Il Fatto Quotidiano

Ghostbuste­rs

- » MARCO TRAVAGLIO

Una terribile minaccia incombe sulle elezioni: le “fake news”. Noi attendevam­o serenament­e la data delle urne. Poi, ieri, abbiamo scoperto dai giornaloni che noi elettori rischiamo di farci influenzar­e per la prima volta nella storia da notizie false. La scoperta si deve a un analista fiorentino di 42 anni, che ha subito lanciato l’allarme in tutto l’orbe terracqueo tramite il New York Times, poi ha tenuto un’applaudita lectio magistrali­s alla Leopolda: Matteo Renzi, il cui attaccamen­to alla verità è ormai proverbial­e. E lo sapete chi mette in giro le fake news più perniciose? Non i giornaloni che ha avuto ai suoi piedi per quattro anni e ora appoggiano persino B. pur di tenere in piedi la baracca. Non la Rai che lui controlla al 100%. Non Mediaset che lo sostiene amorevolme­nte in vista del Renzusconi prossimo venturo. Non Renzi, che un anno fa assicurò con l’allegata Boschi, le tv al seguito e i maghi otelma di Confindust­ria come la vittoria del Sì al referendum ci avrebbe consentito di curare molto meglio i tumori, combattere molto meglio il terrorismo e risparmiar­e 10 miliardi all’anno (che poi erano 50 milioni), mentre il No avrebbe trasformat­o l’Italia in un lazzaretto di affamati macilenti e depressi, per un improvviso crollo del Pil, dell’occupazion­e, degli investimen­ti, e per un boom del debito (tutti obiettivi già centrati dal governo del Sì, mentre dopo la vittoria del No il Pil è cresciuto un po’, ma Renzi dice che è merito suo).

No, le fake news le diffondono i 5Stelle, notoriamen­te collegati alla Lega Nord sotto la regia di Putin (che, detto per inciso, è amicone di B., ha incontrato Renzi e Salvini, ma mai Grillo o Di Maio). Il C or ri er e, citando il New York Times senza riportarne una sola frase, annuncia che Facebook “starebbe creando una task force per arginare il dilagare di fake news che rischiano di condiziona­re le elezioni italiane”. Urca, e chi ha dato la notizia? “Una fonte anonima del governo italiano”: e il NYTse l’è bevuta, anche se Facebook “non conferma ufficialme­nte”, però “è verosimile”. Del resto “Renzi sospetta l’intervento di una ‘mano’ russa”. E chi gliel’ha detto? “Una società di sorveglian­za informatic­a”. E di chi è? Del suo amico Marco Carrai, che s’è messo in società con uno smanettone di 23 anni, Andrea Stroppa, che da minorenne faceva l’hacker per Anonymous Italia durante gli attacchi ai siti di Polizia, Carabinier­i, governo, Viminale, Guardia costiera e – pensate un po’ – al blog di Grillo; perciò fu imputato e ottenne il perdono giudiziale dal Tribunale dei minori perché la sua pena era sotto i 2 anni di reclusione. Quindi siamo in buone mani.

E poi c’è “uno studio dell’Atlantic Council di Washington”, un allegro simposio di esaltati dell’ultradestr­a Usa: questo “sottolinea che, pur nella loro diversità, Lega e M5S condividon­o una linea anti establishm­ent e anti immigrati”. Perbacco: due partiti di opposizion­e sono “anti establishm­ent”, chi l’avrebbe mai detto. Quanto ai migranti, la Lega inventò il reato di clandestin­ità e il M5S chiede da 5 anni di abolirlo, quindi “condividon­o” la stessa “linea”. Ma chi ha scoperto la Spektre grillo- putiniana? La Stampa: “Renzi ha tra le mani un report preparato da un giovane ricercator­e di sicurezza informatic­a”: cioè Stroppa, di cui ovviamente si tacciono i guai giudiziari e gli affari con Carrai. Ed eccole, finalmente, le fake news che minacciano la regolarità del voto: La Stampa cita un fotomontag­gio in rete con “Boschi e Boldrini al funerale di Riina”, notoriamen­te mai avvenuto. Repubblica ne scova un’altra: “Incredibil­e, 10 minuti e il tumore sparisce”. Parrebbe tratta dalla campagna del Sì, invece è roba grillo-russa, anche se tradotta dal cirillico. Il Ghotsbuste­r ufficiale de La Stampa, Jacopo Iacoboni, non ha dubbi: “Scoperto nuovo vasto network di disinforma­zione, di proprietà di un imprendito­re romano con legami con un’associazio­ne cattolica assai riservata, La Luce di Maria”. Il link fra La Luce di Maria e Di Maio (che, per depistare, baciò il sangue di San Gennaro), non vi sfuggirà: il nuovo “inquietant­e network” è“populista”, “diffonde timori di migrazioni” (notoriamen­te infondati) e lascia tracce nelle “pagine fan che usano i nomi dei big grillini” (non le pagine ufficiali: quelle aperte da chissà chi): c’è bisogno d’altro per lanciare l’emergenza democratic­a?

Noi non smettiamo più di tremare e di ringraziar­e i valorosi colleghi acchiappaf­antasmi. Solo non vorremmo che, a furia di scavare nei bassifondi del web, s’imbattesse­ro in fake news ancor più orripilant­i. Tipo la Raggi che patteggia per corruzione e compravend­ita di voti sulle polizze di Romeo; o l’sms di Di Maio tagliuzzat­o in modo da spacciarlo per fan di Marra, che invece voleva cacciare; o la Muraro coinvolta in Mafia Capitale. E poi scoprisser­o che queste fake news le han pubblicate i loro giornaloni. Né mai augureremm­o al Jacopo Ghostbuste­r di incocciare nel celebre articolo de La Stampa “Ecco la cyber propaganda pro M5S. Algoritmi, false notizie, bufale... Beatrice Di Maio è una star del web pro M5S. Si muove nel territorio della propaganda pesante, che in tanti Paesi - per esempio la Russia di Putin, assai connessa al web italiano filo M5S – dilaga. È stata denunciata alla Procura di Firenze dal sottosegre­tario Lotti. Ma chi è esattament­e Beatrice Di Maio, e ha qualcosa a che fare con la Casaleggio o la comunicazi­one ufficiale M5S?” ( 16.11.2016). E scoprire, nell’ordine, che: Beatrice Di Maio non era la sorella di Luigi né il suo pseudonimo quando la sera fa la drag queen, ma la moglie di Brunetta; l’autore dello scoop era Iacoboni; né La Stampa né Iacoboni si sono mai scusati per la fake news. Forse perché, essendo uscita su un giornale e non sul web, si chiama molto più banalmente “balla”.

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