Ingroia torna con Chiesa e “la mossa del cavallo”
Riecco Antonio Ingroia. L’ex pm di Palermo, l’uomo che ha indagato sulla trattativa tra Stato e mafia, ritorna in politica. Dopo il fallimento di Rivoluzione Civile, Ingroia ha lanciato il suo nuovo movimento. Si chiama “La mossa del cavallo”, un nome che in qualche modo anticipa lo scarto un po’ folle di questo nuovo partito che si lancia nell’affollatissimo scenario elettorale. Ingroia si affida a un personaggio dal profilo molto radicale come Giulietto Chiesa, e a un programma altrettanto radicale. “La nostra è u n’alleanza popolare contro i partiti”, spiega l’ex magistrato. “N oi non siamo di sinistra – aggiunge – perché oggi la parola sinistra non significa più nulla. Guardiamo al 60% di chi ha già deciso che non vuole votare alle prossime elezioni”.
Con Ingroia e Chiesa, “La mossa del cavallo” aggrega personaggi provenienti da estrazioni molto diverse: il generale dei carabinieri Nicolò Gebbia, due cattolici conservatori come Sandro Diotallevi e Franco Cardini, il generale Fabio Mini, David Riondino, Aldo Giannuli e lo scrittore Nikolai Lilin.
Ingroia si presenta come uno dei vincitori del referendum costituzionale e promette di “ribellarsi a un sistema ignobile che straccia la Carta”: “Questi politici ci hanno venduto alle lobby finanziarie europee”. Poi definisce il programma del suo movimento: “I trattati europei sono incompatibili con la nostra Costituzione, dobbiamo porre all’Europa un ultimatum: o i trattati si riallineano alla Costituzione o l’Italia recede unilateralmente”.
La conferenza stampa di battesimo si chiude con un altro annuncio: “Siamo pronti alla più grande class action popolare della storia. Denunciamo le agenzie di rating e chiediamo un danno di 120 miliardi di euro. Li restituiremo ai cittadini italiani”.