona anche Gustavo Zagrebelsk­y Micari ha avuto il coraggio che non ha avuto Grasso di fare il candidato del centrosini­stra in una logica larga, salvo tirarsi indietro

DAVIDE FARAONE

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