Il pd De Caro nuovo inquisito nel governo
Il sottosegretario indagato per tentata concussione e (con la moglie) per voto di scambio ai tempi in cui era capogruppo del Pd in Campania
Per iscrivere nel registro degli indagati il sottosegretario Pd alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro con accuse di tentata concussione e voto di scambio intorno alla gestione dell’ospedale Rummo di Benevento – il 10 novembre la notifica dell’avviso chiusura indagini – la Procura sannita ha dovuto sciogliere un giallo sull’identificazione di ‘Rita’. È la signora di cui De Caro, all’epoca capogruppo dem in Regione Campania, parla in una intercettazione del 29 gennaio 2013. Manca poco a mezzogiorno quando il politico, in quei giorni candidato alla Camera in posizione di sicura elezione, chiama l’avvocato Ida Ferraro. La signora Ferraro è dirigente dell’ufficio legale del Rummo ed è la compagna di De Caro. La conversazione verte sul ricorso al Consiglio di Stato che mette a rischio la nomina di Nicola Boccalone - persona invisa alla Ferraro che si ritiene vittima delle sue vessazioni - a manager dell’ospedale (“non ti preoccupare tanto se ne va stai tranquilla”). Poi i due affrontano argomenti squisitamente elettorali. Si parla di una tale ‘Rita’ che avrebbe a disposizione ‘un pacchetto di voti’.
De Caro: Embè Rita che voleva? Ferraro: Mi ha fatto tutto un ragionamento su un pacchetto di voti che teneva il padre che poi il fratello non è riuscito a coltivare… sono persone che adesso tengono lei come riferimento (…) queste non sono cose che vengono fatte gratis…
De Caro: Ma questo è evidente… i voti non sono mai gratis (…)
Ferraro: Lei vuole uno che Boccalone se ne va, due tornare in ospedale e tre la posizione organizzativa… De Caro: Eh vediamo come fare (…) non dovrebbe essere impossibile.
Nel 2013 De Caro è capogruppo dem in Regione Campania e non è indagato a Benevento. Viene intercettato per reati commessi da terzi, il suo nome è emerso durante una inchiesta sulla gestione dei servizi sociali del Comune. La Mobile scrive in un rapporto che ‘Rita’è Rita Angrisani, dirigente Asl ed ex sin- daco di Apollosa, tanto da chiedere le intercettazioni delle sue utenze, alla luce di una telefonata di poche ore dopo tra lei e De Caro. È uno sbaglio. Quando a novembre
2015 un paio di scoop di Marco Lillo su Il Fatto rivelano i contorni della storia, è l’associazione ‘Altrabenevento’ a segnalare che quella ‘ Ri ta ’ non può essere la Angrisani: “È un errore clamoroso, non ha mai lavorato al Rummo e quindi non può chiedere di tornare”. In effetti le indagini dell’aggiunto Giovanni Conzo e del pm Francesca Saccone appureranno che si tratta di Rita Cardone, il cui profilo combacia con la telefonata: funzionario amministrativo transitata dall’Asl al Rummo, lavorava con Ferraro, padre e zii professionisti molto noti in città, un fratello ex consigliere comunale non riconfermato per pochi voti.
Del Basso De Caro è indagato di voto di scambio con Ferraro e Cardone, e di tentata concussione perché avrebbe esercitato pressioni su Boccalone affinché allontanasse al-
Ritardi e repliche Gli inquirenti non individuano subito la donna. Lui: “Fatti di 5 anni fa, chiarirò”
cuni dirigenti che la Ferraro riteneva a lei ostili. Agli atti c’è una telefonata De Caro-Boccalone del 27 febbraio 2013. C’è un dirigente che De Caro insulta (“accoppatura di fagioli”) senza nominarlo, e intima a Boccalone di rimuoverlo. “Diversamente…” partirà una “guerra nucleare” contro di lui.
“Fatti di cinque anni fa – replica De Caro in una nota – e in questo enorme arco temporale non sono mai stato sentito né sottoposto ad interrogatorio. A fine legislatura, la questione si ripropone come “un fiume carsico”. Chiederò, come mio diritto, di essere finalmente posto nella condizione di chiarire”.