“Ma quali molestie, lui è bello”, “te la cerchi”: così si copre la violenza
Giornata contro la violenza sulle donne In piazza: “Ora basta” Ma abusi, pregiudizi e discriminazioni ricominciano ogni giorno
Stupri, violenza tra le mura domestiche, lividi. Le cronache ogni giorno raccontano storie di maltrattamenti. Ma c’è un’altra faccia dei soprusi, quella verbale, psicologica. L’insulto sessista si esprime in ogni luogo: nei tribunali, per strada, nelle sedi politiche. C’è chi lo fa una sola volta e chi ne fa quasi un’arte. Nella giornata contro la violenza sulle donne, molti uomini sono scesi in piazza al loro fianco. Ma altri - ancora troppi - le descrivono con commenti e toni poco apprezzabili.
In un’aula di tribunale
Il Giornale, il 23 novembre, ha scritto che durante gli interrogatori a due ragazze americane - che accusano due carabinieri di violenza sessuale - un avvocato ha chiesto se la sera del 7 settembre indossassero gli slip. Chi abbia fatto la domanda (non ammessa) non è chiaro. L’avvocato Giorgio Carta, difensore di uno dei carabinieri, a RadioCapital ha detto: “Ho fatto una domanda diversa. Negli atti del giudizio c’è il sequestro degli indumenti delle ragazze”. Parlando del suo assistito ha aggiunto: “È un bellissimo ragazzo. Non ha proprio bisogno di stuprare nessuno”. La frase ha suscitato tante reazioni. “Non sapevo che le mie frasi sarebbero state usate per un’intervista” si difende l’avvocato. Il legale, che si è detto certo dell’innocenza del proprio assistito, in passato ha anche dichiarato: “Non devono chiedere nessuna scusa alle ragazze”. Il “caso di Firenze” aveva già suscitato polemiche quando i giornali parlarono di una“assicurazione antistupro” stipulata dalle ragazze: in realtà era un’assicurazione fatta dall’università per furti e rapine.
Il prete su Facebook: “Non provo pietà”
Sui casi di stupro i commenti sessisti proliferano. Don Lorenzo Guidotti di Bologna, parlando di una violenza denunciata da una ragazza, su Facebook ha scritto: “Se nuoti nella vasca dei pirañha non puoi lamentarti, non provo pietà”. Si è poi scusato: “Ho sbagliato i termini, i modi”. Ancora più pesanti le parole di un mediatore culturale di una coop (poi sospeso) che commentava lo stupro di Rimini: “Lo stupro? È un atto peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma e si gode come un rapporto sessuale normale”. E non è una fake-news.
Tavecchio: “Donne handicappate”
Anche in ambito sportivo, i casi non mancano. A settembre, il tennista Fabio Fognini è stato escluso dagli Us Open per un insulto sessista fatto a una giudice di linea durante il primo turno del torneo di New York. Si è scusato. Lo ha fatto anche Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc (sui giornali in questi giorni si è raccontato di un’accusa di presunte molestie. La denuncia non è stata ancora depositata). Anni fa a Report disse: “Finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio: sulla resistenza, sul tempo, sull’espressione an- che atletica. Invece abbiamo riscontrato che sono molto simili”. Parità, questa sconosciuta.
Da Salvini a Berlusconi
In politica l’insulto sessista è all’ordine del giorno. A luglio 2016, Matteo Salvini portò sul palco di un comizio a Soncino (Cremona) una bambola gonfiabile: “C’è una sosia della Boldrini”, disse. Invece di scusarsi, lanciò l’ hashtag # sgonfiala bold rin i. A Bari in- vece l’insulto ( contro Irma Melini) è stato scritto su una scheda di una votazione del consiglio comunale. Mistero sull’autore. Silvio Berlusconi più volte invece se l’è presa con Rosy Bindi. Nel 2009, ad esempio, disse che è “più bella che intelligente”. Non va meglio al Parlamento europeo. L’eurodeputato polacco, Janusz Korwin-Mikke, in aula, ha definito le donne “più deboli, più piccole e meno intelligenti”.
Molestie
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