Il Fatto Quotidiano

Segreti (e sprechi) degli 007 sui conti di Vicenza

Dal 2009 al 2013 l’intelligen­ce ha pagato 642 milioni. Con qualche stranezza di troppo

- » STEFANO FELTRI

Non

si registrano reazioni politiche, eppure le notizie sui rapporti tra Banca Popolare di Vicenza e Servizi segreti richiedere­bbero qualche approfondi­mento in Parlamento. Sul quotidiano La Verità Francesco Bonazzi ha rivelato che PopVicenza era, almeno fino al 2013, la banca cui si appoggiava l’intelligen­ce italiana. Nicola Borzi sul Sole 24 Ore ha pubblicato i dettagli di molte operazioni tra 2009 e 2013. Ieri il quotidiano di Confindu stria è stato perquisito dopo che la procura di Roma ha aperto un fascicolo per violazione del segreto di Stato. Nel suo articolo Borzi ha scritto di 1600 pagamenti, 642 milioni, un versamento da 88,5 milioni in un colpo solo il 16 marzo del 2012, un fiume di denaro verso uomini dei Servizi ma anche funzionari del Consiglio superiore della magistratu­ra, cara- binieri, perfino “fumettisti vicini ai centri sociali” (Michele Rech, alias Zerocalcar­e, assicura che non si tratta di lui). Non è ancora chiaro se il Copasir, il comitato parlamenta­re di vigilanza sui Servizi si occuperà davvero della questione. L’ex magistrato Felice Casson (Mdp) dice che è tutto normale: l’intelligen­ceha usato come banca Bnl finché non è stata acquisita dalla francese, Bnp Paribas, a quel punto è passato aPopolare di Vicenza. La scelta poteva essere più oculata, anche perché BpVi già controllav­a la siciliana Banca Nuova, istituto sfiorato da varie inchieste (l’ex direttore Francesco Maiolini è stato però assolto in appello dalle accuse di usura). Ora le informazio­ni su quei conti usati dalle i nt e l li g e nc e passano a Intesa Sanpaolo che ha acquisito quanto resta di PopVicenza, inclusa la controllat­a Sec che gestiva il suo sistema informatic­o. Ipotizzare altro, speculare sulla legittimit­à dei pagamenti fatti dai conti di PopVicenza, per Casson rischia di essere “co mp lot tismo”.

MA QUESTO è vero soltanto a metà. È illusorio pensare che in quei database ci siano i pagamenti alle fonti, che dai bonifici si ottenga la lista dei colla- boratori coperti dei Servizi segreti, informator­i, consulenti, magari insospetta­bili. Come spiegano fonti del mondo dell’intellige nce, certe cose si fanno solo in contanti e senza lasciare tracce.

Molti dei bonifici rivelati dal Sole 24 Ore, infatti, sono indirizzat­i a funzionari di Aisi e Aise (i due Servizi, interno ed e- sterno) che poi li avranno convertiti in banconote e usati per quanto serve, che si tratti di fonti italiane o di qualche capo tribale libico o mediatore per liberare un ostaggio, chissà.

La legge 124 del 2007 che regola l’intelligen­ce stabilisce limiti precisi, per esempio i Servizi non possono avere giornalist­i a libro paga, ma concede anche di operare “in deroga alle norme di contabilit­à generale dello Stato”. In teoria vigilano Corte dei conti e Copasir, ma poiché i Servizi riferiscon­o i dettagli soltanto alla Presidenza del Consiglio e non al Parlamento, di fatto quei bilanci sono misteriosi. Si sa che ogni anno i servizi hanno un budget di circa 600 milioni, 347 vanno al personale, 180 invece non si sa, secondo quanto ricostruit­o da Valeria Pacelli sul Fatto un paio di anni fa.

GRAZIE a quello che sta pubblicand­o il Sole, viene più di un dubbio sul fatto che tutte quelle risorse vengano spese per la sicurezza nazionale: dai 660 euro a una “vetreria artistica” ai quasi diecimila in argenteria, ai 7.455 a Italpol ( metronotte che vigilano sugli 007?), incassi di assegni smarriti per centinaia di migliaia di euro. Non ci saranno grandi complotti in quei conti, ma ci sono informazio­ni sull’uso dei soldi pubblici di cui il Parlamento dovrebbe occuparsi.

Sicurezza Perquisito il Sole 24 Ore per violazione del segreto di Stato: rivelati i bonifici delle “barbe finte”

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LaPresse Intoccabil­e Gianni Zonin è stato presidente della PopVicenza dal 1996 al 2015
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