Il Fatto Quotidiano

Da rivoluzion­ario a “Dio”: la fine del mito Mugabe

Colpo di stato Dopo aver silurato il suo vice, il presidente (93 anni) favoriva la moglie per la succession­e: i militari non hanno gradito

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

Anche i dittatori, talvolta, sbagliano mossa. Poteva sembrare un lungo fiume tranquillo il regno di Robert Mugabe in Zimbabwe, avviato ormai verso una comoda transizion­e interna. Il combattent­e per l’indipenden­za, amico di Mandela, tramutato in autocrate al potere dal 1980 che a 93 anni stava preparando la strada alla discussa moglie Grace, di 40 anni più giovane (scappata in Namibia), è inciampato sul “l i c en z i ame nt o” del vicepresid­ente Emmerson Mnangagwa.

Dopo la sua rimozione, dieci giorni fa, l’esercito ha organizzat­o una fronda attorno all’ex fedelissim­o. Così, proprio in nome di quei valori che avevano fatto salire al potere Mugabe 37 anni fa, l’esercito è intervenut­o, cambiando con un golpe di fatto gli equilibri del potere ad Harare. Dopo giorni di nervosismo politico, l’esercito si è impadronit­o martedì sera della television­e pubblica Zbc, da dove il generale Sibusiso Moyo, parlando in diretta, ha negato il colpo di Stato, affermando che l’esercito sta piuttosto colpendo dei “criminali” intorno al presidente. Mugabe si trova confinato in casa, come ha anche confermato il presidente del vicino Sudafrica Jacob Zuma, in buone condizioni di salute.

LA SITUAZIONE era precipitat­a quando il 5 novembre Mugabe aveva rimosso dal suo incarico il vicepresid­ente Mnangagwa, rendendo evidente la rivalità presente in Zanu-PF, il partito di governo, tra lo stesso Mnangawa e Grace Mugabe, entrambi in corsa per la succession­e all’anziano leader. Una settimana dopo la defenestra­zione del suo ‘numero due’, il generale Constantin­o Chiwenga, capo dell’esercito, aveva annunciato come i militari fossero pronti a mettere fine alle “purghe di Mugabe” e in ogni caso a non sostenere alla futura presidenza chi – leggi Grace Mugabe – non venisse dalla lotta contro i suprematis­ti bianchi degli anni 70. Anche il ministro delle Finanze Ignatius Chombo, uno dei più vicini a Grace nel partito, sarebbe finito agli arresti. Il mito fondativo dello Zimbabwe in- dipendente – la lotta contro i colonialis­ti – è ciò che ha alimentato il finora eterno Mugabe. Che ha però – dicono i suoi detrattori – un Paese fertile e ricco di risorse. La disastrosa situazione macroecono­mica di oggi – l’inflazione è al 230%, la moneta nazionale carta straccia da anni – non è neppure confortata da indica- tori sociali positivi: altissime povertà e disoccupaz­ione. “Contro gli attivisti mobilitati per chiedere conto al governo - si legge nel rapporto 2017 di Amnesty Internatio­nal - le autorità hanno intensific­ato le repression­e, vietando le manifestaz­ioni di dissenso, incarceran­doli e torturando­li”.

“MUGABE È un leader con due facce: celebrato all’inizio come illuminato, demonizzat­o negli ultimi 20 anni a causa del declino economico in cui ha trascinato lo Zimbabwe pur di mantenere tutto il potere nelle sue mani”, osserva Rocco Ronza, professore all’Università cattolica di Milano e collaborat­ore del programma ‘Africa’ dell’Ispi.

Sia Mugabe che la moglie - erede designata soprannomi­nata ‘Gucci Grace’ per il suo amore per il lusso, e Dis-Grace per le sue numerose intemperan­ze – conservano una forte base di consenso nelle aree rurali. Per questo l’esito del cambio di regime in corso non è ancora chiaro . “Lo scontro che vede oggi prevalere i veterani dell’esercito e il deposto vicepresid­ente è tutto interno al partito di Mugabe Zanu- Pf – continua Ronza – manca invece il rappresent­ante delle classi agiate urbane e interlocut­ore privilegia­to d e ll ’ O c ci d e nt e : l’ex premier Morgan Tsvangirai”.

Nel 2008, dopo una sconfitta elettorale (aveva già perso il referendum del 2000), Mugabe stringe un patto con Tsvanigira­i, leader del partito di opposizion­e Change (Mdc) salvo poi romperlo cinque anni dopo, incoronato da un nuovo plebiscito. È da allora che l’ex liberatore si trasforma nella “figura archetipic­a del dittatore africano”, come lo ha definito l’arcivescov­o Desmond Tutu. “Lo deciderà Dio, quando uscirò di scena”, disse Mugabe nel 2008. Dimentican­do, però, che la carica di presidente dello Zimbabwe e l’Eterno non coincidono.

Ragazza ambiziosa Grace è scappata in Namibia: di lei si ricordano lo shopping smodato e le liti furiose

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Ansa/LaPresse Blindati in strada Militari nella capitale Harare, le ultime notizie sui giornali locali e Mugabe con la moglie Grace, più giovane di 40 anni
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