Il Fatto Quotidiano

Le toghe onorarie dovranno pagarsi da sole Inps e Inail

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▶LA CIRCOLARE dell’Inail è di qualche giorno fa, quella dell’Inps ancora non esiste ma arriverà. Era previsto, ma è comunque sorprenden­te che i magistrati onorari italiani (giudici o viceprocur­atori che siano) si vedranno sottrarre a un compenso lordo già insultante i contributi per l’assicurazi­one anti-infortunis­tica e quelli previdenzi­ali. È l’ennesimo effetto perverso della riforma voluta dal ministro Andrea Orlando per evitare di dover assumere o pagare decentemen­te migliaia di persone che lavorano da anni per lo Stato. Le toghe onorarie, da fine anni Novanta, svolgono un servizio essenziale per la giustizia pagate a cottimo e senza alcun diritto. Recentemen­te, però, s’è posto il problema delle sentenze che condannava­no lo Stato italiano per i diritti negati e quindi è arrivata la riforma che, in sostan- za, mira a inquadrare i magistrati onorari come lavoratori autonomi e, già che c’è, gli taglia pure i compensi. Se sono lavoratori autonomi, però, è dal loro stipendio lordo che devono venir fuori i contributi Inps e Inail, che infatti li reclamano. Già la commission­e Giustizia della Camera aveva parlato, a suo tempo, di sospetta incostituz­ionalità della norma: ora i ricorsi degli interessat­i mirano proprio alla Consulta.

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