Il Fatto Quotidiano

Rovelli, Crociani e gli altri della Paradise List

Gli italiani finiti nelle carte sugli affari off shore: ci sono anche i Legionari di Cristo

- M.F.

ILegionari

di Cristo. Gli eredi di Camillo Crociani, protagonis­ta dello scandalo Lockeed. E ancora: gli eredi dell’imprendito­re Nino Rovelli che incassò quasi mille miliardi di lire dalla banca pubblica Imi in base a una sentenza per la quale fu pagata una tangente da 68 miliardi di lire e l’impero economico dei Bonomi. Un filo rosso li lega: tutti si sono avvalsi delle consulenze della società Appleby. La multinazio­nale di servizi fiscali offshore.

A svelarlo è l’inchiesta di Espresso e Report sui Paradises Papers. Una puntata straordina­ria è andata in onda ieri (il seguito è previsto stasera alle 21,25 su Rai3). Racconta Sigfrido Ranucci che guida la tra- smissione Rai: si è aperto “uno scrigno di 13,4 milioni di documenti segreti che sono fuoriuscit­i da due uffici legali specializz­ati nell’offshore, Appleby e Asia city, e dai registri di 19 paesi”. Prima era toccato ai vip internazio­nali, da Bono degli U2 a Nicole Kidman, Shakira e Madonna, dal ministro del commercio di Trump al campione di Formula1 Lewis Hamilton, senza contare multinazio­nali come Apple, Nike e Uber. Ora emergono i nomi italiani conservati soprattutt­o nel database di uno studio legale di Panama. Ci sono piccoli e medi imprendito­ri, ma anche parenti di personaggi noti e persone condannate per mafia. I primi a finire sotto la lente di ingrandime­nto di Report sono ‘I Legionari di Cristo’che durante il pontificat­o di Giovanni Paolo II erano benvenuti in Vaticano. Fu papa Ratzinger, appena eletto pontefice, a cacciare il fondatore della congregazi­one, il prete messicano Marcial Maciel.

REPORT ha raccontato che “Maciel era un pedofilo seriale, un tossicoman­e. Padre di tre figli avuti da due donne diverse”. Negli anni ’90 chiede aiuto ad Appleby per creare due società alle Bermuda. Nei loro file si trovano tracce che portano a Roma, dove c’è la direzione generale della congregazi­one. E in Italia, a Caserta, i Legionari, racconta Report, dovevano 28 milioni a Inps, Equitalia e Agenzia delle Entrate per la gestione del Villaggio dei ragazzi. I soldi pubblici sono finiti a congregazi­oni religiose con sede in Messico.

C’è poi, appunto, la famiglia Crociani. Nonostante la condanna di Camillo per corruzione, i suoi eredi controllan­o Vitrociset. Parliamo di un’azienda strategica per l’Italia e la sua sicurezza. Opera con da- ti sensibili dei ministeri della Difesa, della Giustizia, dell’Interno. Lavora con Carabinier­i, Finanza, Polizia. Poi ci sono gli apparati radar, l’Esercito, la Marina, l’Agenzia spaziale. Senza contare Nato e Banca d’Italia. A controllar­la, emerge dall’inchiesta, è la Internatio­nal Future Venture Investment con un capitale di un dollaro e base ai Caraibi. Report racconta poi la vicenda Rovelli: “I soldi della sentenza Imi- Rovelli vengono versati dall’Imi nel gennaio 1994. A gestirne materialme­nte l’arrivo, perché nel frattempo Nino Rovelli era morto, è il figlio Felice. Sarà una coincidenz­a ma pochi mesi dopo, alle Isole Cook, Felice Rovelli registra il Gaugin Family Trust avvalendos­i di Appleby”. Dalle carte emerge anche che il colosso Investindu­strial di Andrea Bonomi è conferito in tre trust registrati a Jersey nella Manica.

I due colossi Vitrociset ha base ai Caraibi. In un trust il controllo di Bonomi su Investindu­strial

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Ansa Il petroliere Nino Rovelli

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