Piazza S. Carlo, avvisati Appendino e il questore
■ Torino, la notizia era filtrata la settimana scorsa, ora l’invito a comparire: 20 persone indagate in tutto. Nel panico per JuventusReal Madrid erano rimaste ferite 1500 persone e c’era stata anche una vittima
Nel giro di due settimane le è arrivato anche il secondo invito a comparire. Da ieri mattina la posizione di Chiara Appendino (M5S) si è aggravata: la sindaca di Torino, già indagata, ha ricevuto l’atto con cui la Procura le chiede di farsi interrogare nell’inchiesta sugli incidenti del 3 giugno in piazza San Carlo: di fronte al maxi-schermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid esplose il panico dopo un botto. Per tre volte la folla cercò di fuggire dall’area transennata e alla fine 1.527 persone finirono in ospedale, tra cui una, la 38enne Erika Pioletti, che perse la vita il 15 giugno.
ALL’INIZIOdi questa indagine, la sindaca pentastellata era indagata soltanto per lesioni, dopo le querele presentate da alcuni dei feriti. Ora la sua posizione si aggrava: le ipotesi di reato formalizzate dai pm sono lesioni colpose, omicidio colposo e disastro colposo in “cooperazione” con altri indagati. I procuratori Armando Spataro, Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo hanno terminato la prima fase degli accertamenti su quella nottata e vogliono ascoltare quanto lei ha da dire a sua discolpa per poi svolgere altre verifiche: “Offrirò come sempre la massima collaborazione agli inquirenti poiché è interesse di tutta la cittadinanza che vengano ricostruiti i fatti e definite le responsabilità di ognuno”, ha dichiarato Appendino che questa volta non ha modificato la sua agenda e non è corsa in procura per farsi interrogare, come invece è avvenuto per l’inchiesta per il falso ideologico per il debito di 5 mi- lioni non indicato nel bilancio.
I pm vogliono sentire anche le altre 19 persone, iscritte nel registro degli indagati per le stesse accuse, tra le quali spic- ca il questore Angelo Sanna. Sono coinvolti nell'inchiesta per il loro ruolo avuto nei preparativi dell'evento o nella gestione dell'ordine pubblico. Nella prima categoria ci sono le persone che hanno partecipato alla carente organizzazione della serata in piazza per la finale tra Juve e Real, delegata dal Comune di Torino all’ente Turismo Torino una settimana prima della finale e con un budget molto limitato. Per questi aspetti troviamo indagati, oltre alla sindaca, il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana, il dirigente del settore “Suolo pubblico” Paolo Lubbia e una funzionaria dell’ufficio di gabinetto di Appendino, Chiara Bobbio, insieme ai vertici di Turismo Torino, come il presidente Maurizio Montagnese e il dirigente Danilo Bessone, e all’architet- to incaricato di allestire la piazza, Enrico Bertoletti.
Per l’ordine pubblico, invece, sono indagate le persone che si sono occupate della sicurezza di quella giornata: il questore Sanna e con lui altri uomini della polizia di Stato, tra cui il capo di gabinetto Michele Mollo e il vice dirigente del commissariato Torino Centro Alberto Bonzano, che quella sera in piazza curava la gestione dell’ordine pubblico. Indagato anche un dirigente della Polizia municipale, Marco Sgarbi, e i componenti della commissione prefettizia che autorizzò la manifestazione evidenziando 19 prescrizioni da mettere in atto, di cui molte inascoltate.
“VI ASSICURO che tanti cittadini sono al lavoro da settimane per garantire sicurezza e ordine per quella che deve essere, comunque vada, una festa”, aveva rassicurato la sindaca su Facebook prima di assistere alla partita di Cardiff. E invece sulla gestione della sicurezza gli inquirenti avrebbero rilevato tutta una serie di falle che hanno contribuito al disastro. Tuttavia se su questo fronte l’inchiesta della procura di Torino è a una svolta, nulla è stato scoperto sull’origine del caos del 3 giugno: “Non risultano individuate le specifiche ragioni che hanno determinato il panico collettivo tra le migliaia di persone presenti in piazza San Carlo e le conseguenti drammatiche vicende”, scrive la Procura in una nota.
Panico tra la folla Nei guai per i 1.500 feriti del 3 giugno e la morte di Erika Pioletti