Il Fatto Quotidiano

Fassino finge sull’art. 18 la sinistra non abbocca

Il “pontiere” pranza con Prodi e apre sul tema lavoro, ma alla Camera il Pd chiude

- » LUCA DE CAROLIS

Piero Fassino esplorator­e incontra e promette. A Bologna pranza con Romano Prodi e giura che il professore “condivide la strategia del Pd”. Entro la settimana vedrà anche Giuliano Pisapia, chissà quando invece i vertici di Mdp, e comunque lui è disposto a discutere su tutto: “anche del Jobs Act” assicura al Corriere della Sera. Poi però dopo gli auspici per la riunione delle sinistre arrivano i fatti. E raccontano come tra il Pd ancora renziano e la sinistra non più dem ci sia un fossato: largo soprattutt­o sul tema dei temi, il lavoro, e sull’articolo 18, cuore dello Statuto dei lavoratori.

GIÀ, PERCHÉ i bersaniani di Articolo Uno, quello della Carta (“l’Italia è una repubblica democratic­a fondata sul lavoro”) e Sinistra italiana invocano il ripristino della norma, piallata dal Jobs Act. Anzi, ne vogliono una versione rafforzata, con l’estensione del reintegro obbligator­io dei licenziati in modo illegittim­o anche alle imprese sopra i 5 dipendenti, e non più “solo” a quelle con più di 15. Così prevede il disegno di legge che ha come primo firmatario Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp alla Camera, e che riprende l’identica proposta della Cgil. Dopo una lunga serie di rinvii, il testo approderà in aula lunedì. Ma potrebbe restarci poche ore, visto che il Pd vuole rispedirlo subito indietro, in commission­e Lavoro, a morire. Perché di un disegno di legge del genere non vuole saperne. “Però non diremo di no in Au- la, perché vogliamo dare un segnale di attenzione politica” spiega al Fatto la relatrice di maggioranz­a del testo, la dem Titti Di Salvo. Ex Sel ed ex sindacalis­ta della Cgil, soppesa le parole: “In commission­e ho detto che non c’erano le condizioni per un parere positivo al testo. Mdp e Si ritengono che l’articolo 18 sia ancora l’architrave per un sistema di diritti, ma io non sono d’accordo: nel 2017 la precarietà la combatti con il diritto all’informazio­ne, all’equo compenso e al salario minimo”. Ma qui si parla di licenziame­nti, onorevole... “Certamente, e noi ne vogliamo discutere, anche perché il Jobs Actprevede un monitoragg­io dei suoi risultati. Ma il ddl Laforgia non è la via giusta per farlo, e poi non ci sarebbero i tempi per approvarlo prima della fine della legislatur­a”. E allora, che si fa? “La mia proposta è disincenti­vare i licenziame­nti aumentando­ne il costo per i datori di lavoro, portando l’indennizzo per i licenziati a un massimo di 36 mensilità invece delle attuali 24. E poi abbiamo già raddoppiat­o la tassa per chi licenzia, nella legge di Bilancio”.

La distanza rimane enorme... “La nostra proposta non è un espediente tattico. E tra me e persone come Guglielmo Epifani e Giorgio Airaudo c’è molta meno distanza che con colleghi come Renato Brunetta”. Qualche metro più in là in Transatlan­tico c’è proprio Airaudo, anche lui ex sindacalis­ta Cgil, ora in SI. Ed è duro: “Il nostro ddl si ispira a una proposta su cui la Cgil ha raccolto oltre un milione di firme, e il Pd ci risponde con l’aumento dei risarcimen­ti. Ma i diritti non si monetizzan­o, e la loro proposta è una mercificaz­ione inaccettab­ile, che non tutela affatto i lavoratori. Mentre la nostra non vogliono neanche discuterla”. E ora? “Io leggo che Fassino telefona a tutti e promette di voler discutere anche sul Jobs Act, però poi lo si rilancia: alla faccia dell’apertura. Questa volontà di dialogo non c’è, nei fatti”.

SULLO SFONDOi 5Stelle, che avrebbero votato un ritorno al vecchio articolo 18, e a cui la sinistra rossa tende da tempo la mano. Ancora Airaudo: “Avremmo potuto confrontar­ci sulle soglie, in aula. E comunque hanno promesso che proveranno a evitare il ritorno del testo in commission­e, come noi. Ci sarà battaglia”. Fuori, retroscena e sussurri. Sempre su Fassino, che ai “rossi” vuole promettere anche l’approvazio­ne dello ius soli. Mentre Massimo D’Alema, che lo ha schivato, precisa: “Ho solo detto che doveva parlare con i vertici di Mdp”. Ma da Articolo 1 a SI, lo scetticism­o domina: “Non c’è nulla in agenda con Fassino”. E la linea resta quella di Bersani: “Uniti si perde”.

Il muro contro muro

I dem rispediran­no in commission­e la legge di Mdp e SI per eliminare il Jobs act

 ?? Ansa ?? Dialoghi impossibil­i Piero Fassino, Pier Luigi Bersani e Romano Prodi
Ansa Dialoghi impossibil­i Piero Fassino, Pier Luigi Bersani e Romano Prodi
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy